Stanziati 50 milioni di euro in più per il triennio 2018 – 2020 per lo sviluppo di nuovi corsi. Il futuro sembra essere nelle mani degli ITS: il punto.
Sono stati stanziati 50 milioni di euro in più stanziati per il triennio 2018 – 2020 per lo sviluppo di nuovi corsi. Gli ITS saranno la nuova strada per offrire ai giovani un’opportunità in più per trovare un’occupazione? Secondo i dati ufficiali, sembrerebbe che la direzione sia proprio quella.
Il paradosso italiano: c’è disoccupazione ma le aziende non trovano le nuove competenze
Il quadro italiano si presenta contradditorio sotto l’aspetto occupazionale. Da una parte i giovani faticano a trovare un lavoro ma dall’altra le aziende hanno difficoltà a reperire persone con le competenze adatte a un sistema produttivo e professionale in continua evoluzione. Va anche detto che il sistema scolastico e universitario italiano offre una buona formazione teorica ma poco pratica. In questo contesto gli ITS, nati nel 2010 per formare tecnici altamente specializzati, sembrano seguire la giusta direzione. A oggi in Italia gli Istituti Tecnici Superiori sono 93. Secondo i dati forniti dal rapporto del monitoraggio nazionale 2017 predisposto da INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa), la Lombardia è la regione con il maggior numero di ITS (18). A seguire ci sono il Veneto, la Toscana, il Piemonte, il Lazio, l’Emilia Romagna (7), la Puglia (6), la Sicilia, la Calabria (5), le Marche, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, l’Abruzzo (4), la Sardegna, la Campania (3), l’Umbria e il Molise (1).
Il successo degli ITS: ecco tutti i dati
Il monitoraggio 2017 analizza i dati dei percorsi conclusi dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015 (quindi realizzati e portati a termine nel corso del triennio 2012-2015), in modo da rilevare i numeri sull’occupazione dei diplomati a dodici mesi dalla conclusione. Sono 97 i percorsi presi in considerazione, attivati da 57 ITS. Secondo i dati, nel periodo di riferimento ci sono stati 1.767 diplomati (il 98,7% degli ammessi all’esame finale), di cui il 79,1% (1.398) ha trovato lavoro entro dodici mesi dalla conclusione. Non solo.