Ad Austin si investe sulla protezione contro la disinformazione digitale: la società New Knowledge riceve 11 milioni di dollari per mettere a punto un piano che contrasti il fenomeno
Nella affannata lotta alle fake news spunta negli Stati Uniti un’interessante combattente: la startup New Knowledge, lanciata nel 2015 con uno scopo quantomai etico e nobile: raccogliere le notizie false e proteggere i propri clienti dalle campagne di disinformazione.
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La società di Austin, in Texas, si pone al servizio di marchi altamente visibili e spesso sotto l’attacco di campagne di manipolazione digitale coordinate e sapientemente nascoste. Un team di 40 persone e tanti successi in pochi anni. La città americana è già nota nel campo di strumenti tech per aziende che si ritrovano sempre più ad aver bisogno di una protezione specifica. «Stiamo vivendo un’epoca di guerra dell’informazione», ha dichiarato Jonathon Morgan, amministratore delegato della startup. «Gli attacchi contro governi e personaggi politici sono ben documentati e il problema si è esteso fino ad includere offensive contro imprese, marchi e personaggi pubblici».
Ma come funziona New Knowledge?
Gli attacchi vengono rilevati grazie all’apprendimento automatico e all’intelligenza artificiale, il tutto prima che il danno sia compiuto e inizi, così, a produrre i suoi effetti. Una volta identificate tempestivamente le minacce, si passa ad analizzare la fonte e a fermare, poi, la diffusione delle stesse, prima che acquistino slancio e compromettano la reputazione di un’azienda. Il successo di questo meccanismo è chiaramente dovuto alle due fasi: la prima, caratterizzata -come visto- dall’ausilio dell’intelligenza tech, e la seconda, in cui l’intervento umano diventa centrale e imprescindibile. La garanzia di lavorare con una componente umana, è qualcosa che molti concorrenti non hanno e che costituisce per la startup di Austin un incredibile vantaggio, nonché, un notevole punto di forza.
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Con la missione di proteggere la sfera pubblica e quella privata dalla scorretta informazione, New Knowledge fornisce, quindi, alle aziende una soluzione veloce ed efficace, in grado di monitorare, rilevare e mitigare attacchi digitali dannosi. Ciò che la distingue ulteriormente, inoltre, è che i fondatori sono tutti esperti di IA e cresciuti nella Agenzia di Sicurezza Nazionale americana. Morgan stesso, ad esempio, è stato consulente per il Dipartimento di Stato statunitense. «Abbiamo visto come la disinformazione abbia influenzato le nostre elezioni, come evidenziato dalle ultime elezioni presidenziali. Ma non sono solo questi i meccanismi a rischio».
Come disinnescare le fake news
«Nell’era delle violazioni dei dati e degli hacker, le aziende sanno che la cybersicurezza è un problema che dovrebbero prendere sul serio», ha affermato Morgan. Questo, si riflette negli investimenti che, poi, sono costrette a fare. Come sottolineano gli ideatori della startup, infatti, nel 2017, le aziende hanno investito il 23% in più nella loro strategia cyber. In altre parole, le cifre sborsate per difendersi dalla disinformazione e dalla manipolazione del marchio risultano sempre più elevate.
A chi si rivolge New Knowledge
La società ha affermato di aver aiutato clienti in diversi settori, tra cui quello dell’intrattenimento, dell’energia, dei servizi finanziari e della difesa in generale, fino a a proteggere le comunità online e varie aziende prestigiose nella reputazione del proprio marchio. A volte, i clienti non sono consapevoli dei danni potenziali della disinformazione, neanche nel momento in cui la ferita è già stata inflitta. E’ per questo che la startup propone metodi e strategie diversificati in base alle esigenze, lavorando intensamente anche con le stesse piattaforme social come Facebook, Twitter e Google, che consentono di diffondere contributi molto più velocemente di quanto non fosse possibile prima, rendendo molto più dinamico il flusso di informazioni, ma anche di danni.
La lotta alle fake news di New Knowledge, oltretutto, è sostenuta da GGV Capital, una società di venture capital focalizzata su investimenti negli USA e in Cina, Moonshot Capital che aiuta ad avviare startup tecnologiche, Geekdom Fund, un fondo che investe nel Texas meridionale e da tante altre analoghe realtà. «Con l’accelerazione delle campagne di disinformazione e della manipolazione automatizzata dei media, New Knowledge si è rivelata fondamentale per aiutare a preservare le piattaforme multimediali digitali che il settore tecnologico ha contribuito a costruire», ha affermato Glenn Solomon, partner di GGV. «Il team ha ideato una soluzione che va oltre l’ascolto sociale per contrastare la disinformazione all’origine e aiutare le aziende a impedire che le minacce vadano fuori controllo».
E poco fa, un altro successo
La compagnia di Austin ha raccolto, infatti, 11 milioni di dollari proprio da GGV, con la partecipazione di Lux Capital per espandere la sua lotta contro le fake news. La startup pare utilizzerà i finanziamenti per espandere le vendite, il marketing e raggiungere nuovi mercati.
Le aziende impareranno così a pensare che ripararsi adeguatamente dagli effetti della disinformazione sul proprio marchio, è qualcosa di fondamentale, perché questa, si, è una minaccia informatica, ma i cui effetti ricadono anche su tanto altro.