La 75esima edizione della Mostra del cinema ha visto premiato il regista messicano. Un premio che ha scatenato le polemiche contro la formula scelta per la sua messa in onda
A quanto pare l’arrivo di Starbucks in Italia non è l’unico argomento che in questi giorni divide le opinioni degli italiani. Da qualche ora infatti le polemiche incalzano sulla vittoria alla Mostra del Cinema di Venezia del film Roma, diretto da Alfonso Cuaron e prodotto da Netflix. Un’occasione per analizzare un cambio di scenario: una piattaforma di streaming che vince alla Mostra del Cinema.
Roma, il film di Alfonso Cuarón
Dunque è la pellicola del messicano Alfonso Cuaron la vincitrice del Leone d’Oro. Roma è “una storia universale” ambientata a Città del Messico durante i primi anni ’70. Ispirato alla vita di Alfonso Cuarón, il film ci porta nell’ambiente fisico ed emotivo di una famiglia della classe media tenuta in piedi dagli sforzi di una gentile governante (Yalitza Aparicio). Il cast è clamoroso, ma la vera star della pellicola è il mondo stesso e gli eventi improvvisi che cambiano la vita delle persone. Un film che incanta e commuove e che, ha detto il presidente della giuria Guillermo Del Toro, è stato scelto all’unanimità. Ma la cosa che resta più impressa è la sua capacità di trascinare lo spettatore fin dentro la storia di questa famiglia che vive a Città del Messico nel 1971. Come ha riconosciuto lo stesso regista, due volte premio Oscar, è il suo personalissimo Amarcord: la sua memoria in bianco e nero in un film girato in un perfetto realismo.
“Il 90% delle cose che si vedono in Roma – il titolo è il nome di un quartiere della Città del Messico bene – vengono dalla mia memoria. Ho fatto una ricostruzione identica della casa originale in cui vivevo e ho trovato anche il 70% dei mobili che la arredavano. Ho ricostruito poi anche la strada della mia infanzia, mentre il posto del massacro del Corpus Christi (la violenta repressione nel 1971, con tanto di morti, di una protesta studentesca, ndR) è quello vero. Quegli anni sono un momento che mi ha formato, ma anche un momento che ha trasformato profondamente il mio Paese”.
Prodotto da Netflix, che lo trasmetterà a dicembre, il film racconta tanti avvenimenti attraverso la storia due donne abbandonate di classi diverse, anzi lontanissime, dai loro rispettivi compagni. Da una parte c’è Cleo (interpretata da Yalitza Aparicio) giovane domestica mixteca sedotta e abbandonata dal suo ragazzo; dall’altra, la sua padrona, la signora Sofia (interpretata da Marina de Tavira) a sua volta lasciata dal marito, Antonio (Fernando Grediaga), con il quale ha avuto quattro figli ancora adolescenti. Queste due storie parallele sono vissute all’interno di una famiglia che va avanti, nonostante tutto, tra cose non dette, piccole e grandi tragedie e in cui ognuno rappresenta il suo naturale carattere. Sofia, dalla sguardo dolce, ha la sfortuna di avere incontrato il fidanzato sbagliato, violento, fragile e falso, mentre la sua padrona di avere un marito fedifrago.
La protesta di ANAC, FICE e ACEC
In un cominciato stampa diffuso subito dopo l’annuncio del vincitore si legge: “L’ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) insieme a FICE e ACEC in coerenza con quanto dichiarato in occasione della conferenza stampa della Mostra nel mese di luglio a Roma, ribadiscono la loro contrarietà circa la scelta di aver inserito nel concorso di Venezia alcuni film non destinati alla visione in sala, diversamente da quanto aveva deciso il festival di Cannes. Nel pieno rispetto delle scelte della giuria presieduta da Guillermo del Toro e senza nulla togliere all’alta qualità del film “ROMA” di Alfonso Cuaròn, vincitore del Leone d’Oro, ANAC, FICE e ACEC ritengono iniquo che il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della piattaforma NETFLIX che con risorse ingenti sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale cinematografiche italiane ed europee”.
