AntBo è il robot creato al MIT di Boston per insegnare i principi della programmazione ai bambini: il robot impara le abitudini e le preferenze degli utenti
Sarà la lingua del futuro, conoscerla diventerà importante come saper leggere. È il coding, l’arte della programmazione. Nascono sempre più giocattoli per avvicinare i bambini alla materia. Come AntBo che assomiglia a una formica, ma è un robot con il quale programmare sarà un gioco da ragazzi, anzi da bambini.
Giochi, ma soprattutto impari
«Vedere un robot a forma di formica è decisamente più interessante di leggere una riga di codice su uno schermo» spiega Rocky Ye a FastCompany. È lui il Ceo di DFRobot, un’azienda di Shangai che crea prodotti hi-tech nel campo dell’education e collabora con big come Microsoft e Intel. Per lanciare il suo AntBo ha creato una campagna di crowdfunding su Indiegogo che ha raccolto fino a oggi 9mila dollari su 50mila richiesti, ma manca ancora un mese per raggiungere l’obiettivo. Costo: 59 dollari.
L’androide formica
Il funzionamento del robot è davvero interessante. Da una parte c’è il programma che gli utenti visualizzano su tablet o smartphone. Il dispositivo funziona con Scratch celebre piattaforma nel coding che serve proprio per insegnare ai più piccoli, l’ha ideato Mitchel Resnick docente del MIT di Boston. I bambini usano il programma per creare piccoli comandi, possono per esempio dire al robot di camminare verso una direzione, rispondere a una sollecitazione sonora, o anche simulare emozioni. Inoltre, per ragazzi un po’ più grandi che sanno già programmare, c’è la possibilità di programmare il robot con Arduino IDE. Mentre quelli con un livello più avanzato possono divertirsi a usare stampanti in 3D per creare nuovi pezzi per il robot.
Un robot maestro che si emoziona
«Crediamo che i bambini possano beneficiare molto dalla robotica, capire come le cose funzionano, imparare a risolvere problemi, motivare loro stessi a completare un progetto, a collaborare, e a condividere idee» spiega Ye che evidenzia poi come il robot sia progettato per sembrare vivo. Con circa 30 neuroni per “sentimenti” diversi, il robot, infatti, impara le abitudini e le preferenze degli utenti: «Speriamo che Antbo possa costruire un ponte tra il mondo fisico e digitale e ispirare nuove generazioni di ingegneri» conclude Ye.