L’azienda ha puntato su infrastrutture virtuali e gestione automatizzata dei dati, così oggi ha un mercato da 830 milioni annui. Startup, big company del tech e realtà nostrane: hyper-availability interessa a tutti
Parlando di dati, cosa cercano oggi le aziende sul mercato? Sicurezza, prima di tutto, e poi un servizio che possa risolvere eventuali problemi di accessibilità in tempi brevissimi. Evitando così perdite di tempo, perché il tempo è denaro, ma soprattutto credibilità. In una parola Hyper-Availability, ossia immediata disponibilità e gestione automatizzata.
“Un’esigenza oggi imprescindibile, secondo me” afferma Albert Zammar, Vice President Veeam per la Southern EMEA Region. “Perché una realtà che non sa controllare le proprie informazioni e si deve ancora affidare a processi manuali, rischia di trovarsi completamente fuori dal mercato”.
Dal 2006 a oggi: la storia di Veeam
Veeam nasce nel 2006 come azienda di R&D con l’obiettivo di garantire l’alta disponibilità delle infrastrutture virtuali ai propri clienti. “In quel periodo molte realtà, soprattutto di piccole dimensioni, hanno iniziato a prendere in considerazione l’idea di virtualizzare i propri server piuttosto che investire in componenti fisiche – spiega Zammar – Da lì poi la tendenza ha abbracciato soggetti sempre più grandi”.
La precoce affermazione dell’azienda nel campo dei servizi di hyper-availability l’ha trasformata in una delle realtà leader nel settore dell’intelligent data management garantendole una crescita costante e, nei numeri, davvero notevole. Un fatturato che l’anno scorso ha toccato gli 830 milioni di dollari, 3000 dipendenti in tutto il mondo e, soprattutto, un parco clienti che comprende il 75% delle aziende Fortune 500.
Albert Zammar, Vice President Veeam per la Southern EMEA Region
Merito di un prodotto che negli anni non si è limitato alla gestione e protezione dei dati o delle infrastrutture (vero core business di Veeam) che li ospitano, ma ha puntato a rinnovarsi con funzionalità ispirate ai bisogni dei clienti. L’analisi e l’ottimizzazione delle prestazioni con il trasferimento equilibrato dei carichi di lavoro da un’infrastruttura a un’altra. E anche il sempre più attuale confronto con ambienti multicloud (cloud privati delle aziende, ma anche cloud pubblici) per adattarsi ad operazioni eterogenee e completamente automatizzate.
La console di gestione centralizzata attraverso un’unica interfaccia e il system orchestartor che realizza reportistica in maniera automatica sui dati ne sono un esempio.
“Una delle specifiche su cui Veeam ha deciso di puntare è poi quella della behaviour analysis, ossia l’analisi predittiva delle possibili criticità che siano frutto di sovraccarichi interni o dell’azione di un agente esterno. L’introduzione di algoritmi AI garantiscono un intervento proattivo che, altrimenti, sarebbe impossibile da realizzare”.
Startup, big company del tech e aziende di nostrane
Si potrebbe quasi dire che le soluzioni proposte da Veeam riescono ad adattarsi a qualsiasi tipo di cliente.
Operativa in Italia dal 2010, l’azienda ha collaborato all’ottimizzazione di numerose realtà di casa nostra. Tra i casi di successo vengono citati Lurisia, brand di acqua e bevande che ha eliminato così i rallentamenti di produttività, Giunti Editore, alla ricerca di un valido sistema di backup che permettesse un rapido recupero dei dati in caso di perdita, Gruppo Campari, che in soli due mesi ha effettuato la migrazione di circa 400 server senza alcun disservizio, e anche Leroy Merlin, per l’ottimizzazione delle proprie macchine virtuali.
“Ma i servizi offerti da Veeam rispondono molto bene anche alle esigenze di realtà piccole che hanno di fronte grandi opportunità di espansione” aggiunge Zammar. “Alle startup serve celerità per aggredire il mercato e analizzare i dati a disposizione nel minor tempo possibile, l’hyper-availability può dar loro un aiuto importante”.
Con gli ottimi risultati sono arrivate anche partnership con veri colossi del tech. Cisco, HPE, Pure Storage, Microsoft, IBM e Dell: solo per citarne alcuni. Nessuna di queste ha però cambiato la natura di Veeam. O il suo carattere di piattaforma aperta che non vuole vincolare il cliente ad operazioni di lock-in. “Nel momento in cui il cliente decide di cambiare le proprie infrastrutture, non deve necessariamente modificare anche i procedimenti per la salvaguardia dei dati o l’uptime. La flessibilità oggi è fondamentale e il nostro approccio si plasmato su questa esigenza condivisa”.