Notch per l’XL, fotocamera doppia ma sul frontale. E ancora singola sul posteriore. Ecco i nuovi smartphone di Google e gli altri device targati BigG. Presentati a New York, arrivano in Italia a novembre
Le avvisaglie c’erano state tutte, con persino qualche Pixel venduto anzitempo in quel di Hong Kong. Ora finalmente è ufficiale: Google fa debuttare un nuovo modello del suo smartphone, l’incarnazione ultra-ortodossa di Android che arriva così alla terza versione. Pixel 3 e Pixel 3XL sono molto simili, esteticamente, ai loro diretti predecessori ma con una notevole differenza: la tacca, il notch, piazzato lì in alto sul frontale che adegua il formato alla tendenza di mercato. Almeno per il modello XL.
Per seguire la diretta dell’evento, basta cliccare sul video che abbiamo inserito qui sotto.
Ancora Snapdragon, ancora 4GB
Squadra che vince, non si cambia: così a bordo del nuovo Pixel 3 troviamo ancora un processore Qualcomm Snapdragon, aggiornato ovviamente all’ultimo modello 845. Si tratta di uno dei processori più prestanti in circolazione, realizzato con tecnologia da 10nm (non 7nm come la concorrenza) ma in grado di garantire comunque un miglior rapporto potenza/consumi rispetto al precedente 835 e con un nuovo core Kyro 385 realizzato sulla base dei nuovi design ARM di A75 e A55. Come nel caso di Kirin 980 di Huawei e A12 di Apple, l’utilizzo degli 8 core è ora totalmente indipendente: si possono sfruttare uno o tutti, senza essere vincolati al vecchio schema big.LITTLE che ne accendeva e spegneva quattro per volta.
Il risultato è un prodotto più prestante che in passato, che dovrebbe anche garantire maggiore autonomia. E le performance sono importanti, per assicurare agli appassionati uno smartphone reattivo: nonostante i 4GB di RAM, un valore inferiore alla media degli smartphone di fascia alta (che ormai orbitano stabilmente attorno a 6), ma che potrebbero essere comunque abbastanza visto che Android montato sul Pixel è quanto di più “puro” e leggero ci sia in circolazione. Tra le altre doti dello Snapdragon 845 senza dubbio da segnalare la nuova GPU Adreno 630, e l’accoppiata DSP Hexagon 685 e ISP Spectra 280: che serviranno a migliorare ulteriormente la gestione della fotocamera e dello schermo.
Lo storage arriva fino a 128GB: una buona notizia visto che non c’è la possibilità di aggiungere memoria esterna. Lo schermo è ancora OLED, quest’anno la risoluzione raggiunge il QHD (2.960×1.440) sul modello XL: da notare come la tacca, il notch, ci sia solo sul modello XL mentre il Pixel 3 resta legato al vecchio formato rettangolare. Una buona notizia per il modello da 5,5 pollici, poiché c’è ancora il doppio speaker frontale che era una delle qualità principali del modello 2017. Il modello da 6,3 pollici invece cambia: entrambi però sul frontale hanno una doppia fotocamera.
Da sottolineare anche l’arrivo della ricarica wireless sul Pixel 3: c’è un dock apposito, si chiama Pixel Stand, che potrà essere acquistato a parte e che al contrario di altre soluzioni permette di tenere il telefono in piedi sulla scrivania (e quindi di usarlo più agevolmente anche con Google Assistant). Tra l’altro si tratta di ricarica wireless “veloce”: opera a 2 ampere e 9 volt, quindi eroga 18 watt che la mettono praticamente sullo stesso piano del QuickCharge via cavo. Inoltre l’interfaccia del telefono si adatta al dock: di fatto si trasforma in qualcosa di simile a un display connesso, un oggetto che va tanto di moda al momento e che in casa Google si è incarnato nel nuovo Home Hub (che purtroppo non arriva in Italia). Il nuovo Stand costa 79 euro.
