Il nome, Aristotele, suggerisce subito l’origine greca. Il cognome, Onassis, è diventato ormai un modo di dire quando si vuole indicare una persona dall’immensa ricchezza. Un uomo, un mito, un pezzo di storia e di costume dell’Occidente. Aristotele Onassis nasce a Karataş, un quartiere di Smirne, il 20 gennaio del 1906.
Ha due sorellastre, avute dal padre in seconde nozze dopo la morte della prima moglie. Vive la sua infanzia in Turchia e studia nella scuola evangelica di Smirne. È costretto, però, a lasciare la sua città natale quando è ancora molto giovane a causa della guerra turco-greca. Nel 1922 la sua famiglia perde tutto. E così, ancora adolescente, Onassis si trova ad essere imprigionato e torturato e a essere indotto a partire per l’Argentina. Il primo lavoro che ottiene a Buenos Aires è quello di telefonista. Presto, però, decide di diventare un imprenditore e sceglie il tabacco come strada. La sua prima attività in proprio è quella di commerciante. Il tabacco gli porta subito grandi guadagni, 100 mila dollari in due anni. Ma è solo una passione provvisoria. Le navi sono il suo principale interesse. E Onassis comincia da subito a costruire la sua flotta, quella che l’avrebbe reso uno degli uomini più famosi e più discussi al mondo. Nel frattempo, negozia un accordo commerciale con l’Argentina per conto del governo greco e nel 1928 diventa console generale. A 25 anni possiede già un milione di dollari.
La prima flotta targata Onassis
È il 1932 quando Aristo compra le sue prime navi da un’azienda canadese in bancarotta. La sua flotta è fatta di navi merci, ma Onassis fiuta l’affare del petrolio. Compra delle petroliere e si lancia nel commercio dell’oro nero. Grandi aziende come Mobil, Socony e Taxaco raggiungono con lui degli accordi e di fatto le sue navi diventano i mezzi privilegiati per il trasporto del greggio a basso costo. Il segreto della flotta di Onassis è la bandiera di Panama che permette alle navi di spostarsi senza l’onere delle tasse e di assicurare comunque al loro proprietario un notevole margine di profitto. Nel frattempo Aristo si sposa (per la prima volta). Nel 1946 sua moglie Athina Livanos ha soli 17 anni, ma è la figlia di un importante armatore, Stavros G. Livanos. È un matrimonio d’affari, ma nascono due figli, Alexander e Christina. L’unione è presto segnata dall’infedeltà ed entro pochi anni i due si separano. Prima che il divorzio venga ufficializzato, Onassis incontra la sua seconda compagna, la cantante Maria Callas. Onassis ricorderà così quei momenti: «C’era una naturale curiosità. Dopo tutto eravamo i più celebri greci viventi al mondo». I due non si sposano, ma la loro unione va avanti per anni.
Ma qualcuno se ne accorge
Nel 1953 Onassis comincia ad acquistare delle quote della Société des Bains de Mer del Principato di Monaco. All’inizio i rapporti con il Principato sono buoni. Poi, però, una differenza di visioni sul futuro di Monaco, in particolare sui progetti di costruzione di hotel, porta l’armatore greco e il principe Ranieri a rompere. Fino a che Onassis è costretto da una sentenza della Suprema Corte a vendere le sue quote della società allo Stato per 9,5 milioni di dollari. L’armatore lascia Monaco nel 1967. Ma i suoi problemi con la giustizia non rimangono confinati alla Costa Azzurra. Anche nel resto del mondo i suoi affari sono sorvegliati speciali.
