Cloud Computing, telemedicina, App e algoritmi di Intelligenza Artificiale segnano il passaggio all’innovazione della medicina. Intanto, Microsoft e Softjam lanciano un sistema per la diagnosi precoce della malattia renale cronica
Il processo di digitalizzazione della sanità sta prendendo piede, pur con un ritardo rispetto al contesto europeo. Le percentuali sono ancora basse ma i cittadini utilizzano sempre di più le tecnologie digitali e le app per tenere d’occhio la loro salute. Anche i medici utilizzano App e tecnologie digitali per comunicare fra di loro o con il paziente e per consultare documenti. Del resto, le linee del percorso di digitalizzazione nella sanità sono ben definite nella ‘Strategia per la crescita digitale 2014-2020’: la tessera sanitaria elettronica, le ricette digitali, le prenotazioni on line e la dematerializzazione di cartelle cliniche e referti medici sono ormai presenti nel panorama sanitario nazionale. Come in quasi tutti i processi d’innovazione, le grandi aziende propongono soluzioni alternative e sempre più tecnologiche. Un esempio su tutte, Microsoft e Softjam, che hanno presentato una nuova soluzione di medicina predittiva: algoritmi di Intelligenza Artificiale e Cloud Computing per la diagnosi precoce nei pazienti a rischio di malattia renale cronica, termine con cui si definisce una condizione alterata di funzione renale che persista da più di tre mesi.
Cloud Computing e algoritmi di Intelligenza Artificiale nella prevenzione delle malattie
Microsoft e Softjam hanno presentato proprio durante l’edizione 2017 di Forum PA il nuovo sistema SJ-CKD (acronimo per SoftJam Chronic Kidney Disease). Lo scopo è di identificare i pazienti cronici asintomatici per migliorare i percorsi di cura e ridurre i costi del Sistema Sanitario Nazionale. La prima applicazione si focalizza sulla malattia renale cronica, in collaborazione con gli esperti nefrologi italiani. Secondo i dati del Ministero della Salute, circa il 10 per cento della popolazione dei paesi sviluppati e in via di sviluppo è affetta da questa patologia. Per Microsoft e Softjam una soluzione in grado di individuare una fase precoce della malattia potrebbe far risparmiare ben 2,5 miliardi di euro in cinque anni. Il sistema SJ-CKD è basato sulla piattaforma cloud Microsoft Azure e – facendo leva su strumenti di analisi come Cortana Analytics e Intelligence Suite – è in grado di normalizzare, caricare e memorizzare informazioni cliniche nel Cloud (compatibile con le normative sulla privacy e le clausole modello Europee). In sostanza, il sistema SJ-CKD permette di centralizzare nel cloud gli esami di laboratorio, usare gli algoritmi di Intelligenza Artificiale per la separazione dei pazienti acuti dai cronici, calcolare un indice di probabilità di evoluzione della malattia, attivare un workflow per la gestione centralizzata del paziente e una app mobile per fornire al paziente gli strumenti per il controllo dell’evoluzione della patologia. Il risultato è uno screening a basso costo per identificare le persone potenzialmente a rischio.
“Spazio a una medicina orientata alla prevenzione”
A commentare è Elena Bonfiglioli, Senior Director, Health Industry Europe Middle East and Africa, Public Sector, Microsoft Corporation: “Far leva sul Cloud Computing e su avanzati strumenti di analisi dei dati in una logica di Artificial Intelligence consente di ripensare la sanità passando da un modello reattivo a un modello proattivo
per dar spazio a una medicina di iniziativa fortemente orientata alla prevenzione.