Il punto di vista Google sulla fotografia
Less is more: un modo di dire che ha preso piede negli ultimi anni, di solito però declinato con vocazione minimalista in arredamento o nel vestiario. Google sceglie di applicarlo anche alla fotocamera posteriore da 12 megapixel del Pixel 3: che resta singola, ancora, senza raddoppiare come accade sulla concorrenza (anzi: in alcuni casi si triplica o si quadruplica!) e facendo invece affidamento sull’esperienza maturata nel corso di quest’anno per quanto attiene la crescita costante in prestazioni del Pixel 2 avvenuta via software. Quindi il prodotto Pixel 3 è l’unione di qualità hardware e software che assieme formano il pacchetto fotografico che, nelle parole altisonanti della conferenza stampa, qualunque fotografo vorrebbe usare.
In pratica il ragionamento che porta avanti Google è il seguente: i sensori degli smartphone non possono crescere più di tanto in diagonale, le lenti che ci sono davanti sono anche più limitate a causa dello spessore del terminale. Tanto vale quindi puntare sul software: costruendo sulle buone performance del modello precedente si lavora quindi per migliorare la riuscita degli scatti. Con l’influenza degli algoritmi sempre più complessi di elaborazione dei segnali, gestiti dai già citati nuovi ISP e DSP e basati su intelligenza artificiale, che si fa via via sempre più determinante sul risultato finale. Il telefono è in grado di scontornare i soggetti per creare l’effetto bokeh in post-produzione, di seguire i soggetti (umani e animali) mentre giriamo un video per farli restare sempre a fuoco, di scattare una serie di foto e selezionare quella in cui siamo venuti meglio.
Discorso diverso per la fotocamera frontale: questa volta è doppia, e di fatto Google raddoppia il sensore da 8 megapixel, dotandone uno però di lente grandangolare per i selfie di gruppo. Quindi a Mountain View hanno deciso che questo aspetto era fondamentale per rendere migliore l’esperienza d’uso: un selfie vale più di mille parole. Anche qui lavora a pieno ritmo l’AI, per riunire assieme più scatti e tirar fuori la foto migliore possibile.
Prezzi e disponibilità
Il nuovo Pixel arriva in Italia il 2 novembre, appena 15 giorni dopo il lancio negli USA. In prenotazione già da oggi.
Prezzi in salita o in discesa, a seconda dei punti di vista. La prima notizia è che quest’anno da noi arriva pure il Pixel 3, che costerà 899 euro e potrà essere acquistato nei colori nero, bianco o rosa. Se 64GB non bastano, la versione 128GB costa 999 euro. Il pixel 3 XL costa un po’ di più del modello precedente: 999 euro per il modello 64GB, 1.099 euro per il 128GB: anche questo in tre colori. Prezzi più alti che negli USA: soprattutto in Italia c’è da considerare l’equo compenso, una tassa in più da pagare assieme all’IVA.
For the sake of completeness. pic.twitter.com/eC4shkx613
— Evan Blass (@evleaks) October 8, 2018
Ricordiamo che in questo prezzo sono comprese alcuni optional che non esistono per altri terminali: come lo spazio illimitato di storage per le fotografie a piena risoluzione su Google Drive, oltre ovviamente agli aggiornamenti di Android prima di tutti gli altri. Quest’anno ci sono anche 6 mesi di YouTube Premium compresi nel prezzo.
Una sorpresa: il Pixel Slate
C’è stato un altro annuncio a sorpresa di Google quest’oggi, anche in considerazione del fatto che ora l’azienda di Mountain View possiede una vera e propria divisione hardware frutto dell’acquisizione di un ramo d’azienda di HTC. Si chiacchierava in giro di un tablet della linea Pixel, chiamato Pixel Slate, ed eccolo: assomiglia moltissimo a un PC 2-in-1 sebbene monti il sistema operativo leggero Chrome OS. 12 pollici la diagonale dello schermo, storage fino a 256GB.
Si tratta per ora un po’ di un oggetto misterioso, oltre che una strana chimera: processore Intel ma in grado di lavorare solo con le webapp di BigG o al limite con le app di Android, potrebbe essere un’ottima occasione per vedere finalmente un tablet alternativo ai soliti iPad. Tutto sta a capire per quale tipo di utente lo abbia immaginato Google: viene proposto come un prodotti di produttività a tutto tondo, ma è difficile pensare di abbandonare Windows per questo device. Costa 599 dollari, verrà venduto negli USA e nel Regno Unito: la tastiera è opzionale, altri 199 dollari, e 99 dollari per lo stilo per scrivere sullo schermo.