I ricercatori del MIT hanno creato un nuovo algoritmo che ci permetterà di realizzare repliche virtuali di oggetti reali con cui interagire a piacimento, abbattendo tempi e costi delle odierne simulazioni 3D. Lo hanno chiamato IDV, Interactive Dynamic Video.
Un nuovo algoritmo ci permetterà di realizzare repliche virtuali di oggetti reali con cui interagire a piacimento, abbattendo tempi e costi delle odierne simulazioni 3D. Lo hanno chiamato IDV, Interactive Dynamic Video, ed è stato sviluppato da ricercatori del MIT che giorno dopo giorno sembra davvero essere la fabbrica dei nostri sogni tecnologici.
Come potrebbe cambiare Pokemon Go (un esempio)
O perchè l’abbiamo installato o perchè la nostra bacheca di Facebook ne è stata invasa, sappiamo tutti cos’è Pokemon Go. Apri l’applicazione, con la fotocamera inquadri il mondo circostante ed eccolo, trovi un pokemon proprio davanti a te. Tutto grazie alla realtà aumentata (AR) che sovrappone elementi digitali su sfondo reale. Quando ne troviamo uno sembra tuttavia solo un’animazione sullo sfondo senza realmente interagire con pareti, spigoli e oggetti di altro tipo. E se a breve questo fosse possibile? Immaginate allora il pokemon nascondersi dietro un angolo, spuntare da sotto un tavolo o sbattere contro un muro cercando di scapparvi.
Questa è solo una delle possibili applicazioni che potrebbero nascere dai nuovi video interattivi del MIT.
La potenza di questa nuova tecnologia è nella facilità con cui genera contenuti e nel risparmio che ne deriva. Quando oggi vogliamo trasferire un oggetto reale in un mondo virtuale dobbiamo realizzarne una replica 3D. Al pc bisogna poi dedicare ore e ore di lavoro per simulare tutti i suoi possibili movimenti in base all’ambiente circostante. Procedura laboriosa e costosa.
Un algoritmo speciale
Per fare questo vengono usati degli algoritmi che analizzano il movimento degli oggetti presenti in un video, ma senza riuscire ancora a simulare in maniera efficace il loro comportamento in qualsiasi contesto. Per tale motivo si applicano i “green screen”, ambienti controllati e prevedibili che facilitano l’inserimento di un oggetto in spazi digitali (avete presente lo sfondo verde usato durante le riprese di Matrix o di Superman?).
Con gli IDV, invece, basta dotarsi di una videocamera e filmare l’oggetto in questione.
L’algoritmo analizzerà poi la scena cogliendone i pattern di vibrazione, ossia i micromovimenti con cui l’oggetto si muove nell’ambiente. Bastano solo queste informazioni per predire e simulare ogni movimento in qualsiasi contesto, anche imprevisto. Il contenuto filmato diventa così a tutti gli effetti interattivo e può essere inserito in mondi virtuali, giochi, film dove risponderà in maniera realistica agli stimoli.
Utilizzi e scenari futuri
Ma le applicazioni non si limitano solo all’intrattenimento. Gli IDV permetterebbero agli ingegneri, ad esempio, di valutare la risposta di un edificio o un ponte a condizioni fisiche intense come tempeste o terremoti. Come descritto da Abe Davis, dottorando del CSAIL: «La possibilità di inserire oggetti reali in modelli virtuali offre un vantaggio che supera le ovvie applicazioni in campo ludico, ma permette anche di testare condizioni estreme in ambienti virtuali sicuri, senza comportare alcun rischio reale».
I futuri utilizzi sono semplicemente infiniti perché gli IDV ci offriranno la possibilità di comprendere meglio il mondo reale con una fedeltà finora impossibile e con un investimento di energie minimo. Oltre a giochi e animazioni, potrebbero trasformarsi in veri e propri laboratori digitali aiutandoci tanto nel tempo libero quanto nella sicurezza e nella previsione di pericoli e rischi.