Uno strumento per ridurre i rischi legati ai danni dovuti al troppo Sole. Funziona senza batterie, e si collega allo smartphone
Troppo Sole fa male: non è solo un modo di dire, negli ultimi anni abbiamo compreso grazie agli studi medici che un eccesso di esposizione ai raggi solari può causare danni molto seri, con conseguenze pericolose per la salute che possono rivelarsi estreme. Conoscere quanto si è stato al Sole, quanti raggi UVA e UVB la nostra pelle ha assorbito, è diventato un fattore decisivo: L’Oréal aveva già sviluppato un sistema per la misura di questi fattori, ma ora ha fatto qualcosa di più e costruito un vero e proprio wearable.
Un wearable che sembra un gioiello
Il My Skin Track UV è un dispositivo realizzato con approccio interessante. Innanzi tutto il fattore estetico, che non è da sottovalutare: a una prima occhiata può tranquillamente essere scambiato per un ciondolo, ha un design minimalista che unisce metallo e quello che potrebbe sembrare un bottone di ceramica, quindi può essere indossato attaccato a una catenina al collo in qualsiasi momento e con qualsiasi abbigliamento.
Nel piccolo ciondolo però si nasconde tutta la tecnologia necessaria: ci sono sensori specifici di misurazione per raggi UVA e UVB, che funzionano grazie alla stessa luce solare senza dover ricorrere a una batteria. In questo modo il My Skin Track UV resta leggero e compatto, appena 12×6 millimetri, ma è comunque in grado di memorizzare informazioni equivalenti a 3 mesi senza dover essere collegato allo smartphone. L’assenza di batterie consente anche di renderlo waterproof.
Quando si vuole dare un’occhiata ai dati, si avvicina il My Skin Track UV al telefono e, tramite l’NFC, le informazioni vengono trasferite per essere visualizzate all’interno di un’apposita app. Va sottolineato come per ora si tratti di un’esclusiva per iPhone: la scelta di L’Oréal è caduta sul telefono di Apple per via di HealthKit, ovvero l’apposito programma di sviluppo che a Cupertino hanno messo in piedi per integrare dispositivi medici all’interno del proprio ecosistema mobile.
Per ora il nuovo device sarà venduto nel mercato USA, ma pare decisamente probabile che molto presto possa venire commercializzato anche nel Vecchio Continente (Italia compresa).
L’esperienza La Roche-Posay
Il nuovo My Skin Track UV viene venduto con il marchio La Roche-Posay, sempre del gruppo L’Oréal, ma non è il primo prodotto di questa categoria: il primo era stato il My UV Patch, una sorta di cerotto che deve essere applicato sulla pelle e che cambia colore al progredire della quantità di radiazioni assorbita. In quel caso la misurazione si effettua tramite la fotocamera del telefono, scattando una fotografia e valutando il cambiamento cromatico nel tempo: inevitabilmente meno preciso di quanto non possa fare un sensore apposito, come quello del My Skin Track UV.
Lo sviluppo di questi prodotti è reso possibile dalla collaborazione con il team di John Rogers della Northwestern University, e alla realizzazione dell’hardware hanno contribuito anche MC10 e Wearfi.
Va sottolineato come si tratti di un indossabile, quindi di un accessorio elettronico, ma il suo scopo è quello di sensibilizzare il pubblico: le rilevazioni di L’Oréal e La Roche-Posay hanno mostrato come gli utenti che hanno utilizzato My UV Patch siano più attenti all’esposizione alla luce del Sole, e aumentino la frequenza con la quale applicano la protezione solare.
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“Da tempo le nostre ricerche evidenziavano l’esigenza di una maggiore conoscenza da parte dei consumatori della propria esposizione ai raggi UV – spiega Guive Balooch, global vice president di L’Oréal Research and Innovation Technology Incubator che avevamo già intervistato a proposito di My UV Patch – Abbiamo quindi sviluppato questo sensore privo di batteria, pensato per un’integrazione seamless nelle vite e nelle routine quotidiane di chi lo utilizza. Auspichiamo che il lancio di una tecnologia come questa, in grado di risolvere il problema, possa aiutare le persone a compiere in tutta semplicità scelte intelligenti per una sicura esposizione solare”.