E’ ufficiale. Twitter chiude gli uffici di Milano anche se economicamente in salute ma comunque una goccia nel mare di ricavi della casa madre. Licenziati i 17 dipendenti, compreso il country manager
Twitter ha ufficialmente chiuso la sua sede italiana a Milano. L’ipotesi di chiusura della sede di Twitter in Italia l’avevamo anticipata lo scorso 7 novembre. Da quanto è emerso in questi giorni si sa che 17 persone hanno perso il lavoro, fra cui il country manager Salvatore Ippolito. Nel piano di riordino dell’azienda, in grosse difficoltà da almeno un anno, ci sarebbero anche l’imminente chiusura delle filiali in Germania e in Olanda.
Questa decisione fa parte della conseguenze del taglio di 300 dipendenti deciso nel quadro di ristrutturazione aziendale. Da quando il cofondatore Jack Dorsey è tornato alla guida della società, il titolo Twitter ha perso il 40% in Borsa.
Quanto valeva Twitter in Italia?
A guidare Twitter Italia S.r.l. è da aprile 2014 Salvatore Ippolito. Era l’anno uno della sede di Twitter in Italia. Da allora la società è cresciuta. E tanto. Anche se a guardare il conto economico, elaborato per StartupItalia.eu da dalla fintech Modefinance, la sua dipendenza da San Francisco è piuttosto evidente. Qui alcuni numeri che abbiamo evidenziato.
- Per Twitter Italia lavorano oggi 17 persone. La sede legale è Milano. Il suo account Twitter è registrato a dicembre 2013.
- Il bilancio 2015 dell’azienda racconta di una società piccola ma in salute. 3,9 milioni di euro di fatturato. Più 256% sull’anno precedente, il primo d’esercizio, quando era 1,1 milioni.
- I margini della gestione operativa sono stati di 294 mila euro. Con un utile di 292 mila euro, netto di 179 mila.
- I bilanci evidenziano una totale assenza di debiti bancari. Cosa piuttosto scontata visto la pressoché totale dipendenza finanziaria dalla casa madre.
- Modefinance, che di fatto è una società che dà il rating alle aziende, valuta Twitter Italia con una “A”. Il rating delle aziende sane (il rating delle società va in 10 step da “D” il più basso a “AAA” il più alto, ndr)