Tutto quello che questo weekend vi impedirà di uscire e immergervi in attività sociali o all’aria aperta
Insatiable – NETFLIX
Perfetta per far arrabbiare tutti Insatiable è stata massacrata prima ancora della sua uscita (il 10 Agosto) solo a partire dal trailer in cui viene spiegata la storia. Una ragazza cicciona è regolarmente bullizzata a scuola, vive una vita che definisce terribile, è triste e vorrebbe non essere così cicciona. Un giorno un barbone la colpisce in faccia rompendole la mascella, tre mesi di bocca cucita per l’intervento di ricostruzione e nutrizione limitata la trasformano in magra, scoprendola bella e sexy.
È facile vedere cosa faccia infuriare gli americani in tempi di ossessione per la tolleranza di qualsiasi cosa. La protagonista trova se stessa e il benessere solo quando diventa magra casualmente e può dimostrare ai bulli che avevano torto diventando magra (cioè quello che loro desiderano) e non invece mostrandogli i loro errori.
In realtà la serie è più complicata di così, perché dopo il primo episodio in cui avviene la trasformazione, la protagonista diventa una iena. Magra, sexy e di colpo popolare userà il nuovo status per vendicarsi come il Conte di Montecristo con un livello di spietato cinismo e cattiveria sadica che danno a questa teen comedy una sporcatura gradevole di horror. Insatiable è la definizione stessa della protagonista, insaziabile nel suo desiderio di vendetta e di ripagare tutti quelli che l’hanno umiliata con pene ben più pesanti di quelle subite. Ma c’è anche un piccolo mondo intorno a lei che non è male, perché come sempre ogni storia ambientata nel liceo vive del dipinto stesso del liceo e della gioventù (l’episodio ambientato nel passato della seconda stagione di Atlanta è in questo un manuale).
In Insatiable tutti sono innamorati di qualcun altro, nessuno è felice e tutti sono meschini in una specie di prateria in cui cresce solo cattiveria e stupidità. Gli americani non sanno che si perdono.
Robin Williams: Come Inside My Mind – SKY CINEMA STARS
Quattro anni dalla morte è un tempo più che accettabile per tirar fuori il primo documentario serio su Robin Williams e stare al riparo dalle accuse di sciacallaggio (bastò un anno per il primo terribile film su Steve Jobs). E il marchio HBO impresso sopra è una garanzia, anche se il lavoro fatto da Marina Zenovich è quanto di più convenzionale sì possa immaginare. Ma convenzionale buono.
Spezzoni, foto con lento zoom in avanti o indietro e personaggi famosi o della famiglia di Williams che parlano di lui: tutto montato molto bene con contributi clamorosi. Quello che è possibile aspettarsi da un documentario agiografico che mescola in dosi da manuale le ascese e le ombre, la tristezza della vita privata con la luce del palco, creando la consueta immagine dell’animale da spettacolo dall’inquieta vita domestica.
Per uno degli attori e comici che in assoluto più sono stati noti per l’abuso di alcol e droga (Williams, assieme ad Eddie Murphy, era tra i pochi presenti e sopravvissuti al famigerato party in cui morì John Belushi) HBO confeziona un documentario che espone le ferite e le sana con le clamorose prestazioni live che Robin Williams era capace di inanellare. Ci sono estratti degli spettacoli più noti e momenti molto meno conosciuti, ricordi di amici e colleghi come Steve Martin che con lui hanno condiviso una parte di carriera e ovviamente figli e parenti. Va giù come un bicchier d’acqua.