Che non vuol dire che siano le migliori nazioni in cui fare startup: la classifica è stata stilata per capire chi meglio ha adottato le politiche a favore delle neoimprese volute dallo Startup Manifesto del 2013
Non riguarda i capitali. Non riguarda la propensione agli investimenti o la capacità di fatturare le aziende. Ci sono cose che non rientrano, non appieno, nelle potenzialità di un policymaker. Eppure che l’Italia risulti la seconda nazione in Europa ad aver meglio adottato le politiche a favore delle startup contenute nello Startup Manifesto del 2013 è qualcosa che dà merito a chi in questi anni in Italia si è adoperato per metterle in campo. Per cercare di costruire un ecosistema europeo, facilitare la nascita e la crescita delle startup. Fare in modo che la burocrazia faccia del suo: facilitare invece che ostacolare le imprese innovative in Italia.
Stando a quanto riportato dallo Startup Nation Scoreboard, strumento di controllo dell’European Digital Forum, think thank sulle startup di Bruxelles supportato dall’Unione Europea che ha promosso lo Startup Manifesto, l’Olanda, UK e l’Italia sono le due nazioni che meglio hanno fatto per applicare le 22 azioni previste dallo Startup Manifesto del 2013. Facilitare la nascita delle imprese, agevolazioni fiscali, contribuire alla creazione di un ecosistema, facilitare gli scambi tra nazioni di talenti, conoscenze. David Osimo, direttore dell’agenzia incaricata per l’indagine sottolinea come «L’Europa nel complesso sta facendo buoni progressi, ma molte nazioni devono andare oltre le parole e le promesse e fare davvero le cose». Ecco, l’Italia non è tra queste. Ed è un buon successo per chi si è adoperato in questi anni per metterle in pratica, su tutti Stefano Firpo, direttore generale per la politica industriale, la competitività e le Pmi al ministero dello Sviluppo economico, e Mattia Corbetta della segreteria del Mise.
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Dallo studio emergono alcuni punti interessanti, che proviamo a riassumere in 5 punti chiave.
- In media, le nazioni europee in due anni hanno applicato il 60% delle azioni previste dallo Startup Manifesto
- Facendo un ranking delle cose fatte, l’Olanda è al primo posto con l’85% delle azioni previste, subito dopo l’Italia con l’82% e il Regno Unito con il 77%
- I progressi migliori si sono avuti nella categoria tought leadership, che potremmo tradurla come spinta culturale sulle startup. 74% in media. Ma che un po’ i governi e le istituzioni abbiano cavalcato l’hype delle startup non è una novità.
- La maggior parte dei membri UE hanno programmi per facilitare l’accesso al credito per startup e Pmi, 69% in media, ma il Belgio ha quelle più favorevoli di tutte (97%)
- Francia, Italia e Olanda hanno i migliori programmi per attrarre talenti dall’estero.
Moltissimo è stato fatto, altrettanto resta da fare. Le politiche da sole non bastano a fare fiorire un’industria. Possono aiutare, e in Italia il fatto che si cominci a parlare di aziende che fatturano, crescono e cominciano a farsi notare in ambito internazionale è buon dato. Le difficoltà rimangono le stesse. Ma almeno abbiamo delle buone policy. Addirittura tra le migliori d’Europa.