I vantaggi sono innumerevoli sia in termini di efficacia del servizio al paziente, sia in termini di efficienza del Servizio Sanitario. Siamo convinti che democratizzare l’Intelligenza Artificiale possa contribuire a una migliore efficacia clinica e operativa: rendere le soluzioni sanitarie intelligenti è strategico e il sistema SJ-CKD sviluppato da Softjam è un esempio eccellente di come l’innovazione possa ottimizzare l’identificazione e la gestione di patologie croniche asintomatiche. La malattia renale cronica è in crescita, in linea con il costante invecchiamento della popolazione; diagnosticarla per tempo è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei singoli e ridurre i costi sanitari. Un aspetto prioritario, vista la scarsità di risorse che contraddistingue il Sistema Sanitario Nazionale: ritardare la progressione del danno renale e la dialisi, permetterebbe di risparmiare 2,5 miliardi di euro in cinque anni”. “Da qualche anno – aggiunge Andrea Pescino, Amministratore Delegato di Softjam – stiamo assistendo a una trasformazione della nostra società senza precedenti, guidata da un’evoluzione esplosiva della tecnologia digitale che accelera sempre più e che ci offre possibilità straordinarie. C’è la possibilità concreta di realizzare soluzioni che migliorano la qualità della vita delle persone e che, nel contempo, consentono risparmi importanti al sistema sanitario. Tra queste l’analisi dei dati e la costruzione di algoritmi predittivi sono la strada più interessante e ricca di possibilità”.
La telemedicina come strumento di collaborazione fra medici
Non si può neppure dimenticare la telemedicina, nuova strada nel campo sanitario. Recentemente la Asl 2 Savonese della Regione Liguria ha adottato un sistema di telemedicina basandosi sulla videoconferenza, avvalendosi dell’intervento di Avaya, azienda attiva nelle soluzioni di comunicazione unificata. A commentare è Salvatore Giuffrida, direttore amministrativo Asl 2 Savonese della Regione Liguria: “La soluzione di videoconferenza implementata dalla Asl 2 Savonese con Avaya risponde alla volontà di offrire ai cittadini un servizio sanitario capillare e completo su tutto il territorio. Grazie a questa soluzione è infatti possibile abilitare la telemedicina e offrire da remoto consulti con esperti in discipline mediche non presenti nella struttura locale, in modo che l’equipe che ha in cura il paziente riceva indicazioni dallo specialista nella disciplina richiesta, il quale valida il suo consulto attraverso la firma digitale. In questo modo è possibile evitare la duplicazione dei reparti e dei servizi, intervenire con maggiore prontezza e abbattere ore altrimenti dedicate agli spostamenti da una struttura all’altra per riunioni o consultazioni. L’ulteriore miglioramento che stiamo implementando è di far convergere in questo sistema la diagnostica per immagini: in quest’ottica siamo già riusciti a trasferire la prima TAC; e questa ulteriore estensione darà la possibilità allo specialista consultato di poter offrire il proprio contributo in maniera completa”.
Il medico digitale: i dati
La strada è lunga ma i medici italiani sono sempre più digitalizzati. Secondo i dati forniti dall’osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, sono sempre di più i medici che utilizzano App. Gli specialisti di medicina interna e quelli di medicina generale che le usano per consultare informazioni e linee guida sono rispettivamente il 52% e il 39%; gli specialisti e i medici di famiglia che utilizzano App per consultare copie elettroniche di report rappresentano il 45% e il 32%. Solo il 6% degli specialisti usa le tecnologie digitali per monitorare stati di salute. Un po’ più alta la percentuale per i medici di famiglia: il 16%. Anche WhatsApp sta iniziando a essere utilizzato fra i medici generali. Il 25% lo utilizza in modo frequente per condividere documenti con i propri pazienti, il 15% usa WhatsApp per condividere i documenti con altri operatori sanitari e il 17% riceve materiale multimediale per la valutazione clinica del paziente. WhatsApp viene usato anche per le chiamate vocali o video chiamate: ll’11% lo usa per comunicare on i pazienti e l’8% per confrontarsi con gli altri operatori clinici.
Monitorare la salute tramite App e tecnologie digitali
L’uso crescente di App e servizi digitali fra i cittadini sta segnando il passaggio verso l’innovazione anche nel campo sanitario. Secondo i dati dell’Osservatorio del Politecnico, il 32% della popolazione accede a informazioni sulle strutture sanitarie, il 22% prenota esami e visite on line, il 18% riceve promemoria per controlli medici tramite sms o email e accede ai propri documenti clinici tramite le tecnologie digitali. Inoltre, l’11% paga le prestazioni sanitarie avvalendosi dei nuovi servizi. Le App sono sempre più utilizzate. Il 13% degli italiani le usa per monitorare gli allenamenti o i passi, l’11% le utilizza per mettere alla prova la mente e il 10% le usa per rilevare i battiti cardiaci. Una piccola percentuale (l’8%) usa App per tenere sotto controllo le calorie, mentre solo il 4% per monitorare il sonno.