Pokémon Go, un’app che non ha bisogno di presentazioni e che ha avuto tra le altre forze, quella straordinaria capacità di aggregazione delle persone nel modo che sembrava più inusuale. Attraverso un gioco, ma nella vita vera; con milioni di persone di tutti i continenti che si incontrano, come non avevano mai fatto prima, con i loro vicini per catturare un mostriciattolo virtuale. Tra le tante “lezioni” che può darci Pokemon Go, credeteci o no, è possibile trarne una anche per il mondo dei pagamenti.
1. Tenere gli utenti sull’app
Tutti coloro i quali hanno sviluppato mobile wallet, si sono scontrati con un problema: ovvero quanto spesso i loro utenti utilizzano l’app una volta scaricata. Lo stesso problema che ha avuto l’industria della carta prepagata per anni. Con le app che si sono trasformate in portafogli digitali, che di fatto funzionano come una prepagata, presupponendo una ricarica per iniziare ad utilizzarli, il problema si è acuito. L’utente scarica il wallet, effettua una prima ricarica, lo prova “per curiosità” e poi lo dimentica in qualche angolo dello smartphone. L’incentivo al riutilizzo e ad una nuova ricarica spesso è molto basso. Anche perché anche i migliori, Apple Pay/Wallet, Android Pay, Samsung Pay dal tempo dei loro rispettivi debutti hanno fatto ben poco in termini di sviluppo di funzionalità più avanzate come scontrini digitali anche per acquisti in-store. Un problema, quello dell’utilizzo continuativo, che di certo non vive Pokémon Go. È troppo presto per dire quanto il gioco sarà popolare tra 6 mesi, ma di certo la sua natura addictive non è un segreto per nessuno, con una media di 43 minuti in più per utente spesi sul gioco di Nintendo rispetto a Snapchat e Whatsapp. E Niantic, l’azienda che lo produce, ha già annunciato il rilascio di nuove funzionalità per mantenere attiva e attenta la propria base utenti. La stessa ambizione di engagement crescente e centralità, quantomeno nella vita finanziaria degli utenti, è quello cui ambiscono tutte le banche e le fintech.
2. Pensare alla banca come a un gioco
Il vantaggio delle banche, lo abbiamo detto più volte, è quello di avere già una base clienti solida da cui partire e una base di app installata. La barriera download dunque è già superata, il problema è come far sì che i clienti accedano all’app più volte nell’arco di una stessa giornata. In questo senso obiettivi crescenti legati al gaming, e con incentivi legati ad azioni non soltanto di pagamento, costituiscono un ottimo esempio di come le banche e le fintech abbiano bisogno di costruire ecosistemi digitali che ruotino su logiche social, come ad esempio interazioni con gli altri clienti della stessa realtà.
3. Assicurazioni e premium
In Russia, Sberbank sta offrendo una copertura assicurativa gratuita contro gli infortuni per i tanti giocatori. Con la diffusione capillare dell’app che permette di catturare i famosi Pokémon con il proprio smartphone, sono tante le persone che sono state investite da auto o che hanno avuto altri incidenti. Proprio da questo problema Sberbank ha offerto questo servizio assicurativo per permettere ai giocatori di concentrarsi pienamente sul gioco. In più la banca sta cercando di attirare la gente all’interno delle proprie filiali durante l’orario d’ufficio grazie a strumenti “lure” che attirano i Pokemon. Un’altra lezione che Pokémon Go ha insegnato ai wallet riguarda l’importanza degli acquisti in app. I gamers sono disposti a spendere in app per migliorare la propria esperienza. Le logiche freemium e premium possono essere replicate dai wallet? È una proposizione che può avere i suoi rischi, ma l’idea di rendere a pagamento le funzionalità più di valore e introdurle progressivamente all’interno delle app, come in una logica a livelli, farebbe sicuramente aumentare gli accessi ripetuti al wallet per scoprire di volta in volta le opportunità presenti. Così come includere le azioni e promozioni di co-marketing all’interno dell’app con i propri partner, presentandole appunto come opportunità di livelli superiori.
4. Usare la community
Non è un caso che anche app social come Snapchat stiano lavorando per sviluppare ed aggiungere nuovi contenuti e funzionalità alla sezione Discover che è dedicata alle pubblicazioni di terzi per aumentare il social engagement. Ricordiamo che non a caso Snapchat è già collegato alla funzione Snapcash, per pagamenti e trasferimenti di denaro tra utenti e presto shopping immediato tramite l’app. I marchi di moda, e non solo, sono già sull’attenti per adattarsi alla novità ed ai cambiamenti che comporterà nella community, soprattutto perché utilizzata da millennials che apprezzeranno sicuramente il tasto Buy Now per fare acquisti in-app. E se i social diventano banche (o quantomeno wallet), perché le banche non posso diventare social?