Startup, makerspace e progetti di collaborazione: così la grande tradizione artigianale della regione incontra il futuro
Vetro, oro, argento, vimini, pietra, porcellana e ceramica, materiali che da sempre in Toscana vengono lavorati con cura e dedizione, ovviamente a mano. La regione dalla mille colline ha una lunga tradizione artigianale e per molto tempo questo settore ha trainato l’economia del territorio. Esportatrice non solo di tessuti, ma anche di abiti di alta moda, di opere d’arte e di gioielli in tutta Europa. L’artigianato toscano continua a vivere sulla scia degli antichi mestieri ma lo fa, oggi, innovando e cercando nuove forme espressive. È il luogo dei makers, degli artigiani digitali, dei FabLab e dei makerspace. Ed è il territorio dove far crescere una startup, come è anche emerso dalla terza tappa dell’Open Summit Tour, il roadshow di StartupItalia! in collaborazione con Intesa SanPaolo (QUI cos’è successo a Firenze).
Nei garage e nelle cantine crescono le migliori idee del territorio
La Toscana non è solo terra di Fablab ma anche di grandi collaborazioni. Proprio in questi mesi si sta sviluppando una rete di Fablab, una sorta di network in cui i singoli spazi diventano nodi, mantenendo la propria indipendenza. Ne fanno parte Santa Chiara FabLab, Fablab Contea e Cascina. In ogni caso ecco nel dettaglio i principali spazi per maker in Toscana.
Il FabLab Contea
Nasce in una piccola frazione (circa 2000 abitanti) del comune di Rufina, Contea, in provincia di Firenze, in uno spazio pubblico assegnato dal comune, in condivisione con altre associazioni. Lo scopo del laboratorio è quello di creare un luogo che crei rete di professionalità tra gli abitanti di vari comuni limitrofi (Londa, Rufina, Dicomano) e coinvolga i giovani. Per questa ragione il FabLab ha già iniziato a sviluppare progetti che possano rendere partecipi i ragazzi delle scuole elementari e medie dei vari paesi. Non manca l’attenzione per l’ambiente: qui si sviluppano progetti che promuovono il riciclo e che permettono di rispettare il territorio. Il loro sogno sogno è quello di far diventare il Fablab la biblioteca 2.0, un luogo sempre aperto e disponibile a tutti. Dove oltre ai libri sarà possibile usare macchinari all’altezza dei propri proget, dove realizzare idee o sogni e dove chiunque possa recarsi per studiare, sperimentare, sviluppare e dilettarsi.
Lofo.io
È una comunità di artigiani, creativi e smanettoni che vuole riscoprire il piacere di imparare, creare e divertirsi usando le mani. Lo spazio di coworking nasce come risposta a una serie di domande che si sono poste gli ideatori del progetto: «Mancano gli spazi per le nostre passioni. Vogliamo rinunciare a queste passioni, al posto per il piatto o il computer sul tavolo?». La loro risposta è stata un bel no. Così si sono ingegnati, hanno messo in piedi un luogo che è garage, bottega e cantina per tutti. Una bottega condivisa dedicata al faidate ed all’artigianato autoprodotto. Ogni membro del makerspace si attrezza al meglio per sostenere la propria passione: per cui qui è possibile trovare una macchina da cucire e un manichino per chi ama la sartoria, seghe e trapani per chi ama il gioco pesante, trafori e stampanti 3D per gli appassionati di modellistica e così via. Se tutte queste passioni si fondono e gli strumenti di una affiancano l’altra, sarà più facile creare dei canali di comunicazione e vedere la nascita di nuove idee. È questo lo spirito del makerspace.
FabLab Firenze
Nel regno della tradizione artigiana nel 2012, a Firenze, ben ventitré soci hanno dato vita a uno dei primi FabLab italiani. Il laboratorio si trova all’interno di Impact Hub, uno spazio di co-working in cui sono presenti professionisti e piccole imprese che collaborano tra di loro, grazie soprattutto alla policy dello spazio, ovvero la condivisione delle conoscenze, degli spazi delle attrezzature per la fabbricazione digitale.
