Quali sono i 4 errori dei leader che possono minare il successo delle aziende? Ce lo dice la ricerca di Dale Carnegie Training condotta su circa 3.300 impiegati
Tutti gli esseri umani hanno un punto cieco, ossia un punto nel campo visivo di ciascun occhio che non vediamo. Uno studio recente condotto dalla Dale CarnegieTraining suggerisce che anche i leader hanno dei punti ciechi. Quando parliamo di alcuni comportamenti chiave nel motivare ed ispirare i collaboratori a dare il massimo, i leader a livello globale, hanno prestazioni insufficienti: solo il 17% dei collaboratori è soddisfatto del proprio lavoro. Mentre il 45% ha in programma di lasciare l’azienda nei prossimi 12 mesi, principalmente per scappare dal proprio capo.
Nello studio condotto a livello globale dalla Dale Carnegie Training, sono stati individuati i “Punti Ciechi della Leadership”, ovvero quelle zone d’ombra che i leader spesso non riescono a vedere da soli. Queste mancanze possono arrivare a minare o addirittura a far fallire un’intera organizzazione.
Nella ricerca su oltre 3.300 intervistati in 14 paesi, è stato rilevato che: solo il 17% dei dipendenti si sente soddisfatto del proprio lavoro. Il 16% sta cercando una nuova occupazione. E più di un quarto degli intervistati cercherà un nuovo lavoro entro il prossimo anno.
Se pensiamo che il 75% delle persone non scappa dall’azienda, ma scappa dal proprio capo, capiamo quanto sia importante sviluppare capacità di leadership che coinvolgano mente e cuore dei collaboratori. Entrare in empatia con i propri collaboratori è una leva cruciale per capire come motivarli e per evitare il fallimento.
La ricerca: Punti Ciechi della Leadership
Dalla ricerca di Dale Carnegie Training emergono 4 errori che manager, amministratori delegati e leader commettono ogni giorno nelle proprie aziende e che possono portare addirittura al fallimento:
1° Errore: non mostrare apprezzamento
I leader di oggi vanno ben oltre il vecchio e sbrigativo “Considera la tua retribuzione come un biglietto di ringraziamento per il lavoro svolto”. Comprendono l’importanza del capitale umano e senza dubbio sentono di apprezzare i propri collaboratori. Eppure, meno della metà dei lavoratori presi in esame dallo studio ha affermato di sentirsi sinceramente apprezzata dal proprio manager.
Molto spesso il punto critico in cui cade la gran parte dei leader è la bassa frequenza con cui fanno un elogio o la mancanza di sincerità. I leader di successo elogiano e apprezzano con sincerità i propri collaboratori. Spesso è facile perdersi nella frenesia quotidiana delle scadenze di progetti e di consegne, ma un semplice e sincero apprezzamento, elogio o riconoscimento è fondamentale per aumentare la fiducia dei collaboratori. E ciò vale in tutto il mondo.
Il 76% dei lavoratori si sente maggiormente ispirato e motivato se il capo dispensa apprezzamenti onesti e sinceri per il lavoro svolto. Quindi l’allenamento sarà nell’osservare un aspetto positivo nel lavoro dei collaboratori e apprezzarlo pubblicamente con sincerità.
Quando è stata l’ultima volta che ci hanno mostrato un apprezzamento per il lavoro svolto?
E magari l’ultimo grazie?
2° Errore: Non riconoscere i propri errori
“Se avete sbagliato, ammettetelo velocemente ed energicamente”.
La propensione ad “ammettere di aver sbagliato” è stato il comportamento chiave legato alla leadership che ha generato la più evidente disparità tra la sua rilevanza e la performance dei manager. Mentre l’81% degli intervistati ha dichiarato che il riconoscere gli errori da parte del capo era fondamentale per alimentare la loro motivazione a dare il meglio, solo il 41% ha detto che il proprio manager lo avrebbe fatto realmente, con un gap quindi del 40%.
I leader che sanno prendersi la responsabilità dei propri errori sono d’ispirazione per gli altri: Tutti possiamo sbagliare. È la vita. E fare errori fa parte del gioco. Tuttavia, il modo in cui gestiamo le situazioni nelle quali ci rendiamo conto di aver sbagliato, dice moltissimo su chi siamo. Ci vogliono elevati livelli di onestà, integrità e coraggio per ammettere di essere in errore. Forse è il motivo per cui così pochi leader lo fanno. Ammettere quando si ha torto, dimostra che l’ambiente circostante consente di potersi assumere un rischio calcolato, facendo errori e imparando da questi.
