Il bando PON dedicato agli atenei meridionali e i due decreti attuativi rivolti a Università ed Enti tracciano la strada per potenziare il sistema di ricerca italiano
Ricerca, al via il Piano straordinario di reclutamento per i ricercatori e il bando PON da 110 milioni di euro per attivare posti triennali di ricercatore per gli Atenei meridionali: nel complesso i posti disponibili saranno 2.213. Le risorse messe in campo dal MIUR danno un po’ di ossigeno al mondo dei ricercatori, presenti per il 51,6% nell’area di docenti e ricercatori negli atenei statali italiani per l’anno accademico 2016/2017 ma che sono in diminuzione. Del resto, non è di certo facile conciliare la ricerca accademica con le necessità pratiche di tutti i giorni. I due decreti attuativi rivolti alle Università e agli Enti di ricerca e il bando PON costituiscono un passo in avanti.
I dati
Nonostante negli atenei statali i ricercatori e i titolari di assegni di ricerca nell’anno accademico 2016/2017 rappresentino il 51,6% (dati inclusi nel focus ‘Il personale docente e non docente nel sistema universitario italiano – anno accademico 2016 – 2017 Elaborazioni su banche dati MIUR, DGCASIS – Ufficio VI Statistica e Studi), tra l’anno accademico 2010/2011 e il 2016/2017 si nota che i ricercatori diminuiscono del 19,5% mentre i titolari di assegni di ricerca aumentano del 6,1%. La diminuzione dei ricercatori potrebbe essere collegata non solo a una potenziale uscita dal sistema ma anche all’avanzamento di carriera dei ricercatori a tempo indeterminato non compensata totalmente dall’ingresso dei ricercatori a tempo determinato. Tuttavia, è necessario potenziare i livelli di ricerca e rendere ottimali le condizioni dell’attività dei ricercatori. Solo così l’Italia potrà evitare l’ormai ben nota ‘fuga’ dei cervelli. Le azioni del MIUR stanno facendo passi in avanti per potenziare il sistema di ricerca italiano ma il percorso deve continuare senza interruzioni.
I decreti per le Università e gli Enti di ricerca
Il decreto per le Università prevede 12 milioni di euro di stanziamento per il 2018 e altri 76,5 milioni a partire dal 2019 per il reclutamento di 1.305 ricercatori di tipo B che, alla fine del contratto triennale e una volta ottenuta l’abilitazione scientifica nazionale, potrebbero diventare professori di seconda fascia. Il decreto stabilisce una precisa ripartizione dei posti: a ogni Ateneo sarà attribuita una quota fissa, da due a dieci ricercatori per un totale di 308 posti, in relazione alla dimensione data dalla media dei docenti in servizio al 31/12/2010 e al 31/12/2017.
Altri 344 posti saranno disponibili per i 172 dipartimenti (due ricercatori per ogni dipartimento) che hanno partecipato alla selezione per i dipartimenti di eccellenza 2018-2022 ma che non sono risultati fra i 180 beneficiari del Fondo messo a bando; 327 posti saranno ripartiti sulla base della valutazione della qualità della ricerca e 326 posti, infine, saranno distribuiti in modo da riequilibrare la presenza di ricercatori tra gli Atenei considerando sia la quantità di ricercatori già in servizio, sia la loro percentuale rispetto al resto della docenza. Il decreto relativo agli Enti pubblici di ricerca prevede 308 posti a tempo indeterminato per ricercatori e tecnologi. Previsto inoltre uno stanziamento di 2 milioni di euro per quest’anno, oltre a 13,5 milioni per l’anno prossimo.
Il bando da 110 milioni di euro per il Sud
Il bando PON mira a potenziare il sistema della ricerca nel Sud e mette a disposizione 110 milioni di euro per sostenere due linee di intervento volte a potenziare la mobilità e l’attrazione di giovani ricercatori in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
La prima linea di intervento mira a sostenere la contrattualizzazione per 36 mesi di dottori di ricerca con titolo conseguito da non più di quattro anni e che potranno trascorrere all’estero un periodo compreso tra i sei e i quindici mesi, mentre la seconda linea di intervento punta a sostenere i giovani dottori di ricerca che di solito operano fuori dalle regioni obiettivo del PON 2014-2020 (Il Programma, gestito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che interessa l’Abruzzo, il Molise, la Sardegna, la Basilicata, la Campania, la Calabria, la Puglia e la Sicilia), che abbiano conseguito il titolo da non più di otto anni al momento della presentazione della domanda e che abbiano avuto un’esperienza di almeno due anni in atenei, enti di ricerca o imprese con sede operativa all’estero.
Lo scopo è di favorire l’attrazione e il rientro dei giovani ricercatori dall’estero. Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 15.00 del 23 aprile 2018 fino alle ore 15.00 del 31 maggio 2018. Il fatto di mettere a disposizioni ulteriori risorse per il Sud Italia è sicuramente una linea chiara della direzione che si intende perseguire per rendere maggiormente competitive le regioni del Mezzogiorno per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione.
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