“Attraverso la nostra piattaforma, non diamo agli artisti soltanto la possibilità di vendere le loro opere: gli diamo, effettivamente, un nuovo mercato dove mostrarle, raccontandole e raccontandosi anche sui nostri canali”
Una piattaforma per democratizzare il mercato dell’arte, a oggi disorganizzato ed esclusivo, che permette agli amanti del settore di essere comproprietari di un’opera d’arte contemporanea, e al tempo stesso aiuta gli artisti ad affermarsi ed essere ricompensati per i loro lavori (aspetto niente affatto scontato, date le profonde lacune legislative che caratterizzano questo mercato). E’ la missione di Feral Horses, startup co-fondata da Francesco Bellanca– oggi CEO- insieme con un team italo-francese: nata nel 2014, ha lanciato lo stock exchange dell’arte nella primavera del 2017, dopo tre anni di studio e ricerche di mercato.
Il rapper e l’artista afro-americano vivente più pagato
Quasi sedici milioni di dollari: è questa la cifra pagata, lo scorso giugno, dal rapper P.Diddy (15,8milioni, per essere precisi), per aggiudicarsi in asta da Sotheby’s New York “Past Times”, opera di Kerry James Marshall. Una vendita che ha fatto guadagnare a Marshall il titolo di artista afro-americano vivente più pagato. E questo titolo è stata l’unica cosa che Marshall ha guadagnato dalla vendita, dal momento che l’artista non è stato pagato affatto, in base all’assenza di leggi, negli Usa, che garantiscano agli artisti il diritto di seguito sulle loro opere.
In Europa, del resto, non sarebbe andata molto meglio: la regolamentazione attualmente in vigore, infatti, garantisce che le royalties possano essere ricevute solo per vendite a partire da 1000€ e calcolate su una scala progressiva che raggiunge al massimo il 4% del prezzo di vendita, fino a un tetto massimo di 12,500€.
La soluzione innovativa di Fera Horses
“Attraverso la nostra piattaforma, non diamo agli artisti soltanto la possibilità di vendere le loro opere: gli diamo, effettivamente, un nuovo mercato dove mostrarle, raccontandole e raccontandosi anche sui nostri canali” spiega Bellanca- “Grazie a Feral Horses, gli artisti hanno l’opportunità di fare la prima IPO delle loro opere sul “Mercato Primario”, e quando l’opera raggiunge un obiettivo di vendita stabilito dall’artista stesso, essa accede al “Mercato Secondario”, dove gli investitori sono liberi di scambiarsi le azioni comprate precedentemente”.
Grazie a questo meccanismo, gli artisti ricevono una quota pari al 90% della vendita– le opere in vendita saranno solo quelle con un valore superiore ai 50k-, con una commissione del 10% (mentre le gallerie solitamente detengono il 50%.). Al tempo stesso, Feral Horses si assicura che le opere abbiano la giusta visibilità, dandole in affitto a uffici, gallerie e luoghi pubblici, con il ricavato che viene distribuito come dividendo ai proprietari delle azioni.
Questo perché uno dei principali obiettivi di Feral Horses nei confronti degli artisti contemporanei è il riconoscimento del loro diritto a essere equamente ricompensati e del ruolo che svolgono all’interno della società, oltre a dare loro la possibilità di interagire direttamente con sostenitori.