La crescita degli instant payment avrà effetti non solo sulle abitudini degli italiani ma anche su tutto il sistema finanziario, e chi rischia di risentirne di più saranno le banche tradizionali. Lo ha rilevato un studio appena presentato da Deloitte. Secondo la società di consulenza, le banche italiane perderanno entro il 2020 il 29,5% dei ricavi da pagamenti che avevano raggiunto nel 2015. In compenso, la buona notizia è che saranno anche mitigati i costi sociali di un paese oggi ancora molto legato ai contanti e che oggi ammontano a una cifra tra gli 8 e 10 miliardi di euro.
Nei prossimi cinque anni, gli instant payment cresceranno fino a 300 milioni di transazioni, entro il 2024 si arriverà fino a 500 milioni. In questo scenario entra anche la direttiva europea PSD2, che tutti gli stati europei dovranno recepire entro gennaio 2018. Questa direttiva darà all’Unione Europea un insieme di regole di mercato armoniche e integrate, renderà le transazioni per i cittadini europei più trasparenti e nasce soprattutto per favorire la concorrenza l’ingresso di nuovi operatori.
Le banche dovranno aprirsi all’Open Innovation
Come possono reagire le banche per non perdere il treno di questa rivoluzione? Secondo Deloitte non basterà seguire le nuove regole, le banche dovranno evolversi e il modello giusto è quello di «Bank as a platform», con l’istituto finanziario che diventa «player digitale» offrendo servizi attraverso app sviluppate da terzi, la cosiddetta Open Api Banking. Le banche devono offrire servizi digitali in costante evoluzioni, adeguandosi quasi in tempo reale alle esigenze degli utenti, e per farlo non possono che affidarsi aprirsi all’open innovation e affidarsi a soggetti terzi, abituati a tenere il passo del digitale.
Per quanto riguarda la concorrenza e l’ingresso di nuovi operatori, secondo Deloitte gli instant payment in Italia potranno esplodere solo se si ridurrà «l’eccessiva frammentazione dei player». Troppe iniziative concorrenti e non interoperabili tra loro non sono più sostenibili. La chiave è riorganizzare i front end, migliorare l’esperienza dell’utente finale, renderla facile e senza intoppi. Il resto, ovviamente, lo farà il ricambio generazionale degli utenti, sempre più digitali e pronti a usare le app per i propri pagamenti.