Anche l’Italia nei cinque portali di crowdfunding migliori d’Europa secondo un rapporto della Commissione europea, Orange e di altri player dell’innovazione. Si chiama DeRev, l’idea è un 30enne campano: 5M in 3 anni
Buona notizia. Anche l’Italia nei cinque portali di crowdfunding migliori d’Europa secondo un rapporto della Commissione europea, Orange e di altri player dell’innovazione. Si chiama DeRev, l’idea di Roberto Esposito, 30enne campano, startupper dei record: 5 milioni di euro raccolti in tre anni, 1,500 progetti diventati realtà, tra cui la campagna più finanziata in Italia, stando a quello che ha dichiarato il founder a StartupItalia.eu. Il suo portale annoverato nella lista che include il britannico Crowdcube, il francese KissKissBankBank, il tedesco Companisto e lo spagnolo Goteo.
DeRev premiata per usabilità e qualità della community
Un riconoscimento prestigioso per la piattaforma lanciata nel 2013, che premia i risultati che ha saputo raggiungere in questi anni. Tra questi, anche il record della campagna di crowdfunding più finanziata in Italia, che ha raccolto 1 milione e 463mila euro per ricostruire Città della Scienza, il polo tecnologico di Napoli distrutto da un incendio:
«Nel 2013 il Parlamento Europeo, in collaborazione con Microsoft, ci aveva già nominato Digital Democracy Leader, mentre questa volta è stato inaspettato: non siamo stati noi a candidarci nè eravamo a conoscenza dell’indagine in corso sul crowdfunding in Europa» spiega Roberto Esposito, fondatore e CEO di DeRev, a StartupItalia!. Tra i criteri di valutazione, l’usabilità della piattaforma, l’infrastruttura tecnica e di gestione dei fondi, la qualità della community e l’efficacia nel riuscire a mettere in contatto investitori, pubblico e sostenitori.
La classifica è stata stilata da “FACE Entrepreneurship”, progetto finanziato dall’Unione Europea nel programma Horizon 2020 che nasce per offrire strumenti informativi ai giovani che vogliono fare impresa nell’ICT. E il crowdfunding viene indicato come lo strumento ideale per liberare le energie creative e realizzarle: «Lanciare una campagna di crowdfunding è il miglior banco di prova possibile, poiché costringe il team di una startup ad affrontare e confrontarsi con tutti gli aspetti fondamentali per chi vuole fare impresa: dall’analisi e test del mercato alla presentazione efficace del proprio prodotto, dal marketing alle relazioni commerciali e con la stampa, dal finanziare l’early stage al raggiungere ed acquisire i primi clienti.
È qui che viene fuori la capacità di execution, perciò una campagna di crowdfunding di successo è la miglior presentazione per gli investitori a cui si andrà a proporre la propria startup» dichiara Roberto, che attraverso DeRev finanzia idee artistiche e culturali, progetti civici, iniziative no profit e sportive, oltre a tecnologia e startup.
1,25 milioni da Vertis per partire (era ancora studente)
Quando ha trovato il primo investimento (1,25 milioni di euro da Vertis Venture e da Withfounders) era uno studente universitario, in ingegneria aerospaziale. Con l’idea di DeRev ancora su carta (o meglio, su pitch) andava alla caccia di venture e business angel da intercettare e incuriosire. Ma non era uno qualsiasi: blogger di successo e mago dei social era entrato più volte nel Guinness World Record battendo alcuni primati mondiali, tra cui quello per il maggiori numero di commenti a un singolo post su Facebook (560mila): «Non avevo alcuna esperienza imprenditoriale né di lavoro dipendente.
Fino ad allora avevo ideato e sviluppato da solo tutti i miei progetti, ma DeRev era molto più ambizioso e da solo non avrei potuto farlo crescere fino a diventare un’azienda. All’inizio paghi la tua inesperienza, commetti molti errori, spendi più del dovuto, ti concentri su dettagli superflui e sottovaluti i piccoli problemi di gestione quotidiana che alla lunga rischiano di trascinarti a fondo. Ma impari tanto e sei costretto a farlo in fretta, riconoscendo gli errori e risolvendo i problemi dell’azienda senza esitazione».
