Case automobilistiche e produttori di batterie hanno un problema con gli EV: non riescono a soddisfare la domanda del mercato
Molte macchine elettriche, ma poche batterie per farle muovere. È il curioso paradosso con cui si devono oggi confrontare alcune delle aziende automobilistiche più famose del pianeta. GM, Renault, Hyunday, Daimler, persino Tesla: tutte colte di sorpresa da una domanda più alta del previsto che i produttori di batterie faticano a soddisfare.
Posizione di svantaggio
EV capaci di percorrere lunghe distanze e in vendita a un prezzo economico: l’interesse del pubblico nei confronti della green mobility, dei veicoli a impatto zero, ha generato nel settore dell’automotive una corsa all’elettrico con le diverse case automobilistiche pronte a sfidarsi tra nuovi modelli e prestazioni ottimizzate. Il lato negativo di questo mercato in crescita è rappresentato, però, dall’incapacità dei tradizionali produttori di batterie di soddisfare la domanda dei propri clienti.
Il problema è serio: non avere fabbriche proprie e competenze in materia, mette i produttori di EV (electric vehicle) in una posizione molto svantaggiosa. Chi è entrato nel settore con largo anticipo (come Nissan, Renault e Tesla) ha avuto modo di pensare a soluzioni personalizzate stringendo partnership di R&S con aziende di batterie. Gli altri o continuano a fidarsi sperando che la disponibilità dei propri produttori non venga mai meno, o cercano di battere nuove strade investendo su tecnologie che li possano smarcare da questa dipendenza. Entrambe scelte rischiose che possono condurre al fallimento.
La ricerca
Nel primo caso, può capitare di dover fare come la Hyundai che nel 2017 non riuscì a soddisfare tutte le prevendite per il modello Ioniq EV a causa di un problema di produzione globale delle batterie LG Chem. Nel secondo caso, basta invece ricordare le esperienze di GM con Envia, o di Daimler con Li-Tec, che andarono incontro al fallimento non perché fosse sbagliato produrre batterie proprie, ma per mancanza di esperienza e una domanda troppo ridotta nei volumi.
Due aspetti che hanno, invece, segnato il successo di Tesla che nella propria fabbrica può puntare continuamente su nuove tecnologie e prodotti di ricerca ceduti in licenza da team di laboratorio. Come avviene per gli studi del professor Jeff Dahn della Dalhousie University che con Tesla ha di progettazione per le batterie. Dai truck per le consegne ai risciò elettrici, fino alle auto da corsa della Formula E: gli EV sono ormai un trend da non sottovalutare nel mercato dell’automotive. E l’unica cosa che oggi una casa automobilistica non si può permettere di fare è affidare a una società terza ricerca e sviluppo sulle batterie.