L’idea dei makers romani Pietro Gabriele e Filippo Moroni chiude alla grande la campagna di crowdfunding su Kickstarter. Adesso OLO inizia a correre davvero
Chiedevano 80 mila dollari in crowdfunding su Kickstarter, poi in 7 giorni ne arrivano un milione e alla fine della campagna hanno chiuso a 2.321.811 dollari, con oltre 16 mila backers. Questi i numeri di OLO, la stampante 3D a basso costo (appena 129 dollari) fatta da 2 giovani di Roma, Pietro Gabriele e Filippo Moroni, ed è “The First Ever Smartphone 3D Printer”, la prima al mondo per smartphone.
Tutto inizia alla Maker Faire
ll primo prototipo di OLO ha debuttato nel 2015 alla Maker Faire di San Mateo. «Siamo italiani, ci portiamo dietro la parte bella dell’Italia, ma non il carrozzone dei se, dei forse, dei poi vi faremo sapere», raccontavano The Next Tech, a ottobre 2015, Gabriele e Moroni. «In California 15 minuti non te li nega nessuno, e se in quei 15 minuti conquisti il tuo interlocutore, nel giro di una settimana concludi gli affari. In Italia, l’interlocutore spesso non sa nemmeno di cosa si sta parlando».
Com’è fatta OLO
La stampante è fatta di 7 pezzi e un piccolo motore, alimentato a batterie. Viene interamente sfruttata l’elettronica dello smartphone dell’utente finale, che, attraverso un’app gratuita, può caricare i propri file, gestirli e lanciarli in stampa. Utilizza una tecnologia a fotopolimero, con cui è possibile realizzare oggetti di dimensioni contenute: 7,6 x 12,7 x 5 centimetri. Grazie all’applicazione, poi, si possono condividere le proprie creazioni 3D, scaricare i modelli open source e offrire le proprie capacità progettuali alla community. Quindi oltre a essere la prima stampante 3D tascabile, per smartphone, OLO è anche la prima ad essere social-first.
Così ogni smartphone diventa una stampante 3D
OLO può estendere le funzionalità di oltre 2 miliardi di iPhone, smartphone Android e Windows Phone trasformandoli in una stampante 3D. E’ gestita in cloud e controllata da una app disponibile per tutte le piattaforme. Sul fondo trasparente della stampante, che ha la forma di una piccola scatola in plastica, si inserisce lo smartphone con il display rivolto verso l’alto dopo aver avviato il processo di stampa. All’interno del contenitore si colano le resine speciali di OLO e, una volta sigillato il tutto, si aspetta per un periodo di qualche ora (durante cui lo smartphone, ovviamente, non si potrà usare). La luce emessa dallo schermo del telefono, comandato da un’apposita applicazione, procede a solidificare la resina a strati successivi, finché l’oggetto non è pronto e può essere estratto, lavato e rifinito.
Il designer e l’ex giornalista
Dietro il successo di OLO ci sono il cuore, l’anima e la competenza di Filippo Moroni, designer (ha vinto il Compasso d’Oro), che dal 2000 si occupa di prototipazione rapida. Ha creato Fonderie Digitali, progetto col quale ha partecipato alla Maker Faire Bay Area, ed è appunto il fondatore di Solido 3D, a cui si è aggiunto Pietro Gabriele, che invece è quello che si definisce un “imprenditore seriale”, ha un passato da giornalista e ama definirsi come «quello che rende pratiche le intuizioni».
In questi giorni i 2 makers romani sono in Cina, a Shanghai: il mercato dei mercati per i makers e non solo. E i soldi raccolti? I 2 founders assicurano che verranno reinvestiti nel progetto, per migliorarlo e farlo crescere, e su altri progetti tecnologici che favoriscano la creatività per migliorare la vita delle persone.
Alessio Nisi
@alessionisi