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Da Chiavari alla conquista dei campi di calcio e dei campi fotovoltaici di tutta Italia. E in futuro ci sarà spazio per allargarsi all’estero, e magari anche per dare un contributo decisivo all’agritech
Vedono, eccome se vedono: e vedono sempre più lontano. La chiavarese Wesii è ormai sempre meno una startup (ma pur fiera e orgogliosa del suo passato) e sempre più un’azienda vera e propria, pronta per una nuova avventura dal profilo internazionale. Era il 2016, quando Mauro Migliazzi, un promettente giovane di Chiavari con all’attivo già numerosissime esperienze lavorative (dopo gli studi in Scienze Ambientali e i primi incarichi per Politecnico di Milano e Cnr), decise di tornare nella sua città d’origine e avviare quel percorso che oggi l’ha portato ad avere quindici collaboratori nello staff, due aule presso l’incubatore Wylab in via Davide Gagliardo, alcune partnership di prestigio, soci di altrettanto prestigio e parecchie commesse dal mercato italiano.
Il business di oggi
Wesii: così ha chiamato la sua startup, ovvero la versione pronunciata dell’inglese we see, noi vediamo. E che cosa vedeva, e tuttora vede, l’azienda guidata da Migliazzi? “Le diedi il nome Wesii – scherza oggi il suo fondatore – perché quello scritto con la grafia esatta era un dominio già occupato su Internet. Ad ogni modo il nome ci ha portato bene, sinora, anche se io sono uno molto concreto e non faccio troppi voli in avanti”.
Eppure è proprio il volo il core business di questa realtà tutta chiavarese: “Wesii si occupa, tramite l’utilizzo di droni e di speciali termocamere che vi sono montate sopra, del monitoraggio dall’alto degli impianti fotovoltaici, per valutare la loro efficienza, il loro stato di salute, il loro funzionamento, le eventuali anomalie e le eventuali dispersioni di energie. Ma l’utilizzo dei droni per i monitoraggi può avere applicazioni anche più vaste e legate ad altri settori”.
Le origini
Wesii, ad esempio, nasce per osservare lo stato dei manti erbosi dei campi di calcio. Primo cliente la Virtus Entella, su precisa scelta del presidente Antonio Gozzi, il quale fu convinto sin da subito da questa innovazione: “Arrivai a Wylab da solo – ricorda Migliazzi – e mi diedero una scrivania per iniziare la mia attività. Il primo aumento di capitale, da duecentomila euro, fu sottoscritto proprio dal gruppo Duferco, insieme a Banca Patrimoni. Da lì è iniziato tutto. Abbiamo lavorato nel monitoraggio dei campi erbosi, anche per altre società di calcio. Poi il business è cresciuto nell’osservazione degli impianti fotovoltaici e oggi, in questo settore, siamo i leader in Italia”.
I droni, in questo caso, non sono certo dei giocattoli ma degli strumenti precisissimi e assai complessi e costosi. Le tecnologie sono di ultima generazione, la necessità di tenersi aggiornati è pressoché costante, così come è grandissima la voglia di crescere, di allargarsi, di aumentare il proprio raggio d’azione. Perché la domanda esiste, e non solo in Italia. E la capacità di dare risposte puntuali, precise, concrete e scientifiche è di pochissimi.
Il presente e il futuro
Wesii è tra queste pochissime realtà: “Per questo, è nata l’esigenza di un secondo aumento di capitale, questa volta più ampio, da circa un milione di euro. È in fase di completamento, anche grazie alla preziosa collaborazione da parte di Ligur Capital. A breve, come auspico, chiuderemo gli accordi e potremo comunicare i nomi delle realtà che hanno aderito”.
L’obiettivo si chiama internazionalizzazione: “Una strada che abbiamo già avviato, con una prima commessa in Sud Africa – racconta Mauro Migliazzi – sempre per quanto riguarda l’osservazione e lo studio di impianti fotovoltaici. Altre richieste ci sono arrivate dal Sud Est dell’Asia e da varie parti d’Europa. Ma ci interessa molto pure l’altro emisfero, anche per un motivo molto pratico: siccome possiamo volare con i droni solamente in primavera e in estate, quando dobbiamo restare fermi sul nostro emisfero, ci possiamo concentrare sull’altro. Ecco perché vogliamo crescere: il mercato c’è e vogliamo essere in grado di prendercelo”.
L’Italia è andata molto bene: “Possiamo tranquillamente dire di esser leader nel settore in campo nazionale. L’anno scorso, abbiamo mappato nel nostro database tre milioni di pannelli. Quest’anno siamo già a cinque. Nei nostri archivi, quindi, abbiamo otto milioni di pannelli mappati, per un totale di circa un gigawatt e mezzo di impianti. Noi valutiamo eventuali anomalie e le segnaliamo ai nostri clienti, poi gli interventi spettano a tecnici specializzati”.
Per Wesii operano delle squadre sul campo, mentre a Chiavari c’è il quartier generale che si occupa dello sviluppo del software, dell’immagazzinamento delle fotografie e del loro studio. Tutto avviene in maniera rigorosamente scientifica. Senza dimenticare, però, un pizzico di romanticismo: ovvero i manti erbosi, il settore da cui tutto prese inizio. “Ce ne vorremmo occupare ancora – dice Migliazzi – e infatti abbiamo intrapreso un percorso che spereremmo di poter condividere concretamente anche con la Lega Serie B. Un altro settore molto interessante, poi, è quello della viticultura: anche qui ci vorremmo specializzare. Non ci precludiamo nulla, insomma. Continuiamo a lavorare con serietà, impegno e grandissima passione”.
E i risultati arrivano, è un buon momento per tentare il salto. Wesii fa volare i droni, ma è Wesii stessa che vuole volare. Sempre più in alto.