Dopo 2 giorni di sviluppo ininterrotto, scelti i migliori progetti. Idee concrete, pensate per aumentare l’accessibilità delle opere d’arte e della città
Hanno passato giorno e notte alla Microsoft House, tra uno spuntino e le tastiere dei loro laptop. Hanno ragionato, discusso, programmato e messo assieme cinque progetti ognuno diverso dall’altro. Alla fine c’è stato un solo vincitore, lo prevedevano le regole dell’hackathon: ma quella che si è respirata per le 48 ore dei Connected Ability è stata una bella aria.
I team in gara
Abbiamo fatto due chiacchiere con i partecipanti e ci siamo fatti raccontare da tutti loro cosa bolliva in pentola. Alcune idee sono parecchio concrete, come quella del team Voice MarkeTeam: Matteo Bortolazzo, Mattia Ducci, Enea Mwamba, Marco Lopez e Matteo Tammaccaro hanno lavorato a una piattaforma per l’ecommerce che consenta di fare la spesa solo attraverso la voce. Un sistema pensato per sfruttare Cortana e lo smartphone per fare la lista delle cose da comprare, ma anche per dare una mano tra le corsie del supermercato per individuare un prodotto che è stato spostato: una situazione che può mettere in difficoltà chiunque, ma che per un cieco può diventare un ostacolo davvero complicato da superare.
Molto interessante anche il lavoro di Bolopix: i quattro universitari membri del team (Martina Brunelli, Simone Dosi, Gian Maria Lunghi, Fabio Parlascino) hanno lavorato a un audio-gioco. Cassian and The Dragon’s Flame è un’avventura RPG da completare quasi soltanto seguendo l’audio-descrizione: l’interfaccia è ridotta al minimo, accessibile agli ipovedenti, e la voce narrante guida il giocatore tra dungeon, quest e dialoghi con i personaggi non giocanti. C’è un mercato fiorente per questo tipo di titoli: dunque lo sviluppo del gioco potrà continuare e approdare in vendita dopo la fine dell’hackathon.
Più visionaria e immaginifica l’idea di Giacomo Motta e Andrea Napolitano, i giovanissimi componenti del team Beta Wings che hanno creato ImageToMusic: hanno messo assieme un’app per trasformare un quadro o un’opera d’arte in musica, scattando una foto con lo smartphone e lasciando al software il compito di tradurre i pixel in un’onda sonora che interpreti i colori e le loro combinazioni in una vera e propria musica fatta di luce. Un’idea interessante, e che va oltre la semplice spinta all’accessibilità delle opere d’arte per chi non può vederle.
La squadra DuckBills, formata dai due studenti del Politecnico Lorenzo Farinelli e Francesco Guardiani, ha invece pensato a Maier: una app per rendere più accessibile la città, con il contributo da parte di utenti vedenti e non vedenti che segnaleranno lavori in corso, ostacoli, incidenti e punti a cui prestare attenzione quando ci si trova in strada. L’app informa il proprietario del telefonino su come aggirare gli ostacoli, ma è stata pensata per fare anche qualcosa di più: per esempio per raccontare i luoghi più interessanti (POI), una funzione che potrebbe tornare utile a tutti.
I vincitori
Alessio Magonza, Matteo Manzoni, Andrea Mottini, Gabriele Povolo e Luca Tartaglia: sono loro ad aver conquistato il gradino più alto del podio col loro team FreeWay e il loro progetto BI The Way. Un servizio di pubblica utilità che punta a dotare i mezzi pubblici di un piccolo ed economico dispositivo a bordo che segnali in modo puntuale a chi deve salire a bordo, via Bluetooth o via WiFi, quando arriva l’autobus e il treno giusto: pure questa un’idea pensata per consentire a chi non vede di distinguere le linee di trasporto l’una dall’altra, ma che potrebbe risultare utile anche a chi semplicemente si sta muovendo in una nuova città.