Secondo fonti di stampa sarebbe stato raggiunto un accordo tra i due colossi. Il progetto
Quale altra vettura più dello storico Van VolksWagen, il mezzo di trasporto preferito dagli hippie, poteva incarnare meglio il sogno ecologista, libertario e rivoluzionario di Apple? E, infatti, la scelta per la vettura a guida autonoma totalmente elettrica è ricaduta proprio sul T6, erede spirituale (almeno in attesa del modello I.D. Buzz) del quattroruote nato nel 1949.
L’accordo, secondo quanto riporta il New York Times, è in realtà frutto del compromesso. Inizialmente Apple per i suoi progetti sulla guida autonoma aveva infatti provato a stringere partnership con altre case automobilistiche tedesche: BMW e Mercedes. Da quanto si apprende, però, il colosso di Cupertino sarebbe riuscito a ottenere piena libertà di azione in tema di “gestione dei dati” e “progettazione dell’esperienza utente” solo con VolksWagen, dunque sarà il van elettrico T6 a sperimentare per primo la guida autonoma studiata da Apple.
Un risultato che ci riguarda da vicino, in quanto permetterà la costruzione del mezzo a Torino, presso la storica Italdesign di Moncalieri, oggi di proprietà di VW. Questo nonostante Apple vorrebbe destinare il T6 non alla commercializzazione ma a un uso interno, per il trasporto dei dipendenti all’interno dell’avveniristico Campus 2 di Cupertino. Tuttavia, la decisione di coinvolgere l’azienda fondata a Torino il 13 febbraio 1968 da Giorgetto Giugiaro e Aldo Mantovani lascia intendere che le due contraenti di questa nuova partnership stiano lasciando la porta aperta all’idea di lanciare il van sul mercato nel prossimo futuro, puntando – come del resto vuole il ‘primo comandamento’ di Apple – anzitutto sul design.
Secondo quanto riporta il New York Times, i primi T6 totalmente elettrici, a guida autonoma, con un pizzico di “italian style” (forse più per quanto riguarda gli interni che la carrozzeria) dovrebbero arrivare a Cupertino entro la fine del 2018. Questa sarà l’occasione per una realtà italiana di essere coinvolta in una collaborazione che ha radici nel famoso “Project Titan” che avrebbe dovuto rivoluzionare la concezione stessa dell’automobile.