Gli atenei, supportati da investitori privati, riversano milioni di dollari in nuovi edifici dallo stile ingegneristico, innovativo e ad alta tecnologia, ispirato agli spazi minimal del garage e della fabbrica
L’archetipo di tutti i campus è il building 20 del MIT di Boston. Questo labirinto di uffici, assegnati ai ricercatori provenienti da tutta l’università, era stato costruito più di mezzo secolo fa. L’edificio è stato demolito nel 1998, sostituito da un nuovo immobile ideato e realizzato dall’architetto canadese Frank Gehry, divenendo una delle importanti strutture del campus. Gehry e il suo team si sono ispirati a diversi stili, tenendo sempre come punto di riferimento la luce del sole, da sfruttare anche nelle zone di transizione come i corridoi e le scale. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che nella produzione di idee creative gli spazi all’interno dei quali ci si muove sono fondamentali.
In molti dei nuovi edifici creati nei campus l’aspetto è prevalentemente industriale, pensato per creare ampi spazi. È molto facile trovare uffici con una porta del garage e una stampante 3D all’interno, piuttosto che librerie in legno e classi chiuse da una porta. C’è più probabilità di ritrovarsi con i coetanei in una tavola rotonda che andare in una sala conferenze con 100 posti a sedere. Si passa dalle tribune delle palestre ai divani.
L’arredamento è spesso su ruote, in modo che i gruppi di lavoro possano riorganizzarlo come preferiscono.
L’Istituto di Design presso la Stanford University è un modello per molti: sul suo sito web, ad esempio, si possono trovare le indicazioni per la costruzione di una lavagna z-rack. Scale e corridoi sono ampi e spesso l’illuminazione è del tutto naturale, incoraggiando le persone a incontrarsi tra i vari impegni della giornata, nella speranza di avere una “collisione” creativa, dato che l’esposizione alla luce naturale contribuisce a migliorare le prestazioni sul posto di lavoro. Tutto è pensato per il corpo nell’ambiente, è molto più di prendere appunti in classe: la necessità di spostarsi, fare le scale per andare alla toilette o andare alla ricerca di un caffè è concepita in modo da vivere pause rilassanti per lasciare svagare la mente.
Le motivazioni per la costruzione di questi edifici sono molteplici: i datori di lavoro sono insoddisfatti della preparazione dei laureati, gli studenti sono infelici con metodi di insegnamento obsoleti, e i college vogliono attirare gli studenti post-laurea le cui idee potrebbero tornare utili nel campus. Così le università di tutte le dimensioni, sia pubbliche come Wichita State, University of Utah, University of Iowa, sia private come Cornell, Northwestern e Stanford hanno cominciato a pianificare strutture di questo tipo. I primi tre edifici del campus di 12 acri della Cornell Tech su Roosevelt Island non apriranno fino al prossimo anno, ma la loro struttura sta già diventando visibile. Uno studio sarà la prima cosa che i visitatori vedranno passeggiando dalla metropolitana o dal tram lungo Tech Walk. E’ stato costruito con una donazione di 100 milioni di dollari della Bloomberg Philanthropies. Una scala scultorea si protende provocatoriamente dal lato dell’edificio, progettato per incoraggiare gli studenti e i docenti a prendere le scale per accedere al loro spazio di lavoro al posto del più breve percorso in ascensore. Design contemporaneo e innovativo aiuta le persone. “Essere in grandi spazi interattivi incoraggia ed espande il pensiero creativo, pur essendo in una piccola stanza” ha detto Dan Huttenlocher, fondatore e vice decano alla Cornell Tech.
Il campus dell’Università dello Utah offre invece camere cubbylike con un letto built-in, scrivania e TV. Una variante è il loft industriale con posti letto con una impostazione comune con cucina, soggiorno e bagno, oppure stanze più tradizionali singole o doppie. I diversi piani dell’edifico hanno tematiche diverse: uno per i giochi e media digitali, uno per l’avventura, uno per il disegno e le arti, una per l’impatto globale e sostenibilità. Il piano terra ha laboratori attrezzati con stampanti 3D, taglio laser e altri prototipi innovativi. I laboratori sono a disposizione di chiunque frequenti l’università ed è gestito da studenti lavoratori. “L’edificio non ha classi formali, e nemmeno gli uffici della facoltà o del personale sono classici” , conferma Troy D’Ambrosio, direttore esecutivo dell’istituto. I monolocali Lassonde sono stati chiamati così dopo che un uomo d’affari canadese, Pierre Lassonde, ha donato come somma iniziale 7 milioni di dollari per la costruzione (lui e la sua defunta moglie, Claudette MacKay-Lassonde, sono ex allievi di Utah). I costi di costruzione complessivi ammontano a 45 milioni di dollari e la maggior parte sono stati finanziati dai ricavi degli affitti degli studenti. I costi delle stanze per l’anno accademico per una doppia sono di 6.830 dollari, una tripla con soppalco arriva a 9.135.