Oracle ha mostrato al grande pubblico della Maker Faire Rome 2018 una città-tipo costruita con il Lego. Per spiegare come sarà l’agglomerato urbano governato con il cloud e l’intelligenza artificiale.
Al padiglione numero 9 della Maiker Faire Rome, lo stand di Oracle Italia era facilmente riconoscibile. Un flusso continuo di persone, tra cui molti bambini con i loro genitori, veniva attratto dalla costruzione Lego protetta da un apposito divisorio. “Siamo riusciti a trasportare il modello diviso in singoli blocchi direttamente dalla sede romana, non è stato semplice ma ce l’abbiamo fatta” ci ha confidato Maria Costanzo, Innovation Business Solution Manager di Oracle. Con lei abbiamo poi parlato di Proxima, il prototipo di smart city basato sulle più avanzate tecnologie ad oggi a disposizione.
L’intervista
Dottoressa Costanzo, quali sono i punti di forza di Proxima smart city?
I punti di forza di questo modello sono sostanzialmente tre: avere una città totalmente interconnessa in grado di valorizzare ogni singola informazione che viene trasmessa; utilizzare queste informazioni per offrire nuovi servizi ai cittadini e la possibilità di interazione tra le singole parti attraverso tecnologie non necessariamente omogenee tra loro. Semplificando, i sensori che monitorano l’attività di raccolta dei rifiuti sono diversi da quelli che regolano l’illuminazione delle strade.
Descriviamo la giornata tipo di un cittadino che abita in questo agglomerato urbano ad alta capacità tecnologica.
Il nostro cittadino esce di casa la mattina presto con la sua raccolta differenziata e questa informazione viene notificata al mezzo della nettezza urbano più vicino per il ritiro. Quindi si recherà al lavoro prendendo la sua auto e attiverà l’illuminazione stradale passando sopra degli appositi sensori. Nel caso voglia posteggiare la sua vettura in un parcheggio pubblico, egli potrà sapere quanti posteggi sono ancora liberi grazie a un comando vocale o chiedendolo con un apposito chatbot. Quest’informazione sarà ricavata grazie all’utilizzo di una telecamera e un algoritmo di intelligenza artificiale in grado di riconoscere quante automobili sono state già parcheggiate.
Oltre alle situazioni di vita ordinaria, la piattaforma Proxima è in grado di gestire anche casi di emergenza.
L’algoritmo che permette di identificare quante vetture sono già posteggiate in un parcheggio, ci consente anche di rilevare la presenza di un’auto sui binari e quindi di fermare il treno in quel momento in corsa. Inoltre, possiamo avvertire i passeggeri che stanno aspettando quel treno e offrigli dei servizi come risarcimento del ritardo. Ad esempio, a un turista potrebbe essere erogato un biglietto gratis per un museo della città. Lo stesso turista potrà ricavare informazioni di base sui monumenti che lo circondano scaricando un’applicazione e caricando la foto della statua o dell’opera architettonica in questione.
Qual è il rapporto che si instaura tra Oracle e il Comune che decide di dotarsi della piattaforma?
In questo caso specifico abbiamo realizzato una piattaforma composta dal cloud e altri strumenti di gestione: il database, la parte Iot, la chatbot, la parte analitica e l’intelligenza artificiale impiegata sono tutte tecnologie realizzate da Oracle e messe a sistema in Proxima. Un Comune può acquistare dei singoli pezzi, l’intera piattaforma e dei servizi a supporto o integrazione della piattaforma stessa. All’amministrazione che si dota della nostra tecnologia noi offriamo ovviamente il nostro supporto, oltre alle collaborazioni con partner tecnologici in grado di implementare Proxima e coadiuvare il Comune da un punto di vista applicativo.
Proxima è stata già adottata da alcune amministrazioni?
Al momento Oracle ha realizzato gli esperimenti più interessanti all’estero. A San Francisco, il cui numero di parcheggi in generale è esorbitante, è in funzione da diversi anni lo “Smart parking” e va molto bene. A Tokyo lo “Smart bike” dà la possibilità ai possessori di motorini elettrici di sapere se ti stai allontanando troppo dal punto di ricarica più vicino. In Italia stiamo collaborando con Arpanet che ha prodotto un sensore per lo “Smart building” che misura, in un ambiente chiuso, la temperatura, l’umidità e la qualità dell’aria.
Di quanta energia e quali infrastrutture Proxima ha bisogno per poter assolvere al meglio le sue funzioni?
Da un punto di vista di servizi cloud e di software, i costi sono ridotti sia in termini di tempo e di consumi perché la piattaforma si attiva solo quando trasmette l’informazione. Quello che impatta di più è la costruzione delle infrastrutture. Voglio sottolineare l’importanza che Oracle dà alla protezione dei dati raccolti, tanto da garantire ai nostri clienti l’utilizzo sistemi cloud presso i loro data center lasciando così integra la sovranità del dato, mentre ci occupiamo solo della gestione delle nostre infrastrutture. Una soluzione in cloud è molto più sicura rispetto a un data center locale.
Secondo lei c’è abbastanza attenzione da parte degli enti locali verso lo sviluppo di vere e proprie smart city?
Credo che ultimamente ci sia molta più attenzione rispetto agli anni precedenti, quando l’idea di smart city era più una moda che serviva a raccogliere consenso. Questo perché nel frattempo sono aumentate le esigenze dei cittadini e quindi c’è bisogno di offrire dei servizi sempre più differenti e coordinati tra loro. I sindaci sono molto interessanti a utilizzare le soluzioni che riguardano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, il monitoraggio della qualità dell’aria e la sicurezza dei cittadini. Stiamo anche lavorando sulla manutenzione predittiva delle infrastrutture, ma ovviamente sono dei progetti su cui per ora manteniamo il massimo riserbo.