Per fare startup non è necessario trasferirsi in Silicon Valley. Ma se decidete di farlo, allora siate preparati. Non è la terra promessa
Per fare startup non è necessario trasferirsi in Silicon Valley. Ma se decidete di farlo, allora siate preparati. Non è la terra promessa, né il luogo dove chiunque può avere successo. La Silicon Valley, al di là della mitologia alimentata dai media, è un posto dove si concentrano molte opportunità e bisogna essere pronti per sfruttarle al meglio.
Già un paio di anni fa Sramana Mitra, imprenditrice e consulente strategico in Silicon Valley dal 1994, scriveva un articolo per l’Harvard Business Review dove rispondeva ai tanti che nel corso degli anni le avevano chiesto se valeva davvero la pena trasferirsi nella Valley per fare startup. «Non è una domanda inutile», diceva, «Steve Case», il fondatore della multinazionale dei mass media American Online, «sostiene che è possibile costruire startup di prim’ordine fuori dalla Valley. Maxwell Wessel», ricercatore del Forum for Growth and Innovation si affida ai dati e «sostiene che le aziende raccolgano finanziamenti più velocemente, abbiano maggiori possibilità di essere acquisite e di sopravvivere nel lungo termine se si stabiliscono nel nord della California. La mia opinione a riguardo è che se avete intenzione di trasferirvi in Silicon Valley» fatelo con consapevolezza. È un luogo estremamente costoso e la competizione tra le startup che non hanno alle spalle dei grossi venture capitalist può essere anche brutale. E «troppi imprenditori sottovalutano questi fattori».
E’ possibile costruire startup di prim’ordine fuori dalla Valley?
La Silicon Valley non è il posto dove procedere per tentativi ed errori. È meglio arrivarci quando la startup ha già un modello di business valido, dei ricavi e un buon seguito. «Aspettare di essere oltre la primissima fase di startup può avere senso», scrive Mitra. In particolare, presentarsi in Silicon Valley con un’azienda già solida può essere importante per ottenere dei finanziamenti. In un articolo pubblicato a giugno su Linkedin sempre Sramana Mitra porta l’esempio di un’azienda che fornisce servizi cloud per un’entrata mensile al di sotto degli 80.000 dollari.
Se un’azienda del genere si trasferisce in Silicon Valley in fase seed stage ha poche possibilità di attrarre finanziamenti venture capital. I venture capitalist cercano qualcuno che abbia numeri più alti. È vero che l’abbondanza di capitali nella Valley ha dato la possibilità a tante aziende appena nate di andare avanti, ma il rischio è di restare incagliati nel series A crunch, ossia avere la possibilità di sopravvivere per un paio d’anni grazie a dei finanziamenti seed stage, ma non riuscire mai a sfondare davvero. Lo spiega bene il giornalista David H. Freedman su Inc.com: «si continua a sbattere la testa contro un muro – quel milione o più di finanziamenti venture capital che servirebbero per sviluppare nuovi servizi e passare alla fase successiva non si trovano da nessuna parte». E qui si torna alla raccomandazione iniziale: non andate in Silicon Valley per sperimentare, arrivateci con un’azienda già in qualche modo matura.
Se avviare una startup nella città dove vivete vi sembra davvero improbabile, potete considerare l’idea di trasferirvi in una città degli Stati Uniti meno competitiva della Silicon Valley. Boston, per esempio, è la città dove Perfecto Mobile, azienda israeliana che offre una piattaforma cloud dove trovare strumenti e soluzioni per testare, ottimizzare o costruire app mobile, ha scelto di stabilire la propria attività. Tra i vantaggi, scrive Mitra, «meno competizione per i talenti», un aspetto da non dimenticare se oltre ai finanziamenti si cercano anche bravi professionisti da assumere.
Altre aziende scelgono l’Arizona o il distretto di Chennai, in India. Freshdesk, che produce software per migliorare il servizio clienti delle aziende, ha scelto il Chennai e vi è rimasta anche dopo aver raccolto 6 milioni di dollari di finanziamenti e fidelizzato 10.000 clienti in tutto il mondo. In questo modo ha mantenuto bassi i costi fissi e «si gode» un ambiente dove «c’è meno competizione per i talenti e per i finanziamenti».
Il Montana è una valida alternativa se si vogliono mantenere i costi bassi, un’alta qualità della vita e avere poca competizione. Oppure lo Utah, che di recente sta vedendo proliferare un buon numero di startup e ha il vantaggio di essere in grado di attirare capitali, anche dalla Silicon Valley.
Se alla fine approdate in Silicon Valley e siete preparati – con una solida strategia di investimento, un modello di business valido, dei numeri che giocano a vostro favore – allora state certi che verrete inondati di finanziamenti, non importa da dove venite. Se avete già lavorato alla vostra startup con successo in Arizona, Utah o India, e offrite un vantaggio competitivo sostenibile, allora, sarete apprezzati.
L’importante, conclude infine Sramana Mitra, è che non prendiate una decisione affrettata sulla base di ciò che avete sentito sui media e senza capire davvero cosa comporta trasferirsi in Silicon Valley. E comunque, «sappiate che potete avere successo tranquillamente anche da qualsiasi altra parte».