Esordio difficile per il calcio in streaming. Una macchina da rodare in vista del resto del campionato: per evitare di bissare Lazio-Napoli a singhiozzo
Non è stato l’esordio migliore che si potesse sognare: un bel po’ di sfottò sui social, un po’ di nervosismo tra i tifosi proprio in occasione di uno di quei big-match che dovrebbe tirare la volata al lancio di DAZN. Non tutto è filato liscio, ma era solo la prima giornata: vedremo come andrà il prosieguo.
Finalmente spiegato il mistero della durata delle partite di Holly e Benji… Le trasmetteva #DAZN
— ℒℯℴ𝓂𝒾𝓃𝒶 (@anomaleo) August 19, 2018
Napoli in vantaggio! Gol di Insigne al:
58° se hai Fastweb
59° se hai la Fibra Tim
61° se hai Vodafone
67° se hai Wind.
Grazie #Dazn #LazioNapoli[sempreciro]
— Nadia Rizzo (@nadiarizzo1210) August 19, 2018
Dai alla fine su #Dazn le partite non si vedono poi così male. pic.twitter.com/ub8b2Hclmj
— Mike Ferrajolo (@MFerrajolo) August 16, 2018
DAZN non ci sta
Perform, l’azienda che si è aggiudicata 114 partite dalla Lega Serie A e che ha creato DAZN, affida la replica alle lamentele piovute sui social a una nota per la stampa: ” È stato un buon inizio di stagione per la trasmissione della Serie A su DAZN, l’appuntamento più seguito finora sulla piattaforma a livello mondiale – recita il comunicato – Un numero record di appassionati si è collegato per vedere la propria squadra del cuore cominciare la corsa verso la cima della classifica. Questo è stato un weekend storico per lo streaming di contenuti sportivi, che ha segnato l’inizio di un nuovo modo di guardare lo sport per i tifosi italiani”.
Non tutto è andato per il meglio, comunque: “Sappiamo che sabato sera alcuni utenti, una piccola parte delle centinaia di migliaia di spettatori, hanno registrato delle interruzioni. Siamo intervenuti prontamente e abbiamo risolto la situazione in vista delle partite di domenica sera, la cui trasmissione si è svolta senza particolari problemi”.
La spiegazione più probabile è che DAZN abbia sottovalutato la difficoltà tecnica di servire migliaia e migliaia di appassionati che, ingolositi dal primo mese gratuito, si sono iscritti in massa alla piattaforma e hanno in fretta esaurito le capacità tecniche predisposte. Nell’era del cloud una eventualità remota: ma per predisporre una infrastruttura a prova di buffering occorre impegnare risorse economiche ingenti, oltre a una pianificazione per garantire la copertura nazionale che probabilmente avrebbe richiesto tempi un po’ più lunghi di quelli ristretti a cui sono stati costretti Perform e Sky, dopo che l’assegnazione dei diritti è stata un lungo calvario. A ogni modo, quelli di DAZN sono consapevoli della sfida che hanno difronte: “Complessivamente, il risultato del weekend è positivo. Tuttavia vogliamo continuare a migliorarci e stiamo lavorando per perfezionare il servizio. Adesso siamo concentrati proprio su questo, e stiamo facendo tutto il possibile per offrire ai tifosi la migliore esperienza di visione: un’esperienza accessibile, conveniente e flessibile”.
Questo è’ assolutamente INACCETTABILE @DAZN_IT @DAZN_HELP_ITA #LazioNapoli pic.twitter.com/7hjoaX0MRH
— Roberto Atzori (@RobertoAtzori) August 18, 2018
No, non è Netflix
Quello che hanno potuto sperimentare gli appassionati di calcio in questo weekend è stata una sorta di prova generale: DAZN ha proposto loro un format consolidato, costruito chiaramente “saccheggiando” nelle esperienze precedenti di Mediaset Premium e Fox Sport. Voci note, quindi, inquadrature e scalette familiari. Ciò che cambia è il mezzo: non più digitale terrestre o satellite, ma trasmissione on-demand a mezzo Internet. E qui sono iniziati i problemi.
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Uno dei paragoni più spesso usato per descrivere DAZN è quello con Netflix: ma tecnicamente c’è una differenza significativa con l’azienda regina dello streaming. DAZN lavora su contenuti in diretta mentre Netflix offre un catalogo consolidato. Sfide tecniche molto diverse da affrontare: mentre film e serie TV possono essere codificate e compresse con tutta calma, per ottenere il meglio nel rapporto peso/qualità dello streaming, le partite di calcio devono essere approntate al volo e sono una gran sfida per gli algoritmi a causa dell’uniformità del verde del campo.
Altro aspetto non indifferente è la latenza: per quanto possano essere potenti i sistemi di DAZN, effettuare la ripresa, codificare lo streaming, inviarlo ai server per la distribuzione, e poi ancora da questi ultimi agli schermi degli utenti finali richiede del tempo. Se a questo si unisce, probabilmente, una infrastruttura di distribuzione che non è ancora curata e perfezionata come quella di Netflix (o altri), ecco pronta la tempesta perfetta. E quindi streaming pixeloso, interruzioni, un servizio non all’altezza del superHD che Sky da qualche tempo propone ai suoi clienti.
Cosa accadrà adesso?
Il prossimo fine-settimana ci sarà subito, di nuovo, un banco di prova importante per DAZN: alle 20:30 del 25 agosto ci sarà Napoli-Milan in esclusiva in streaming, altro match che può contare su un bacino di tifosi notevole che potrebbero mettere di nuovo a dura prova i server. Una prova d’appello importante: per ora non si sono visti spot o sponsor particolari su DAZN, dunque è fondamentale riuscire a raccogliere un numero significativo di abbonamenti per garantire la sostenibilità del modello di business.
La conduttrice Diletta Leotta, insieme al direttore Marco Foroni
Se i server non dovessero di nuovo resistere, o se la qualità dello streaming non aumenterà per soddisfare chi è abituato a FullHD o addirittura 4K, certo si alzeranno molti mugugni e staremo a vedere quanti confermeranno l’abbonamento dopo il primo mese di prova. Sono passati 14 anni dal lancio di Rosso Alice, il primo servizio di questo tipo in circolazione in Italia: nel frattempo la tecnologia ha fatto molti passi avanti, sebbene permanga un consistente problema legato al digital divide di cui probabilmente la Lega doveva tener conto quando ha deciso la suddivisione dei diritti TV – assegnandone un 30 per cento a un operatore online, senza fare i conti con lo stato dell’arte della rete del nostro Paese. I clienti poi si sono abituati a una qualità streaming di un altro livello, come il già citato Netflix oppure YouTube, che tuttavia sono entrambi figli di aziende seriamente impegnate nello sviluppo tecnologico e che possono annoverare anni e anni di esperienza nell’ottimizzazione del servizio.
A questo punto a DAZN resterebbero anche un altro paio di opzioni da valutare.
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La prima, più ovvia, è impegnarsi nel corso delle prossime settimane nell’ottimizzazione della piattaforma: mettere in piedi una infrastruttura capace di tenere il passo (magari appoggiandosi a CDN consolidate), e in grado di offrire anche una qualità almeno alla pari con il servizio IPTV che Sky offre ai clienti che sottoscrivono l’abbonamento su fibra. L’altra è di trovare un ulteriore accordo proprio con Sky: bar e ristoranti possono già usufruire delle partite con due canali dedicati via satellite, almeno agli abbonati che hanno acquistato un ticket per DAZN potrebbe essere offerta la stessa possibilità.