Sfida con Microsoft e Google: la tech company di Tim Cook si muove alla conquista del ricco mercato sanitario. App e device pensati per avere un archivio sempre aggiornato, anche se in agguato c’è il pericolo cybercrime
Apple aggiorna la sua popolare app Health. Con una nuova funzionalità tutti gli utenti potranno caricare e scaricare automaticamente sui loro iPhone i dati archiviati sulle proprie cartelle cliniche.
La tech company guidata da Tim Cook punta a semplificare l’accesso alle informazioni sanitarie grazie al device più comune. Quello smartphone che tutti tengono in tasca. Eppure, dietro l’innovazione si nasconde un pericolo, e non di poco conto. Come faranno, sia Apple che i suoi rivali nel settore dell’health, a proteggere da possibili attacchi informatici i dati sensibili di milioni di persone? Trovare una risposta non sembra semplice, soprattutto stando alle ultime notizie in tema di cyber security.
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Pregi e difetti dei dati a portata di iPhone
Il mercato sanitario negli States è qualcosa di enorme che da solo vale circa 3 trilioni di dollari l’anno. Ecco perché le tech company a stelle e strisce hanno scelto questo campo per misurare le rispettive ambizioni. Ed ecco perché Apple ha deciso di implementare una delle sue app più scaricate con una nuova funzionalità che permette di visualizzare direttamente sullo schermo dell’iPhone informazioni sensibili (come ultima misurazione della pressione cardiaca, livelli di colesterolo o farmaci prescritti).
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“Puoi facilmente recuperare tutti i dettagli sulle spese della tua carta di credito, ma non i dati relativi alla tua salute”, ha commentato Jeff Williams, chief operating officer di Apple. “Vogliamo solo assicurarci che i consumatori abbiano maggiori informazioni sul loro stato di salute”.
Tutto più semplice e veloce, dunque, ma anche molto meno sicuro. I nostri dati più riservati fluttuano nell’internet a portata di hacker. E se un tempo il pericolo poteva essere rappresentato solo da un impiegato disonesto con accesso all’archivio dell’ospedale, oggi a prendere il suo posto ci pensa una folta schiera di cybercriminali seduti davanti ai loro pc in qualche appartamento alla periferia di Bucarest, Mosca o Pechino. Anche se nessuno sembra farci più caso.
Tanto che numerose istituzioni mediche negli Stati Uniti, come la Jonhs Hopkins di Baltimora o il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, si sono proposte per testare la versione beta del nuovo progetto. Apple ha affermato che i dati degli utenti saranno crittografati e archiviati localmente su iPhone. Procedura che dovrebbe, almeno in teoria, proteggerli.
Sfida all’health tra tech company
Apple punta forte in questa direzione. A dimostrarlo non c’è solo questo ultimo aggiornamento di Health, ma anche altri prodotti pensati per avere un ruolo preciso nel campo dell’assistenza sanitaria.
- ResearchKit è un software che assiste i ricercatori nello sviluppo delle applicazioni iPhone sulla salute;
- HealthKit, invece, una piattaforma che consente agli utenti di condividere, con altre app di salute e fitness, i dati sanitari archiviati su iPhone o Apple Watch;
- ma c’è anche la Apple Heart Study, una ricerca clinica portata avanti con la Stanford University per determinare se un’app per Apple Watch può rilevare ritmi cardiaci irregolari.
Il prossimo passo saranno probabilmente i sensori di ultima generazione, poco invasivi e capaci di analizzare i dati con funzione preventiva. I competitor, però, non stanno certo a guardare. E alcuni sono addirittura partiti con largo anticipo. La stessa funzionalità di cartella clinica personale non è nuova, anche se lo è l’idea di trasformare il comune iPhone in archivio.
Sia Google che Microsoft, circa dieci anni fa, hanno introdotto servizi gratuiti – denominati Google Health e Microsoft HealthVault – ideati per aiutare gli utenti a centralizzare le proprie informazioni personali. Anche se il concetto non ebbe grande presa sul pubblico. Nel 2011 Google ha disattivato Google Health. Mentre Microsoft offre ancora il suo servizio HealthVault.
Tutto questo, però, è avvenuto prima che si diffondesse l’iPhone. Chissà che oggi il mercato non sia pronto per accogliere quest’innovazione e, soprattutto, proteggere i dati sensibili che raccoglie.