FabLab Cascina
Il laboratorio Cascina è attivo da marzo 2015 ed è stato fondato da Fiore Basile con l’idea di costruire un nodo toscano all’interno della rete globale dei FabLab. Un luogo in grado di fornire a tutti l’accesso alla conoscenza, tecniche e ricerche necessarie per inventare nuovi oggetti, utilizzando un baglio di strumenti condivisi che consentano alle persone di condividere progetti e di muoversi liberamente tra i laboratori. All’inizio del 2016 si sono trasferiti in un spazio più grande (circa 300 mq), non molto distante dalla precedente sedi, a 10 minuti dalla stazione ferroviaria di Navacchio. Il FabLab, oltre a ospitare la FabAcademy, è una combinazione di due spazi adiacenti, uno ironicamente denominato laboratorio “pulito” e l’altro laboratorio “sporco”. Tradotto: il primo è dedicato ad attività più faticose, più “fisiche”, mentre nel secondo si svolgono attività che hanno più a che fare con l’elettronica. Nel FabLab è presente anche una zona lounge per rilassarsi e godersi l’amicizia dei membri FabLab.
FabLab Pisa
Il FabLabPisa è sia una comunità virtuale, grazie al progetto Leaning Lab nato nel 2007, ma anche e soprattutto uno spazio fisico in cui varie macchine e sistemi di prototipazione rapida vengono resi disponibili a chi vuol veder nascere un prodotto da una propria idea. Il FabLab si rivolge non solo alla comunità dei più preparati makers o ingegneri ma a chiunque creda nelle potenzialità di un’idea e che voglia vederla un giorno convertita in un prodotto finale, anche da vendere. Per questo il FabLab prevede anche una realtà commerciale, con lo scopo di creare un modello di business sostenibile che si inserisca nel territorio toscano ed Italiano. Fondamentale l’attività del laboratorio nel campo dell’educazione e nel supporto alla ricerca, data la stretta collaborazione con l’Università di Pisa, di cui tutti i fondatori fanno parte.
FabLab Rinascimento
Arezzo è terra nota in tutto il mondo per il contributo prestato in passato alla diffusione dell’arte e della scienza. E qui, a Monterchi, a pochi metri dal museo della “Madonna del parto” di Piero della Francesca, nasce il progetto Il FabLab Rinascimento. Ideato da un gruppo di giovani sostenitori della bellezza e della tecnologie, il FabLab è rivolto ad artigiani, ingegneri, architetti, artisti, ma anche studenti, bambini e adulti di tutte le età.
Santa Chiara FabLab
Inagurato l’8 febbraio, il Santa Chiara (il cui FabLab è riconosciuto dalla Fab Accademy, il network del MIT di Boston che mette insieme tutti i laboratori di questo tipo che rispondano a determinati standard a livello mondiale) è una struttura dedicata all’integrazione tra università e mondo delle imprese, un luogo dove gli studenti potranno iniziare a progettare in prima persona, sviluppando così competenze differenti e allo stesso tempo specifiche (le Soft o Transversal skills) che il mondo del lavoro oggi richiede ai laureati di qualsiasi area disciplinare, cercando di formare nuove figure professionali capaci di utilizzare non solo i materiali tradizionali ma tutto un set di strumenti innovativi (come le stampanti 3D, l’elettronica e la sensoristica).
Makers, gli artigiani che vengono da lontano
«Per alcuni Il movimento dei makers ha antecedenti antichissimi» si legge nel Primo Rapporto sull’Impatto delle Tecnologie Digitali sul Sistema Manifatturiero Italiano, presentato a ottobre 2015 dalla Fondazione Make in Italy, in occasione della terza edizione della Maker Faire Rome. «Alcuni lo fanno risalire addirittura, per paradosso, ai primordi della storia dell’uomo: chi inventò il fuoco, o chi fece la prima ruota, non era in fondo un maker? Ma la verità è che si tratta di un fenomeno – si legge nell’introduzione al rapporto – radicalmente nuovo, che poggia su alcune innovazioni indiscutibili. La prima fu essenzialmente culturale: quando nel 2001, al MIT di Boston, un professore di fisica aprì il primo Centro per i Bit e gli Atomi e di conseguenza un laboratorio “dove puoi costruirti quasi tutto”. Non era soltanto nato il primo FabLab ma era stato fissato un principio fino a quel momento mai sentito. Questo: con le nuove tecnologie chiunque può costruirsi quasi tutto. Da solo. O meglio, collaborando in rete con altre persone».