Una call (e 5 milioni, che potrebbero diventare 10) per 8 startup che progettano le città e le imprese del futuro. I “challenge” dello smart manufacturing e la proposta del prof. Guida (Gala Lab) per consolidare l’ecosistema italiano: «finanziare le startup con i fondi pensione»
Le città intelligenti non sono fantascienza e sono decine, oramai, le startup che in Italia se ne occupano. Un trend in crescita, quello dello smart manufacturing, che non è solo digitale ma soprattutto tecnologie abilitanti. Un settore sul quale punta subito 5 milioni un nuovo “corporate venture accelerator” tenuto a battesimo a Roma pochi mesi fa, Gala Lab.
Cos’è Gala Lab
A Gala Lab partecipano 4 soci: al 46% il gruppo Gala, leader nella fornitura di elettricità alla pubblica amministrazione, Lazio Innova, l’agenzia unica per l’innovazione e le startup della Regione Lazio, che detiene circa il 36%, il Tecnopolo tiburtino (4%) ed European Investors, il gruppo di business angels guidato da Nicolò Marzotto, che partecipa al venture accelerator con una quota di circa il 14%. Amministratore delegato di Gala Lab è l’economista Roberto Guida, già Responsabile economico all’Eurispes e docente di discipline economiche e finanziarie alla Lumsa e all’Università Internazionale di Roma.
7 sfide per le città e le imprese del futuro
Per il nuovo ecosistema dello smart manufacturing italiano Gala Lab individua 7 aree, i cosiddetti “challenge”:
1. energy (accumulo, rinnovabili, distribuzione);
2. factories (facility management, advanced automation, smart planing);
3. building (distretti urbani a bassi consumi, architettura sostenibile e materiali, domotica);
4. environment (sicurezza del territorio, rifiuti, gestione risorse idriche);
5. mobility (auto elettriche, mobilità urbana, logistica last-mile);
6. tourism (arte e cultura, mobilità turistica);
7. health (soluzioni b2b per privati e aziende sanitarie, tecnologie biomedicali).
Le Pmi possono aiutare le startup
Cosa è stato fatto e cosa ancora si può fare? Secondo il professor Guida, in Italia «nell’ottica di investitore è stato fatto tanto, anche l’introduzione delle “Pmi innovative” da promuovere come strumento alternativo di innovazione». E poi, «è stato riconosciuto un ruolo agli incubatori-acceleratori qualificati».
Sul da farsi l’Ad di Gala Lab è realista, ma ottimista: «C’è molto da fare – dice Guida – per alimentare un sistema di offerta di fondi qualificati (venture capital, accelerator, angels, ndg)».
Come far crescere l’ecosistema
Quello delle startup attualmente è ancora un ecosistema molto piccolo per l’Italia, dove i circa 100 milioni investiti nel 2015 diventano piccolissimi in confronto a quanto investito in Germania, che ha investito circa 3 miliardi. Un’enormità: 30 volte di più quello che è girato nel nostro paese.
Ma ci sono ottime premesse perché la musica inizi a suonare diversamente nel 2016.
Restando a Roma, alla Startup Europe Week è arrivato un annuncio molto importante, di quelli destinati a cambiare con un gran segno più l’intero ecosistema startup italiano: 100 milioni. E’ il mega fondo annunciato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Tradotto: una regione mette quest’anno quanto nel 2015 ha fatto tutto l’ecosistema italiano.
Ma si può fare di più. Per incentivare davvero il mercato delle startup in Italia, Roberto Guida lancia anche un’idea che racchiude in sé una piccola “forzatura”, ma a fin di bene: «si potrebbe disporre con un intervento normativo che una minima parte del portafogli dei fondi degli investitori di lungo termine (assicurazioni, fondi pensioni, ecc..), anche indirettamente, sia destinato al finanziamento delle startup».
Video: Come funzioneranno i 100M per le startup del Lazio
Lo smart manufacturing in Italia
10 anni fa le startup attive nello smart manufacturing erano appena 3, triplicate poi nel 2009 e arrivate a 30 nel giro di altri 3 anni. Lo smart manufacturing non solo immagina le città del futuro, ma mette a disposizione di ingegneri, sviluppartori, designers e piccole-medie imprese un patrimonio enorme. Un patrimonio di idee e conoscenze che per la prima volta diventano anche rete. Una rete di imprese vera. Si chiama Gala Smartnet, a sua volta parte del più ampio programma “Smile” (Smart ideas for life enchancement). L’ambizione non è affatto nascosta: creare un ecosistema dell’innovazione aperto, orientato alla progettazione e allo sviluppo di città e territori intelligenti. E’ quello che Guida definisce un modello “a doppia gamba”, venture accelerator, da un lato, e rete d’impresa, dall’altro.
La call
Ma come saranno fatte le città e le imprese del futuro? In Italia saranno certamente immaginate e costruite dalle eccellenze, che Gala Lab mira a trovare e far crescere. Come? Senza grant a pioggia, ma con un percorso di selezione e accelerazione di startup mirato a farle crescere e andare presto sul mercato. Ad accedere ai 5 milioni del fondo (che potrebbero raddoppiare con l’eventuale concorso di Invitalia Ventures) saranno, infatti, solo 8 startup. La call for ideas si chiude il 29 febbraio.
Aldo V. Pecora
@aldopecora