Tra il marzo e l’aprile del 2015 Trump ha acquisito 3.154 domini. Tutto in previsione della cavalcata futura verso la Casa Bianca. Ci sono quelli con parole come “sucks” e “mexican”. Abbiamo analizzato i siti che hanno a che fare con lui. Ufficiali e no.
Partiamo da un documento. Questo. Si tratta di un google doc dove sono elencati tutti i domini che Trump, o chi per lui, ha acquistato tra il marzo e l’aprile del 2015. All’alba di quella che sarebbe stata la sua cavalcata fino alla Casa Bianca. Sono più di 3.000. Anzi, per la precisione sono 3.154 e variano per tipologia, fantasia e tema. Dai possibili insulti, con la parola sucks che ritorna più volte, a quelli utili per la futura propaganda. Scorreteli, ne vale la pena. Qui ne avete qualche esempio:
TrumpIsFired.com
ComplainToTrump.com
TrumpNetworkMarketingFraud.com
IHateTrumpVodka.com
ImBeingSuedByTheDonald.com
TrumpNetworkPyramidScheme.com
NoMoreTrump.com
TrumpMultiLevelMarketing.com
TrumpNetworkFraud.com
DonaldTrumpPonziScheme.com
TrumpNetworkSucks.com
TrumpNetworkPonziScheme.com
TheTrumpNetworkPonziScheme.com
DonaldTrumpSucks.com
TrumpCorporationSucks.com
TrumpOrganizationSucks.com
TrumpVodkaSucks.com
ElectTrump.com
DonaldTrump2012.com
VoteAgainstTrump.com
TrumpArmy.com
TrumpIsHired2012.com
Trump2016.com
Trump2012.com
MakeAmericaGreatAgain.vote
Non è una notizia nuova. Io ne avevo un vago ricordo e, dopo un po’ di ricerche, ho ritrovato il pezzo di Business Insider (in collaborazione con Whoisology) che mi aveva tanto colpito. Ma devo dire che rileggerlo oggi, dopo 18 mesi e una campagna elettorale inaspettata e folle, fa ancora più impressione. Così, in questo dispaccio domenicale, ho deciso di mettere insieme tutti i siti principali che ruotano intorno all’universo di Donald Trump. Ufficiali e no.
Trump candidato e imprenditore, i siti “Ufficiali”
I più importanti, ovviamente, sono due: quello usato da Trump come candidato repubblicano e quello ufficiale della Trump Organization. Dentro quest’ultimo trovate i collegamenti diretti al mondo degli affari della famiglia Trump: dagli hotel ai campi da golf, dalle agenzie di modelle alle aziende vinicole. Link che rimandano ad altri link, che ospitano altri link ancora. Come una matrioska di interessi e merchandising. A seguire, appena nato, c’è il primo sito governativo del nuovo Presidente. www.greatagain.gov, che riprende lo slogan della campagna, già utilizzato in passato (in una forma solo leggermente diversa) da Ronald Reagan. Per chi è interessato a saperne di più consiglio questo sito. Trovate tutte le campagne americane dal 1960 a oggi. Trump, infine, ha anche una fondazione che fa cose meritevoli come questa per i veterani di guerra: www.donaldtrumpforvets.com. (Ma se invece volete fare un altro tipo di beneficenza non vi resta che comprare questi cuscini).
Se volete sapere qualcosa di più sulla “litigation” che riguarda la Trump University questo è un link interessante…
Poi ci sono gli account social: Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat. Persino Reddit. Ma anche un canale video su Youtube e un sito “televisivo” dedicato: TrumpTube Tv. Ma non è finita qui. Su Eventbrite ci sono tutti gli appuntamenti, nel mondo, a tema Trump.
Trumpilation, citazioni e factchecking
In questo ambito bisognerebbe citarne tantissimi. Così ho deciso di segnalarvi solo quelli che, in qualche modo, sono ancora poco noti. Come Come electionrewind.com che, con una costruzione grafica intelligente ripercorre mesi di frasi, accuse, battute. Come se fossero cartoncini di un discorso. Molto americano. Molto bello.
Se invece volete qualcosa di più ordinato, più efficace e meno costruito potete fare una visita in quest’altro sito che, in una pagina dedicata, ha ricapitolato tutte le prese di posizione politiche di Trump. Se non siete ancora soddisfatti, e preferite i video, ecco per voi una vera Trumpilation.
Per chi invece preferisce il fact-checking, oltre a Trump Tracker, piattaforma open pubblicata su github, consiglio Polifact che, nelle sue analisi, ha sottolineato una cosa assai interessante: Donald Trump è stato eletto nonostante abbia detto cose totalmente vere solo nel 4% dei suoi discorsi/incontri. Non male, insomma.
Ultima fermata: “funny”
Ok, volutamente non ho inserito i domini che sono nati per sostenere o deridere Donald Trump e che sono sfuggiti ai suoi acquisti folli durante la primavera del 2015. Sarebbero troppi e mi ci vorrebbe una giornata e altri mille dispacci. Qualcuno, però, ve lo voglio segnalare. Ad esempio i Bikers for Trump, motociclisti incalliti e seguaci entusiasti, o i Citizens for Trump, gli attivisti più estremi e convinti.
Ma ci sono anche quelli che hanno utilizzato l’elezione del magnate per altri scopi. Come Cape Breton, l’isoletta canadese che ha deciso di ospitare chi vorrà lasciare una nazione che non sente più sua. È in Nuova Scozia e sembra figo come posto. Pensateci. O come The Great Trump Escape, la via di fuga organizzata da un’azienda svedese. Ma sono solo la punta di un iceberg molto più grande. Basta cercare, ne troverete a iosa.
Poi c’è la questione del banner. Se non la sapete… beh, è molto semplice. Ad un certo punto, alcuni hacker, hanno dato la possibilità a tutti di scrivere un messaggio di benvenuto nel sito ufficiale della corsa alla Casa Bianca di Trump. Qui trovate una collezione delle migliori scritte.
Questo, invece, era il sito dove si poteva spettinare Donald Trump a colpa di tromba. A febbraio fece davvero il giro del mondo. Ultima segnalazione, non meno divertente, riguarda il “curriculum” del 45esimo Presidente degli Stati Uniti. Con tanto di referenza da parte di Putin. Geniale, per davvero.
@ilmercurio85
P.s. Ovviamente, per fare delle ricerche di questo tipo, ho dovuto togliere il TrumpFilter, creato ad hoc per Google Chrome