Nel 1954 l’Fbi indaga sul magnate delle navi e lo accusa di frode nei confronti del governo americano. Onassis ha stretto un accordo con il re dell’Arabia Saudita per il trasporto del petrolio andando contro gli interessi degli Stati Uniti che avevano un monopolio con l’Arabian-American Oil Co. Onassis viene condannato a pagare un risarcimento di 7 milioni di dollari. Tra il 1950 e il 1956, Onassis sperimenta anche la caccia alle balene lungo la costa del Perù. Ma è un vicolo cieco che lo porterà a cedere il suo business a una delle maggiori compagnie giapponesi in quel settore. Nel 1968 tenta di avviare un affare con il governo greco che poi si rivelerà un parziale fallimento. Dopo aver a lungo corteggiato il primo ministro greco dell’epoca, il colonnello George Papadopulos, il suo progetto Omega viene bocciato e viene avviata una collaborazione del governo greco con uno dei suoi concorrenti, Niarchos, ben visto dai militari.
Dal mare al cielo
Nella storia di Artisto sembra, però, che le alternative di business non manchino mai. E così nel 1956 dà il via a una compagnia aerea, Olympic Airways, che ancora oggi è attiva sotto il nome di Olympic Air e fino al 2009 è stata la compagnia di bandiera greca. «Era sposato con il mare, ma Olympic era la sua amante. Avrebbe speso tutto il denaro che guadagnava in mare con la sua signora nei cieli», ha detto di lui Paul Ionnidis, dirigente in Olympic Airways. Onassis rimane a capo di Olympic fino al 1974, l’anno prima della sua morte. È un’epoca d’oro per i suoi affari dal punto di vista dei guadagni e dell’avanzamento tecnologico. Olympic arriva a trasportare 2,5 milioni di persone all’anno e ha più di 7.300 dipendenti. Onassis possiede azioni di numerose compagnie in tutti i continenti. I suoi investimenti non riguardano solo i trasporti, ma anche l’oro, l’indistria chimica, e il settore immobiliare. Alla sua compagnia aerea dedica anche un grattacielo a Manhattan, l’Olympic Tower. Tra i suoi possedimenti anche altri edifici di prestigio, un panfilo lungo 99 metri chiamato Christina O, conti bancari disseminati in 217 istituti nel mondo e un’isola greca, Skorpios, che oggi ospita la sua tomba.
Sposa l’ex di Kennedy (ma ama sempre la Callas)
Dopo la relazione con Maria Callas nella vita di Aristotele Onassis arriva una presenza ingombrante. Una donna già nota per essere stata la first lady degli Stati Uniti d’America, Jacqueline Bouvier Kennedy. I due si sposano il 20 ottobre 1968 sull’isola privata di Aristo. Tante sono le chiacchiere riguardo a questa unione. Si dice che Onassis abbia pagato 3 milioni di dollari la sua futura moglie perché con il matrimonio avrebbe perso il diritto di riscuotere il fondo fiduciario di John Fritzegrald Kennedy. I due firmano anche un accordo che avrebbe lasciato ingenti capitali a Jackie O in caso di morte dell’armatore greco. Onassis muore il 15 marzo 1975 all’età di 69 anni. Jackie l’aveva abbandonato da un po’ e lui si era avvicinato di nuovo al suo grande amore, Maria Callas: «Dovevo sposare la Callas, Jackie è vuota, fredda, superficiale», dice. Nel suo libro Greek Fire, Nicholas Gage racconta che la perdita della voce della Callas e le tragedie personali di Onassis avevano reso più profondo il loro legame.
Cosa resta. L’altra Onassis
Nel 1975 Onassis riceve l’ultimo regalo da Maria, una coperta di cashmere Hermes da usare in ospedale. Ma quando muore a causa della miastenia in Francia, al suo capezzale non c’è nessuno. Il 45 per cento della sua eredità finisce in una fondazione intitolata al figlio Alexander, morto in un incidente aereo nel 1973. Tra i compiti della fondazione Alexander S. Onassis Public Benefit Foundation anche la promozione della cultura greca. Il restante 55 per cento degli averi del magnate va alla figlia Christina. Anche Jackie ottiene una somma importante, 10 milioni di dollari secondo alcuni, 26 secondo altri. Oggi quello che rimane del patrimonio di Aristotele Onassis è nelle mani della nipote Athina, figlia di Christina che si è tolta la vita nel 1988. Athina è perciò una delle donne più ricche al mondo con un patrimonio che si aggira intorno ai 2,5 miliardi di dollari.