L’hanno creata in Australia. Permette di vestire, per una settimana, i panni di chi subisce ogni giorno atti e manifestazioni di violenza e razzismo. Vuole sensibilizzare giovani, studenti, cittadini ad una maggior consapevolezza del tema. E i numeri dicono che funziona.
Ci sono tanti modi per combattere il razzismo. Uno di questi, forse quello più efficace, consiste nel provare a mettersi nei panni di chi, ogni girono subisce delle discriminazioni. In Australia esiste un’app, Everyday Racism, che permette all’utente di vivere per una settimana un’esistenza diversa dalla propria: quella di un uomo aborigeno, di una donna musulmana o di uno studente indiano. Tre categorie che hanno subito campagne d’odio e che sono soggette a violenze e intimidazioni.
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Lo sviluppo di Everyday Racism
L’app è stata sviluppata dalla collaborazione di tre università: University of Western Sydney, Deakin University and Melbourne University. Il progetto vuole contrastare apertamente una deriva che, negli ultimi decenni, ha portato l’Australia, una nazione con rigide regole sull’immigrazione, ad essere poco tollerante con le minoranze ospitate.
E per creare un prodotto che potesse essere efficace, sono stati consultati 8 esperti e relatori provenienti da diverse etnie. Personalità impegnate tutti i giorni sul territorio in difesa dei più deboli. L’obiettivo, del resto, era quello di proporre stili di vita il più vicino possibile alla realtà. Senza eccessi o esagerazioni.
Numeri e premi
L’applicazione, rilasciata ormai quasi due anni fa, ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti. Nel 2015, ad esempio, è stata incoronata da PeaceApp, una competizione globale volta a premiare i migliori progetti impegnati a combattere i conflitti sociali e a favorire il dialogo culturale. L’app, per chi volesse provare, può essere scaricata gratuitamente sia da Apple Store che da Google Play.
Dopo 12 mesi, una ricerca tra i giocatori ha rivelato che il 76,5% di loro ha sviluppato una maggiore consapevolezza nel parlare e discutere di azioni razziste; il 90,7% percepisce un desiderio crescente di reagire di fronte a manifestazioni di razzismo con il 97,9% che ha affermato di aver aumentato la capacità di riconoscere queste manifestazioni d’odio. Numeri che fanno riflettere.
Una ricerca più ampia (e collettiva)
Everyday Racism è solo una parte di un progetto molto più ampio, iniziato 15 anni fa, condotto all’interno dell’Università di Western Sydney. Una sensibilizzazione costante che parte da Challenging Racism, un’iniziativa guidata dal professor Kevin Dunn. Dopo aver mappato geograficamente e storicamente lo stato del razzismo in Australia, Dunn ha invitato ricercatori di tutto il Paese ad unirsi nello lotta contro un fenomeno in ascesa. Un impegno che ha coinvolto studenti e semplici cittadini.