Nell’ultimo Hajj sono morte oltre 2mila persone. Per questo l’Arabia Saudita ha deciso di sviluppare un braccialetto hi-tech che possa aiutare i pellegrini durante la marcia santa verso La Mecca. Conterrà informazioni sanitarie ma anche indicazioni sui riti e le preghiere.
Ogni anno centinaia di migliaia di islamici compiono l’Hajj. È il pellegrinaggio verso la Mecca, uno dei pilastri dell’Islam e un obbligo, per i fedeli, da compiere almeno una volta nella vita. È composto da vari riti e avviene in un determinato mese dell’anno. È un momento fondamentale per ogni fedele ma anche un evento particolarmente pericoloso. Le vittime sono sempre moltissime. Schiacciate, calpestate o colpite da malori per l’eccessiva presenza umana. Ed è qui che entra in gioco la tecnologia. Anche davanti a una tradizione plurisecolare.
Migliaia di morti nella strada verso la Mecca
L’ultimo Hajj, infatti, ha registrato oltre duemila morti. Il peggior riscontro dal 1990. Un bilancio, per di più, basato sulle cifre che gli stessi paesi hanno comunicato una volta terminato il pellegrinaggio e che, dunque, pare approssimato per difetto.
Di questi, oltre 700, provenivano dall’Arabia Saudita.
Per questo, nel 2016, il paese ha deciso di introdurre un braccialetto che possa migliorare la sicurezza del rito islamico. La stima, infatti, parla di 2 milioni di pellegrini che si metteranno in viaggio verso i luoghi sacri. Ogni dispositivo conterrà informazioni personali e mediche e aiuteranno le autorità e i fedeli a fornire le cure più adatte alle persone durante la marcia. Il braccialetto sarà impermeabile e collegato ad un sistema GPS. In più sarà impostato per dare una serie di informazioni dirette a chi lo indossa: orari delle preghiere, un traduttore multilingue per aiutare chi, pur avendo abbracciato la religione islamica, ha difficoltà a capire l’arabo.
Un controllo maggiore
Fenomeni come incendi, rivolte e risse non sono sempre controllabili da parte delle autorità saudite che dovrebbero vigilare durante l’Hajj. Per questo motivo saranno installate, all’interno della Grande Moschea della Mecca, mille nuove telecamere e saranno assoldate forze speciali per un monitoraggio più efficace e specifico. Misure che arrivano dopo i mancati accordi con Teheran che chiedeva una maggiore sicurezza per i propri connazionali. Sono 400, come riporta Reuters, gli iraniani morti durante il pellegrinaggio del 2015. Misure tardive che arrivano dopo la decisione dell’Iran di non partecipare al pellegrinaggio di quest’anno.