La Scuola Superiore Sant’Anna ha attivato un servizio di orientamento utilizzando i social e un canale televisivo completamente dedicato a lezioni e incontri
Che farò da grande? Il medico, l’avvocato o l’architetto? Sono in tanti a porsi questa domanda in questi giorni d’estate. Scegliere non è facile. Bisogna orientarsi. Ad aiutare i maturandi in questa impresa, in Toscana, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha deciso di offrire un servizio 2.0 attraverso tutti i canali possibili del digitale. L’orientamento ai tempi dei social diventa on demand. In occasione della diciottesima edizione della “Scuola estiva” di orientamento organizzata con luss di Pavia ad inizio luglio è nato sul canale 187 (in Toscana) del digitale terrestre il primo esperimento di TV dedicato 24 ore su 24 a lezioni, incontri, tavole rotonde. A dare una mano all’Università è stata l’emittente GranducatoTV di Livorno: in pochi giorni hanno trasmesso 28 lezioni universitarie, momenti di confronto tra gli esperti, talk show che sono andati in onda anche sul canale livornese.
Una piccola rivoluzione accompagnata dall’uso anche di Facebook, di Twitter e di YouTube dove resta visibile tutto il prezioso materiale utile ai ragazzi. L’esperienza della “Scuola estiva” è nata nel 1999 per sperimentare un modo diverso di fare orientamento: hanno creduto sull’importanza di una scelta meditata e hanno sentito il dovere di guidare i ragazzi a farla. Lo Iuss e il Sant’Anna lavorano insieme da più di un anno, scambiandosi informazioni e “ricette”. Molti ragazzi, grazie a questa iniziativa, hanno messo “piede” (per chi ha partecipato fisicamente) e testa (per chi ha seguito il tutto via digitale), per la prima volta nel mondo universitario scoprendo i corsi di formazione e l’ambiente. Nei giorni della scuola i ragazzi hanno potuto vedere dibattiti sull’agricoltura e sulle innovazioni che la riguardano, sulla ricerca genetica, sulla filosofia della mente o sugli ambienti virtuali.
Il panel dei relatori che hanno dato vita a questa iniziativa reale e virtuale ha visto protagonisti docenti e ricercatori del Sant’Anna, della Normale e del federato Iuss di Pavia mentre i partecipanti alla manifestazione sono stati individuati partendo da un bacino di circa mille candidati segnalati dalle scuole che frequentano e selezionati sulla base di parametri che, accanto alla valutazione dei risultati scolastici, affiancano quelli del profilo personale dello studente. Una “full immersion” che ha permesso a 180 studenti di stare a stretto contatto con il mondo universitario attraverso il carattere di residenzialità della proposta.
Dietro questa iniziativa c’è una filosofia importante: il Sant’Anna non vuole fare marketing, promuovere il proprio ateneo ma è convinto che la scelta universitaria non debba essere presa senza conoscenza, senza sapere bene quale sarà il percorso che si dovrà affrontare. Un modo serio e intelligente di affrontare la mortalità scolastica che si registra sempre più dopo il primo anno in ateneo. Una risposta per andare incontro anche alle imprese che sono sempre più costrette a cercare addetti per alcune specialità fuori dall’Italia.