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Da ormai alcuni anni le squadre professionistiche hanno cominciato a studiare ogni singolo aspetto del gioco, traducendolo in analisi statistiche. Stasera per vincere contro il Brasile, oltre alla tattica, per l’Italia conterà la matematica
L’attesa è finita: i mondiali di calcio femminile forse più attesi e seguiti di sempre sono finalmente cominciati. Nella partita inaugurale, seguita sugli spalti del Parco dei Principi di Parigi da 45.261 spettatori, le padrone di casa della Francia hanno battuto la Corea del Sud con un netto 4-0, e gol di Eugenie Le Sommer, Wendie Renard (doppietta) e Amandine Henry. Un risultato ampiamente previsto alla vigilia: che la Francia fosse favorita non erano solo i commentatori, gli opinionisti o i tifosi delle rispettive squadre a dirlo. A sancire la superiorità di una formazione sull’altra erano i numeri, i veri indiscussi protagonisti dello sport contemporaneo.
Mai come oggi si è in grado di scomporre, analizzare, incrociare dati per migliorare la prestazione sportiva. Ogni singolo gesto atletico, personale e di squadra, è catalogato e messo a confronto con le altre formazioni. Conoscere il lato debole del proprio nemico è, da sempre, la chiave per il successo: oggi, oltre alla tattica, conta la matematica.
È in questo contesto che le squadre professionistiche hanno cominciato a includere nei propri staff personale di estrazione scientifica più che sportiva, integrando le conoscenze matematiche con quelle tattiche per massimizzare i risultati sul campo. Se avete visto il film Moneyball (in italiano tradotto con “L’arte di vincere”) sapete di cosa stiamo parlando. La pellicola, basata sul libro Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game di Michael Lewis, racconta la vera storia del general manager degli Oakland Athletics della MLB, la lega professionistica di baseball, Billy Beane (interpretato da Brad Pitt).
Visto il poco budget a disposizione per costruire la squadra, Beane adotta un approccio “sabermetrico” (in pratica l’analisi del baseball attraverso le statistiche): anziché basarsi su quanto gli dicevano gli osservatori, inizia a selezionare i giocatori basandosi sulla OBP, ossia la percentuale che indica il numero delle volte in cui il giocatore conquista una base senza aiuto di penalità. Appoggiandosi a questa rilevazione statistica, mette insieme una squadra piena di giocatori scartati da altre società, portandola vicina alla vittoria del campionato. Il film mostra molto bene cosa possono fare i numeri applicati allo sport, e da allora questo tipo di studio ha preso piede in qualunque altra disciplina. Calcio femminile compreso, ovviamente.
Wyscout: come funziona
Wyscout è una piattaforma online per la ricerca e lo studio dei calciatori di quasi ogni campionato del mondo. È utilizzata da allenatori, club professionistici e agenzie sportive, e permette di seguire e visionare i giocatori in qualunque angolo del globo, con tanto di analisi matematica di ogni aspetto tecnico. Arsenal, Juve, Manchester United, Chelsea, Real Madrid, Barcellona: tutte le grandi squadre usano la piattaforma. Non potevano essere da meno le nuove protagoniste del calcio mondiale, anch’esse finite sotto la lente di ingrandimento di Wyscout.
Diamo allora un’occhiata più da vicino alle caratteristiche tecniche della nostra Nazionale e delle squadre favorite del torneo: Stati Uniti, Francia, Germania e Giappone.
Italia
Il report di Wyscout prende in esame 5 partite: 4 giocate tra luglio e ottobre del 2017 e una dell’aprile di quest’anno. Nelle gare a cui si fa riferimento, le azzurre hanno vinto contro Irlanda, Romania e Svezia e perso contro Germania e Russia. In queste gare lo schema tattico più usato è stato il 4-3-3, con le quali le ragazze si sono schierate nel 39,6% del tempo totale. Il più usato non significa però il più efficace, dicono i numeri: quando è stato usato da inizio partita (è avvenuto in due casi), la squadra ha realizzato due goal ma ne ha subiti quattro. Un saldo negativo che dovrebbe far riflettere Bertolini e il suo staff. Secondo l’analisi dei dati lo schema più vincente è il 4-4-2, utilizzato solo nel 19,7% dei casi: in quel caso il saldo è positivo, un goal fatto e nessuno subito.
