Due auricolari e un’app per abbattere qualsiasi barriera linguistica. “La fantascienza l’ha chiamato in vari modi, noi abbiamo scelto Pilot” hanno dichiarato i suoi inventori. Che sono stati travolti dalle richieste su Indiegogo e ora fronteggiano haters e perplessità.
Un’invenzione eccezionale o un progetto troppo bello per essere vero? Se lo sono chiesti in molti quando Waverly Labs, startup con sede a New York, ha annunciato l’arrivo di Pilot, il primo auricolare al mondo che traduce simultaneamente le conversazioni tra lingue differenti. Con molto entusiasmo e un po’ di scetticismo il dispositivo, che è ancora un prototipo, sta continuando a far parlare di sé: nel giorno del lancio su Indiegogo– annunciato qualche tempo prima con un’abile mossa di marketing, proprio per poter continuare i test e avviarne la produzione – ha raccolto oltre un milione di dollari. A distanza di poco più di due settimane, ha superato i due milioni. Non senza qualche piccolo inconveniente tecnico: ci sono stati problemi di pagamento e di ricezione delle e-mail con la conferma dell’ordine, stando a quanto dichiarato dagli utenti sulla pagina Facebook dell’azienda. Pare a causa dell’altissima richiesta pervenuta.
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Tecnologia e design
Costato due anni di studi e ricerche, Pilot combina la più avanzata tecnologia indossabile con le ultime innovazioni nel campo del riconoscimento vocale e della traduzione automatica. Composto da due auricolari (disponibili in 3 colori) e un’app, alla quale si collegano via bluetooth per permettere la traduzione, permette alle persone coinvolte- che possono essere due o più- di parlare e ascoltare, ognuno nella propria lingua. Un sogno che diventa realtà per tutti coloro che, per lavoro o per piacere, entrano in contatto con nazionalità e idiomi diversi.
Oppure che semplicemente non se la cavano proprio bene con le lingue straniere.
Se invece si è da soli- perché Pilot funziona solo se anche l’interlocutore lo indossa e non traduce tutto ciò che si ha intorno- lo si può usare per ascoltare musica. L’app può essere utilizzata in più modi: come frasario; per permettere a più persone di partecipare alla conversazione, anche se di lingue diverse, grazie alla “conference mode”; oppure come altoparlante, se ci si trova in una stanza e si ha la necessità che tutti ascoltino quello che si sta dicendo.
Pilot ha però dei limiti. La prima versione realizzata non può essere usata offline, ma ha bisogno comunque di una connessione: una criticità a cui il team sta già lavorando e che spera di risolvere tra l’autunno e l’inverno del 2017, ossia dopo la spedizione dei dispositivi acquistati tramite indiegogo, programmata al momento per maggio dello stesso anno. Inoltre la traduzione non sarà perfetta, ma soggetta a errori.
Questo aspetto potrà essere migliorato, stando a quanto dichiarato dai suoi inventori, grazie all’utilizzo di un numero sempre più elevato di utenti.
Al momento è disponibile la traduzione simultanea di cinque lingue: inglese, francese, italiano, spagnolo e portoghese. Ne verranno in seguito aggiunte altre, come tedesco, danese, svedese, cinese mandarino, hindi, giapponese e arabo. Il prezzo sul mercato sarà probabilmente di 299 dollari. Su Indiegogo è stato lanciato, in pezzi limitati, da 179 a 199 dollari.
Un’idea nata da un’esigenza reale
Andrew Ochoa, founder e CEO di Waverly Labs, ha avuto l’idea quando ha incontrato una ragazza francese che non parlava molto bene l’inglese. La difficoltà riscontrata lo ha spinto a lavorare sul progetto Pilot insieme a un gruppo di esperti in diversi campi: design, ingegneria, informatica e traduzione. La storia è descritta nel suo primo video di presentazione.
A questa motivazione personale se n’è in seguito aggiunta anche un’altra. Secondo la World Tourism Organization, entro il 2020 ci saranno 1,6 milioni di viaggiatori internazionali l’anno: il team ha pensato così di rispondere a una necessità sempre crescente di una più facile e immediata comunicazione tra le persone.
Critiche e perplessità
C’è chi non aspettava altro, per poter finalmente parlare con i parenti che vivono all’estero o per mandare avanti attività sociali con stranieri. Ma diversi sono anche i commenti negativi da parte di chi non crede nella reale fattibilità di Pilot e sulla trasparenza della startup statunitense. Sono sparsi un po’ ovunque: sulla pagina Facebook, sul profilo Youtube, sul sito di Indiegogo. È stato aperto un forum sull’argomento anche su Reddit.
Molti sostengono che in realtà Pilot non vedrà mai la luce e che la campagna si trasformerà in un tremendo fiasco.
Haters, come può capitare che ci siano, o perplessità legittime? Il team ha ammesso nelle FAQ che il prodotto, pur avendo già superato alcune prove, deve essere sottoposto ad altri test. Inoltre dovrebbe anche essere inviato ad alcuni beta tester che verranno scelti tra chi ha deciso di sostenerli sulla piattaforma di crowdfunding, in base ad alcuni criteri da loro stabiliti.
Abbiamo più volte provato a contattare Ochoa e il suo team su diversi canali, ci hanno spiegato che sono stati travolti dalle richieste e che ci risponderanno il prima possibile. Attendiamo fiduciosi, augurandoci che Pilot sia davvero la rivoluzione nella comunicazione che ci hanno prospettato.