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Una piattaforma per raccogliere fondi e supportare i progetti di una società sportiva. E con l’aiuto della GDO anche sostenere nobili cause
La società è senza soldi. La società non può permettersi questo investimento. I lavori devono essere rimandati. Si vedrà più avanti. E così via. Quante volte, specie nell’ambiente dilettantistico, ma a volte pure in quello professionistico, si sono sentite queste frasi: oggi, però, un ottimo contributo per invertire questa tendenza arriva da una piattaforma online che, a poco a poco, si sta notevolmente ampliando e si sta posizionando in maniera decisa nell’ambito delle novità tecnologiche, ma anche degli strumenti estremamente utili. Triboom, questo il suo nome, è stata fondata nel 2014, ed è pienamente operativa a partire dal 2015. Suo ideatore un ex-giocatore di pallacanestro, oggi allenatore delle nuove leve, che ha deciso di lanciarsi con tutte le energie in questa entusiasmante avventura. Si chiama Alfonso Stefanelli, un ragazzone di quasi due metri che, oltre allo sport, si è sempre occupato di attività recettive e turistiche: “Ho gestito per parecchio tempo – racconta – una struttura a Venezia, insieme a mio fratello. Poi, ho deciso di dedicarmi a Triboom”.
Il crowdfunding parte dai supporters
Come tutte le grandi idee e le più produttive startup anche Triboom nasce da una mancanza, da un vuoto che andava colmato: in questo caso la difficoltà da parte delle società sportive di poter disporre di finanza per portare a termine i propri progetti, per dare seguito alle proprie ambizioni.
Stefanelli è stato come un chimico, bravo a scovare la formula. È lui a descrivere per filo e per segno la sua piattaforma, che è inserita all’interno del network di Wylab (l’incubatore chiavarese ha svolto per Triboom una solida attività di mentorship): “Triboom è una piattaforma di crowdfunding innovativa dedicata a club e organizzazioni sportive. Innovativa perché combina elementi di raccolta finanziaria a dinamiche di community. Offrendo a ciascun club un account dedicato e personalizzabile, dove raccogliere i propri supporter attraverso un sistema di registrazione gratuito e immediato: i club possono lanciare aste e campagne di finanziamento per i propri progetti, coinvolgendo in maniera ampia tutta la propria base di supporto».
Vantaggi per tutti
Un meccanismo premiante per tutti: perché garantisce energie fresche alla società che aderisce, mentre i supporter, dal canto loro, “possono così avere accesso alle ricompense esclusive messe in palio dal club e allo stesso tempo possono postare contenuti di qualsiasi tipo, come foto, video e album, che possono essere votati e condivisi dall’intera community. Tutto viene valorizzato da un sistema di punteggi divertente e condiviso”. Ogni tifoso, quindi, può diventare un piccolo sponsor dei propri beniamini. E contribuire alla vita della propria società del cuore.
Ma anche, altro aspetto fondamentale, a progetti di beneficienza: “È il caso ad esempio della Virtus Entella – ricorda Stefanelli – che si è servita nei mesi scorsi della piattaforma Triboom per mettere all’asta le maglie dei propri calciatori. L’intero ricavato è stato poi devoluto agli sfollati del Ponte Morandi di Genova”. Altro importante partner recente è stato il Torneo Ravano, manifestazione per i bambini delle scuole elementari storicamente organizzata dall’U.C. Sampdoria. Qui la raccolta economica della campagna ha permesso di finanziare la produzione dei kit (comprensivi di maglietta ufficiale UEFA Respect, pantaloncini e calze) che sono stati distribuiti a tutti i giovani atleti partecipanti.
Un nuovo modello
“Adesso – prosegue Stefanelli – stiamo ulteriormente ampliando la nostra offerta. Lo facciamo con la sperimentazione di un modello diverso, e potendo contare su partner della grande distribuzione organizzata come nel caso di Despar e Tigotà. Queste aziende mettono a disposizione card prepagate: il supporter che fa una donazione ottiene una card dello stesso valore della donazione, da spendere nei negozi di quella catena. In questo modo i grandi gruppi ci danno una mano, e hanno un ritorno non solo in termini di immagine ma anche di loro clientela”.
Attualmente Triboom conta cinque soci, oltre a un gruppo di sviluppo che viene attivato secondo necessità. Due le sedi: Padova come quartier generale, Bologna per il commerciale. La rete è in crescita, e bisogna farsi trovare pronti. Giocando sulle leve della passione, dell’entusiasmo, dello spirito di appartenenza, delle buone cause. Questo è Triboom: il nuovo modo di condividere e sostenere i propri colori, tutti insieme.