Seco, progetta e produce computer miniaturizzati e sistemi integrati per uso industriale. Claudio Catania di FII ci spiega i motivi dell’operazione
È arrivato il secondo investimento per il Fondo FII Tech Growth, gestito da Fondo Italiano d’Investimento SGR, dopo quello in BeMyEye (6,3 milioni di euro sui 9 totali raccolti dalla startup). Questa volta sono 10 i milioni di euro investiti nell’azienda SECO S.p.a. L’operazione, realizzata interamente attraverso un aumento di capitale, prevede l’ingresso nel capitale sociale della società fondata nel 1979 da Daniele Conti e Luciano Secciani, azienda di successo, leader europeo nel settore dell’alta tecnologia per la miniaturizzazione del computer.
Del resto, il fondo di investimento diretto FII Tech Growth investe in piccole e medie aziende molto innovative e ad alto contenuto tecnologico. Gli investimenti riguardano sia le società già finanziate da altri fondi di venture capital che società mature e consolidate, che hanno bisogno di ammontari importanti per crescere.
SECO fa sicuramente parte di questa seconda categoria. Ma perché FII Tech Growth ha deciso di investire su questa realtà? Secondo Claudio Catania, Senior Partner di Fondo Italiano d’Investimento SGR, «si tratta di un’azienda super innovativa, molto ben posizionata in un mercato che, in questo momento, è in forte crescita».
Pochi progetti davvero innovativi (o forse no?)
Non è vero, dunque, che nel nostro Paese c’è carenza di progetti e idee interessanti? Secondo Claudio Catania, se guardiamo agli altri paesi, la risposta è inevitabilmente “sì”. «Non direi che ci sono poche startup – ha spiegato – ma certamente se ci confrontiamo a Germania, Francia, Inghilterra ne abbiamo ovviamente di meno». Il bicchiere però, è mezzo pieno. «Se pensiamo all’Italia di 3-4 anni fa, sono stati fatti enormi passi avanti”, continua Catania. Ci sono più idee, progetti, il movimento cresce. «E noi confidiamo possa crescere ancora».
«Per noi poi è diverso – continua – perché investiamo soprattutto in un segmento specifico: parliamo di aziende tech che hanno avuto uno sviluppo talmente importante da ricevere un investimento iniziale significativo». Un settore nel quale non ci sono ancora molti operatori attivi. Sia il mercato dei capitali che l’offerta si stanno sviluppando insieme. «Investiamo in media 10 milioni per azienda – spiega Catania – per poter ricevere questo ammontare, le aziende devono essere andate davvero bene».
A dispetto di un 2017 negativo per le startup però, il 2018 si è aperto con la nascita del più grande fondo venture capital italiano, Indaco Ventures, nel quale ha investito anche Fondo Italiano d’Investimento SGR.
«Negli anni abbiamo promosso tutti i fondi di venture capital italiani e Indaco si aggiunge alla lista – racconta Catania – Ma questo è sicuramente un segno: vengono messi più capitali al servizio delle aziende». I due fondi non sono in competizione tra loro. «Noi ci occupiamo più delle fasi successive dello sviluppo – precisa – ma siamo contenti che ci sia un altro operatore. Dobbiamo essere tanti, e siamo convinti possa fare un ottimo lavoro», ha concluso il manager italiano.
La parabola (vincente) di SECO
A proposito di aziende con un percorso positivo alle spalle, SECO, con sede ad Arezzo e uffici negli Stati Uniti d’America, in Germania e a Taiwan, progetta e produce (interamente in Italia,) computer miniaturizzati e sistemi integrati dal lontano 1979. La società ha chiuso il bilancio 2017 con oltre 50 milioni di euro di fatturato e annovera tra i propri clienti multinazionali del calibro di Cimbali, Technogym e Vimar.
Inoltre, ha sviluppato negli anni una fitta rete di collaborazioni con Università e Centri di Ricerca come La Sapienza, University of Singapore, Politecnico di Milano, University of San Diego, Politecnico di Torino, CERN, Carnegie Mellon University e Barcelona Supercomputing Center.
Nel 2013, ha realizzato UDOO, un micro computer open source per il mondo degli studenti, degli sviluppatori e dell’Internet of Things. Intorno a questo progetto, si è formata una community di oltre 100mila sviluppatori di tutto il mondo, che lo utilizzano e aggiornano costantemente.
Nuove operazioni alle porte
Le nuove risorse in arrivo verranno utilizzate da SECO per accelerare la crescita dimensionale e il processo d’internazionalizzazione, anche attraverso operazioni di acquisizione. «Abbiamo fornito capitali, supporto alla strategia e allo sviluppo per amplificare lo sviluppo tecnologico dell’azienda», ha precisato Catania.
Ma gli investimenti per il Fondo FII Tech Growth non si fermano. Catania, al riguardo, ha la bocca cucita: «Ci sono altri investimenti alle porte ma non possiamo ancora dire nulla, perché ci troviamo nelle delicate fasi di negoziazione», ha spiegato. «Di certo, nel nostro settore siamo i primi ad essere operativi – conclude – quindi non abbiamo il problema di trovare operazioni. Al contrario, ci aspettiamo che in futuro cresca la concorrenza».