Grazie a una fabbrica pilota, costruita in Canada nello stato della British Columbia, la Carbon Engineering può fare una stima dei costi reali del processo di cattura e di riciclaggio dell’anidride carbonica
Gli sforzi di (quasi) tutte le nazioni industrializzate che poi, nel dicembre 2015, avevano sottoscritto l’accordo i Parigi, insieme al rallentamento dell’economia cinese, avevano avuto l’effetto positivo di stabilizzare la curva della crescita dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Sembrava di essere sulla strada giusta. Invece, i dati del 2017 sono arrivati come una doccia fredda. La quantità di CO2 immessa nella nostra atmosfera ha ricominciato a salire.
Il grafico mostra la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera (in miliardi di tonnellate per anno) in funzione del tempo
La fame di energia della Cina e dell’India, che utilizzano molto il carbone, è probabilmente responsabile.
Che fare? Tutti abbiamo ben chiaro che, se vogliamo tenere a bada il riscaldamento globale, occorre agire sulla quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera.
Il controllo dell’anidride carbonica si può ottenere in due modi
1-Evitando di produrla, grazie all’utilizzo di energie pulite che devono diventare sempre più efficienti
2-Catturando il gas già emesso con l’idea di “sequestrarlo” sotto terra oppure di riutilizzarlo
A prima vista, la soluzione 1 sembrerebbe più semplice, tanto più che il costo delle energie pulite (solare ed eolica) si è drasticamente abbassato negli ultimi anni e, anche senza incentivi, è diventato competitivo con i combustibili fossili. Tuttavia, la scelta pulita cozza contro la lobby del carbone che è molto vicina al cuore del presidente USA che, per di più, si arrampica sui muri all’idea che i maggiori produttori di pannelli solari e di pale eoliche siano gli odiati cinesi. Questo rende interessante studiare l’opzione 2 che, pur lasciando la licenza di produrre anidride carbonica a piacere, poi pulisce le coscienze con la prospettiva della cattura del gas serra.
Più in generale, chi potrebbe dire di essere contrario all’opzione 2? Se si trova modo di togliere anidride carbonica dall’atmosfera, magari riutilizzandola per sintetizzare nuovi combustibili, ben venga. L’unico vero difetto della cattura e riciclaggio della CO2 è il costo dell’operazione che era stimato intorno a 600 dollari per tonnellata di CO2 . Per rendere interessante la soluzione il costo andava abbassato drasticamente. E’ quello che sembra avere fatto la compagnia Carbon Engineering, fondata nel 2015 per sfruttare la tecnologia DAC (per Direct Air Capture) che risucchia aria con giganteschi ventilatori e la fa passare attraverso una soluzione chimica che cattura l’anidride carbonica. Grazie a una fabbrica pilota, costruita in Canada nello stato della British Columbia, la Carbon Engineering può fare una stima dei costi reali del processo di cattura e di riciclaggio dell’anidride carbonica.
Rendering dell’impianto di cattura della CO2
Per la cattura, sono arrivati a stimare un costo che oscilla tra 94 e 232 dollari per tonnellata. Hanno anche provato ad utilizzare l’anidride carbonica che avevano catturato per sintetizzare idrocarburi, Prima, con un sistema a energia solare, hanno dissociato l’acqua in ossigeno ed idrogeno e poi hanno sfruttato tecnologia di chimica classica per fare reagire l’idrogeno con l’anidride carbonica e produrre idrocarburi.
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I proprietari della Carbon Engineering sostengono che ,se riescono a mantenere bassi i costi del sequestro dell’anidride carbonica, possono produrre benzina a un costo di circa 1 dollaro al litro, ancora alto per gli standard americani, ma non proibitivo per gli stati come la California che sono pronti a dare sussidi per avere un combustibile verde che ricicli sempre la stessa CO2.
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Ovviamente stiamo parlando di un progetto pilota, ma, per essere il primo nel suo genere, i risultati sono interessanti e penso che non avranno problemi a trovare investitori nell’America di Trump che sacrifica il controllo dei gas serra alla crescita economica.
Pensare al futuro richiede visione a lungo termine mentre ai politici piacciono i risultati immediati.