Per essere leader efficaci, quindi, è necessario dimostrare la propria affidabilità e integrità, riconoscendo i propri errori.
3° Errore: Non ascoltare
“Il complimento più grande che mi è mai stato fatto fu quando uno mi chiese cosa ne pensassi, ed attese la mia risposta.” Henry David Thoreau
Solo il 49% degli intervistati ha affermato di sentirsi ascoltato con attenzione quando parla con il proprio capo.
L’ascolto attivo è fondamentale ed è costituito almeno in parte dal mostrare rispetto per ciò che l’altro ha da dire. Ascoltare con attenzione, rispettare e valorizzare le opinioni dei propri collaboratori sono le caratteristiche di un leader efficace Le persone desiderano contribuire alla mission aziendale e poter fare la differenza nel proprio contesto lavorativo. Questo diventa possibile solo quando i leader le mettono nella condizione di poterlo fare, ovvero ascoltandole e accogliendo le loro idee. Quando questo non accade, i lavoratori hanno la sensazione di non essere parte dell’organizzazione o, addirittura, di essere rifiutati. Non è un caso che “essere ascoltati con attenzione” e “vedere rispettata la propria opinione” siano due delle tre principali caratteristiche di leadership segnalate come fortemente motivanti dai partecipanti della ricerca.
Con le attuali tecnologie, le opportunità di uno scambio diretto e continuo all’interno del team sono molto più frequenti di un tempo. I leader che sanno sfruttare con intelligenza queste occasioni per ascoltare i propri collaboratori possono avere un impatto enorme sul successo dell’intera organizzazione.
4° Errore: Essere incoerenti
Nessuno ama pensare a se stesso come a un disonesto. Eppure quasi 2 dipendenti su 10 (17%) affermano che il proprio manager non è mai o è raramente onesto e affidabile nei confronti degli altri. Mentre la veridicità di questa affermazione può essere discutibile, sono però le percezioni che i lavoratori hanno dei propri manager quelle che quest’ultimi devono imparare a fronteggiare per essere dei veri leader.
Sulla stessa scia, il 16% del campione sostiene che il manager non è mai affidabile o lo è raramente, il che significa che questi collaboratori vedono il loro leader comportarsi in modo incoerente verso i propri principi e i propri valori. I lavoratori, per essere motivati, hanno bisogno di leader di cui fidarsi.
Leader coerenti Esternamente e Internamente
La ricerca ha esaminato la fiducia dei collaboratori verso il proprio manager, partendo da due concetti, descritti come coerenza interna ed esterna.
I leader Coerenti Esternamente sono fidati, dicono ciò che pensano e pensano ciò che dicono; le persone sanno di poter contare su di loro.
Nel mondo circa il 30% del campione ha affermato che il proprio manager è sempre affidabile e onesto quando si rapporta con gli altri.
I leader Coerenti Internamente invece sono attendibili sia nelle parole sia nei fatti. Sono fedeli a se stessi, ai propri principi e ai propri valori. Quasi 3 intervistati su 10 ha affermato che i propri leader sono sempre credibili perché parlano e agiscono in linea con le proprie idee. In Brasile, Messico, Canada e Stati Uniti i collaboratori intervistati percepiscono i propri leader come più coerenti, sia esternamente sia internamente, rispetto agli intervistati di altre aree geografiche.
La fiducia costituisce il fondamento di qualsiasi relazione interpersonale. Essa si basa su qualcosa di più del dire semplicemente la verità quando richiesta e i leader che sono coscienti di questo sono sulla strada giusta verso la creazione di una cultura che incoraggi i collaboratori.
Una sincera autoriflessione
Molti dei manager intervistati sono convinti di essere riconoscenti, umili, attenti e coerenti: in realtà c’è uno scollamento notevole tra come si vedono loro e come li percepiscono i loro collaboratori.
Il primo passo per capire come essere leader più efficaci è chiedersi: Cosa possiamo fare di più e soprattutto cosa dobbiamo smettere di fare?
Eliminare completamente tutti i punti ciechi individuati sarebbe utopistico per la natura umana stessa. Ma attraverso una sincera autoriflessione unita a un impegno mirato, possiamo fissarci degli obiettivi per migliorare i nostri comportamenti nella relazione coi collaboratori, evitando che scappino.. da noi.