L’atteggiamento in campo delle nostre ragazze è aggressivo, finalizzato a recuperare il possesso nella metà campo offensiva. Lo dimostrano i dati del recupero palla, che nel 24,8% dei casi avviene proprio nella zona di attacco, a riprova di un pressing alto che molto spesso sembra funzionare. Un pallone recuperato vicina alla porta avversaria, si sa, può valere oro. Discreta anche la percentuale di perdita possesso palla, con la difesa che ha lasciato il pallone alle avversarie solo nel 19,8% dei casi presi in esame.
Le azzurre hanno comunque già trasceso questi numeri, vincendo le prime due partite del proprio girone: e questa sera saranno in diretta, alle 21, su Rai1 per la suggestiva Italia-Brasile che vale il primato e la qualificazione agli ottavi.
Francia
Nel caso delle cugine francesi va fatta una premessa importante: quando si parla di numeri, occorre fare molta attenzione alle partite a cui si fa riferimento. Nel caso della Francia, infatti, le 5 partite del campione statistico hanno visto la squadra di Corinne Diacre affrontare Germania, Svizzera e Inghilterra (per ben 3 volte). Risultato? 3 sconfitte, una vittoria e un pareggio. Va però considerato, come dicevamo, il valore delle avversarie, superiore a quelle affrontate, ad esempio, dall’Italia. Andando a leggere i dati, si nota come, rispetto alle nostre atlete, le francesi abbiano recuperato meno palloni in zona d’attacco (il 17,4%) e lo abbiano perso quasi una volta su tre nei pressi dell’area di rigore (32,6%).
I numeri Wyscout raccontano caratteristiche della squadra di cui le avversarie terranno sicuramente conto. In fase d’attacco i pericoli maggiori arrivano con i cross dalla destra (nel 71,1% dei casi): il piano gara degli allenatori avversari ne dovrà tenere conto e cercare di limitare i danni in quella fascia, magari prevedendo un raddoppio.
Per fare goal però non basta crossare il pallone, ma serve anche metterlo dentro. Decisamente scarsa in questo senso la percentuale di realizzazione: su 53 tiri tentati in 5 gare, solo 15 erano indirizzati nello specchio della porta, e solo 3 di questi sono finiti in rete. Se vorrà fare strada nel torneo, la Francia dovrà migliorare la precisione al tiro.
Stati Uniti
Sono tra le favorite del torneo. Nelle 5 gare esaminate da Wyscout hanno collezionato 3 vittorie e 2 pareggi. L’allenatrice Jillian Ellis ha le idee molto chiare sullo schema con cui mandare in campo le sue atlete: il suo 4-3-3 è stato utilizzato nel 79,3% dei casi e ha fruttato 3 goal fatti e nessuno subito. La trazione offensiva della squadra è testimoniata dalla percentuale di recupero palla in fase offensiva (28,8%, quindi più delle italiane) e dal numero di dribbling: la percentuale di tentativi delle americane di superare le rispettive avversarie è del 63,6%: 33,8% sulla fascia destra, 21,2% su quella sinistra e 8,6% al centro.
Decisamente buona la fase realizzativa: quando sono arrivate sotto porta, le atlete degli Stati Uniti hanno tirato 68 volte, centrando 23 volte lo specchio della porta e, quel che conta di più, segnando 8 goal. Questi dati dovrebbero consigliare agli allenatori che si troveranno ad affrontarle di cercare di tenerle il più lontano possibile dalla propria area di rigore, cercando magari di aumentare il possesso palla.