Gli esercenti sono quindi, di fatto, molto critici riguardo la decisione di assegnare il massimo riconoscimento a una pellicola pensata e prodotta per lo streaming: “Il Leone d’Oro, simbolo della Mostra internazionale d’arte cinematografica da sempre finanziata con risorse pubbliche, è patrimonio degli spettatori italiani: il film che se ne fregia dovrebbe essere alla portata di tutti, nelle sale di prossimità, e non esclusività dei soli abbonati della piattaforma americana. ANAC, FICE e ACEC reiterano la richiesta al direttore Barbera di rivedere per il prossimo anno la sua posizione, mentre chiedono al Ministro della Cultura di varare con la massima sollecitudine norme che regolino anche da noi come avviene in Francia un’equa cronologia delle uscite sui diversi media”.
Come vedere “Roma”
La pellicola verrà distribuita su Netflix a partire dal 14 dicembre 2018, ma in Italia uscirà anche in alcune sale cinematografiche selezionate. Anche Sulla Mia Pelle, sulla morte di Stefano Cucchi, uscirà contemporaneamente su Internet e al cinema dal 12 settembre. Non è un mistero che la stessa Netflix sia intenzionata a portare i propri film in sala, in una distribuzione su grande schermo parallela a quella sul web. ANAC, FICE e ACEC, al contrario, chiedono che la legislazione italiana diventi più simile a quella francese, secondo cui tra l’uscita in sala e l’approdo in streaming devono passare ben 36 mesi. Il timore, evidentemente, è che la presenza su Internet scoraggi il pubblico dal recarsi al cinema.
Il direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Bisogna guardare avanti. Siamo in un periodo di transizione. Bisogna prendere atto delle nuove realtà come Netflix, Amazon e altri operatori analoghi che verranno. Io sono d’accordo con Cronenberg quando dice che tutte le polemiche di oggi sulle trasformazioni che il cinema sta subendo sono solo l’effetto di una nostalgia. Il processo non è compiuto, è in divenire. E bisognerà confrontarsi nei prossimi anni con tutti i soggetti coinvolti. Ma negare questa realtà è perdente”.
Cinema italiano senza premi
Il cinema italiano esce invece senza premi da Venezia 75. Oltre 20 film nella selezione, di cui tre in gara per il Leone d’oro – Capri Revolution di Martone, Che fare quando il mondo in fiamme? di Minervini, Suspiria di Guadagnino – e un palmares in bianco. La giuria di Venezia 75 per la selezione ufficiale, presieduta dal regista, sceneggiatore e produttore messicano Guillermo Del Toro e composta da Sylvia Chang, Trine Dyrholm, Nicole Garcia, Paolo Genovese, Małgorzata Szumowska, Taika Waititi, Christoph Waltz e Naomi Watts, dopo aver visto i ventuno film in gara ha assegnato i premi. Eccoli.
Gran Premio della Giuria a “The Favourite”
Il Gran premio della Giuria va a THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda, USA).
Leone d’argento a Jacques Audiard
Il Leone d’argento di Venezia 75 per la migliore regia a: Jacques Audiard per il film THE SISTERS BROTHERS (Francia, Belgio, Romania, Spagna).
Coppa Volpi femminile a Olivia Colman
COPPA VOLPI per la migliore attrice di Venezia 75 va a Olivia Colman nel film THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda, USA)
Coppa Volpi maschile a Willem Dafoe
COPPA VOLPI per il miglior attore di Venezia 75 va a Willem Dafoe nel film AT ETERNITY’S GATE di Julian Schnabel (USA, Francia).
Migliore sceneggiatura ai fratelli Coen
PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA di Venezia 75 va a Joel & Ethan Coen per il film THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS di Joel & Ethan Coen
Due premi all’australiano “The Nightingale”
A Venezia 75 due premi per il film australiano THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent (Australia):
– PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA e il PREMIO MARCELLO MASTROIANNI a un giovane attore emergente: Baykali Ganambarr.