Geezer ha conquistato kickstarter raccogliendo più di 200mila dollari. E non è un’alternativa ai condizionatori ma un gadget, dal curatissimo design, che rinfresca un ambiente per poche ore. Utile da tenere sulla scrivania e da usare nelle giornate molto afose mentre si lavora.
Due ragazzi abruzzesi, laureandi a Roma, rivoluzionano il concetto di ventilatore e raccolgono finora più di 200mila euro su Kickstarter. Il loro progetto si chiama Geizeer ed è piaciuto tanto anche agli americani. Damiano Iannini e Ferdinando Petrella raccontano la loro storia a StartupItalia!
Come è nato Geizeer
Studenti di architettura del paesaggio, Damiano e Ferdinando frequentano lo stesso liceo in Abruzzo, ma è all’Università a Roma che diventano amici. Così tanto da decidere di aprire insieme una società che si chiama idea3Di, che si occupa di progettazione e stampa 3D. Negli ultimi tre anni ha collaborato con 3DItaly, una delle aziende leader nel settore: «Poi ci è venuta voglia di metterci in gioco, di creare un’idea da produrre e rivendere» raccontano.
Geizeer nasce da una loro esigenza personale. Nello studio dove lavorano non c’è l’aria condizionata e non possono permettersela. In più Damiano, come tanti, la soffre, anche in macchina: «Abbiamo riempito delle vasche di ghiaccio per rinfrescare l’ambiente. E usato un ventilatore per far circolare l’aria più fresca. La cosa ha funzionato, ma non era un modello sostenibile, il ghiaccio si scioglieva e bisognava ripartire da zero».
Allora decidono di trovare una soluzione: Geizeer, appunto.
Come funziona
«In sostanza è un cubo formato da due parti di legno sovrapponibili. All’interno c’è una ventola e un ice pack fatto ad hoc (la piastra che serve ad accumulare freddo nelle borse frigo, ndr)». Una volta attivato, Geizeer raffredda l’aria, a differenza di un ventilatore la diffonde a 360° per un distanza che supera il metro. La batteria si ricarica con un cavo USB, si consuma dopo circa 7 ore, mentre l’ice pack ha un’autonomia di circa 4 ore ed è riutilizzabile.
Insomma, si tratta di un oggetto da scrivania che non punta a sostituire aria condizionata o ventilatore, ma ad offrire un’alternativa bella da vedere. Damiano e Ferdinando hanno investito molto del loro tempo sul design dell’oggetto che oggi è disponibile nelle versione naturale o laccata a un prezzo a partire da 85 euro.
Come sbancano su Kickstarter
Per realizzare il prototipo hanno usato le stampanti 3D nel loro laboratorio. Questo ha contribuito a ridurre i costi di lancio del prodotto che Damiano ci confessa si aggirano intorno ai 3mila euro: «Abbiamo speso molto tempo a cercare la forma più giusta, a scegliere il materiale più opportuno (il legno permette un maggiore isolamento del ghiaccio rispetto all’ambiente esterno, ndr). Dopodiché abbiamo lavorato molto sulla comunicazione. Abbiamo investito su Facebook (ma non tanto) e contattato blogger e giornali che hanno iniziato a parlare di noi» spiegano. Siti americani, Business Insider, italiani (tra cui Focus), ma anche blog asiatici hanno rilanciato la notizia e fatto la fortuna della campagna che è partita da un goal di 30mila euro e si concluderà a breve: «Stiamo pensando di inserire degli stretch goal (obiettivi aggiuntivi per la community dei donatori, ndr) per aumentare, per esempio, la durata degli icepack» spiega.
[youtube id=”6iMV-w9AwEQ”]
Gli ostacoli di una cattiva comunicazione
Damiano e Ferdinando ci raccontano anche le critiche che hanno subito da alcuni utenti, in virtù “di una sbagliata comunicazione da parte di alcuni giornali”: «Hanno parlato di noi come un’alternativa al condizionatore, ma non è così. Sulla campagna c’è scritto tutto quello che c’è da sapere, ma molti si sono affidati esclusivamente alle notizie gonfiate che sono uscite su alcuni giornali».
Sul futuro dell’oggetto sanno dire ancora poco, lo venderanno online, mentre sono arrivate proposte di diversi rivenditori che vorrebbero portare Geizeer nel loro Paese: «Ora sale l’adrenalina e anche la paura di deludere le attese. Per questo siamo concentrati sulla realizzazione dei primi campioni da spedire. Il resto lo decideremo dopo».