La regina d’Inghilterra inaugura nuovo centro per la cyber sicurezza, ma intanto vengono potenziati quelli esistenti e il governo stanzia due miliardi di sterline in cinque anni per la difesa informatica
La regina Elisabetta II e il marito, il principe Filippo, hanno inaugurato il 14 febbraio a Londra il Britain’s National Cyber Security Centre (Ncsc), il nuovo centro per la lotta agli attacchi informatici. “I cyber attacchi – ha detto per l’occasione il cancelliere dello Scacchiere (l’equivalente del nostro ministro delle Finanze) Philip Hammond – stanno aumentando per frequenza, severità, sofisticazione… nei primi tre mesi della sua esistenza il Ncsc stato mobilitato per rispondere ad attacchi già in 188 occasioni”.
Nei mesi scorsi era stato reso noto dal governo britannico un prospetto informativo sulle attività svolte dal nuovo centro, che ha aperto i battenti a ottobre. La struttura, diretta da Ciaran Martin, è gestita dal Government Communications Headquarters (Gchq) e ha sede a Londra. Ha compiti prevalentemente difensivi (quelli offensivi restano in capo al Gchq). Si basa su tre pilastri: cooperazione tra pubblico e privato; incrementare le ‘cyber skills’ degli operatori facendo formazione; puntare sulla ‘cyber economy’, puntando in particolare sulle start-up del settore Ict.
Due miliardi di sterline per la cybersecurity inglese
Per raggiungere questi obiettivi il governo del Regno Unito ha quasi raddoppiato gli investimenti nel campo, portandoli a 1,9 miliardi di sterline nei prossimi cinque anni, ha aperto un Centro di cyber security innovation a Cheltenham e a marzo il ministero della Difesa del Regno Unito ha annunciato di voler investire oltre 40 milioni di sterline nella costituzione di un nuovo Cyber Security Operations Centre (Csoc), che difenderà le infrastrutture delle reti facenti capo al dicastero. Il centro dovrebbe nascere presso l‘Information Systems and Services (Iss), che a oggi gestisce tutte le comunicazioni militari, situato nella base di Corsham in Wiltshire.
Entrando nello specifico, Londra intende utilizzare il Ncsc per far fronte al crescente numero delle minacce per la sicurezza e l’economia nazionale nel cyber spazio, attraverso l’instaurazione di una forte collaborazione tra il settore pubblico e privato. Ciò dovrebbe avvenire facilitando lo scambio di informazioni e di know how per reagire ad attacchi ed altri incidenti informatici. La National Security Strategy del 2015 aveva già identificato le minacce informatiche come uno dei maggiori rischi per il Regno Unito.
Gli obiettivi del nuovo centro per la cybersecurity nazionale
Il centro ha quattro obiettivi principali. Deve anzitutto favorire lo scambio di informazioni tra gli attori coinvolti e mettere a disposizione le proprie competenze per affrontare eventuali vulnerabilità sistemiche, sfruttando la sinergia che si verrà a creare tra esperti informatici ed altri esponenti del mondo accademico, governativo e dell’industria. Lavora poi a stretto contatto con questi per ridurre i rischi generali per la sicurezza informatica e si occuperà di rispondere prontamente a incidenti legati alla cyber security nell’ottica di mitigare i potenziali danni per il Paese. Infine ha il compito di fornire soluzioni concrete per migliorare la sicurezza informatica nazionale, specialmente quelle delle infrastrutture critiche.
Il Ncsc inoltre garantisce assistenza e offre consigli agli enti e organismi che ne hanno bisogno; gestisce il Cyber Security Information Sharing Partnership (CiSP), uno strumento che permette lo scambio di informazioni tra organizzazioni e che fornisce un supporto ad hoc ogni volta che se ne ravvisi la necessità.
Fonte: Cyberaffairs