L’investimento di Digital Magics che compra il 16,5% dell’azienda
Il secondo investitore arriva un anno dopo. Digital Magics crede in DeRev e acquisisce il 16,5% della startup: «È stata un’operazione strategica per aprire una sede operativa a Milano e riuscire a coprire il territorio nazionale. In questo modo, ad un anno dal lancio della prima versione della piattaforma, avremmo potuto testare il nostro prodotto su un mercato più grande ma ancora troppo piccolo, che stavamo contribuendo a creare insieme agli altri operatori del crowdfunding. Il vantaggio più grande del ricevere un investimento è quello di potersi concentrare sul prodotto, sperimentare nuove strategie e costruire valore e reputazione sul brand e sull’esperienza, senza essere costretto a dover fatturare dal primo giorno per poter sopravvivere. L’importante è non credere di poterlo fare per sempre».
«Come si cambia, per non morire»
Canta Fiorella Mannoia in un suo pezzo celebre. Per uno startupper è una necessità, più che per altri: «Ci siamo evoluti tanto in questi tre anni, è cambiata la piattaforma ma soprattutto siamo cambiati noi. All’inizio DeRev era una piattaforma troppo generalista e, oltre al crowdfunding, offriva la possibilità di creare petizioni, live streaming e votazioni per la democrazia partecipativa.
Differenziarsi per migliorare: il focus su creativi e cultura
Adesso DeRev si occupa esclusivamente di crowdfunding, e si è differenziata dai competitor concentrandosi sui progetti creativi e culturali, sulle iniziative civiche, sulle community territoriali e settoriali, e andando a coinvolgere gli stakeholder come grandi aziende ed enti pubblici (come Wind per i progetti sociali e Giffoni Film Festival per quelli artistici)».
La base da cui parte il cambiamento? Il feedback degli utenti: «Mentre il crowdfunding continua a crescere, raggiungendo nuovi settori e coinvolgendo una fascia di utenti sempre più ampia a diversificata, cambiano le esigenze e i comportamenti sia di chi crea che di chi finanzia una campagna. Abbiamo così imparato a conoscere i nostri utenti e scoperto, ad esempio, che molti preferiscono affidarsi ai metodi di pagamento tradizionali come il bonifico bancario piuttosto che PayPal, che si è più propensi a finanziare un progetto se viene realizzato nella propria città o da qualcuno che fa parte della stessa comunità, che molti progetti nascono in Italia ma si rivolgono e vogliono raggiungere un pubblico internazionale, che la consulenza di un esperto è fondamentale per creare una campagna efficace e di grande impatto».
Nel 2014, la startup ha lanciato il ramo d’azienda DeRev Consulting che – parallelamente all’attività di crowdfunding, ma in modo del tutto indipendente – si occupa di realizzare e gestire le strategie di comunicazione digitale e sui social media di brand, personaggi pubblici e politici, tra cui il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il vice presidente della Camera dei Deputati Luigi Di Maio.
Attenti alle false sirene
Di recente ha fatto discutere un suo post che è una denuncia alla deriva di una parte dell’ecosistema delle startup: «Ho scritto in sostanza che ci sono più esperti di startup e consulenti vari che imprenditori veri. In molti casi, chi prova a creare un’azienda e fallisce, dopo un po’ si presenta come “esperto di startup” e te lo ritrovi a fare il mentor o il giudice agli eventi e alle startup competition. Questo per dire che bisogna fare molta attenzione a non lasciarsi illudere da chi vanta grande esperienza e elargisce grandi consigli, se non è riuscito mai a fare nulla di concreto per se stesso. Va bene partecipare agli eventi, specie all’inizio quando bisogna farsi conoscere e imparare a rapportarsi con giornalisti e investitori. Ma quando l’idea si è trasformata in un’azienda, bisogna sedersi e lavorare a testa bassa. Hai stipendi da pagare, clienti e fornitori in attesa, responsabilità verso il tuo team e i tuoi investitori. Quindi poche chiacchiere, che non c’è tempo da perdere».
Giancarlo Donadio