Germania
Altra grande squadra a cui fare attenzione. Come nel caso della Francia occorre però fare un ragionamento analogo, ma al contrario. Nel campione statistico figurano sì le vittorie contro Inghilterra e Francia, ma anche quella contro le non irresistibili Isole Far Oer, battute con il punteggio di 11-0. Nelle altre due gare considerate, peraltro, la Germania ha perso contro Islanda e Danimarca. Anche per questo i numeri, se si guarda ai goal fatti, sono impressionanti: 19 goal fatti, 47 tiri nello specchio della porta e ben 116 tiri complessivi tentati.
Particolare attenzione al versante offensivo delle ragazze tedesche: il fronte d’attacco è spaziato per tutto il campo, sia sulla fascia destra (30,7%) che su quella sinistra (35,4%) che al centro (9,4%). Traducendo dai numeri al gioco: i pericoli possono arrivare da tutte le parti. Gli allenatori avversarsi, allora, potrebbero pensare di schierare in campo una formazione più difensiva, magari con una difesa a 4 o a 5.
Giappone
3 vittorie, un pareggio e una sconfitta (contro l’Inghilterra) per la formazione di Takemoto Takakura Asako. I meccanismi di gioco della squadra sono ben rodati: nelle partite prese in esame da Wyscout, le atlete sono quasi sempre scese in campo con un solido 4-4-2 (nel 77,5% dei casi), mentre nel restante 22,5% si sono schierate con un non troppo dissimile 4-4-1-1.
Buona la percentuale di realizzazione delle atlete giapponesi: su 53 tiri complessivi, 18 sono stati indirizzati nello specchio della porta e 9 sono finiti in rete.
Ma chi giocherà contro il Giappone dovrà coprirsi soprattutto sulla fascia destra delle nipponiche, zona del campo dalla quale arrivano il 20,7% dei passaggi filtranti, il 21,1% dei dribbling e, soprattutto, il 58,7% dei cross.
Alla fine sono “solo” numeri
Queste sono solo alcune delle analisi con cui gli staff delle squadre si sono preparati per la missione in Francia. Oltre alle statistiche di squadra, ovviamente, anche ogni giocatrice è studiata e analizzata nel dettaglio. Come visto, la precisione di ogni singolo aspetto del gioco rende possibile una lettura a 360 gradi della propria e delle altre formazioni. Ma il bello dello sport, alla fine, è che questi sono solo numeri. Poi si scende in campo, e lì si riparte sempre da zero: le pagelle del dopo Italia-Jamaica assegnano voti bassi al portiere Laura Giuliani, l’unica italiana del Team Visa, perché praticamente non ha avuto alcuna necessità di intervenire nel corso della partita. Così come registrano un gol subito durante il match contro l’Australia: ma il nostro estremo difensore ha anche parato un rigore alla Kerr, uno degli attaccanti più forti del mondo.
In questi giorni Parigi è comunque la capitale mondiale del calcio femminile. Un mondo, come abbiamo visto, in cui accanto al tifo e alla passione convivono dettagliate e puntuali analisi matematiche. Un rigore (in questo caso non dal dischetto) supportato anche da Visa, main sponsor di questa edizione. I numeri sono i protagonisti dentro al campo ma anche fuori, come dimostrano le più attuali tecnologie del mobile payment che Visa ha portato in mostra a Parigi: con tifosi in arrivo da tutto il mondo, quale altra vetrina migliore per dimostrare la sicurezza e l’affidabilità delle proprie carte di pagamento? Le nuove tecnologie adottate garantiscono ancora maggiori garanzie in termini di privacy: ma non solo.
I fan che arrivano in questi giorni in Francia avranno modo di scoprire tutte le funzionalità dei nuovi servizi anche in termini di praticità: con Visa è infatti possibile pagare attraverso il proprio smartphone o device abilitato attraverso il Visa Token Service, la piattaforma tecnologica che permette di unificare i pagamenti digitali e da device mobili. Visa offre inoltre soluzioni di pagamento personalizzate, dando la possibilità ai partner di creare ed implementare soluzioni di pagamento tokenizzate per i loro clienti.