Non solo: il Vecchio continente potrebbe risparmiare tra gli 8 e i 14 miliardi di euro di costi sociali dovuti ai danni sulla salute
Sono numeri impressionanti quelli dell’ultimo report del Ministero dell’ambiente francese, di cui sono co-autori Cerema, Citepa e Ineris, sulla situazione ambientale nel Mediterraneo. Per gli esperti basterebbe istituire nel Mare nostrum una o più Aree a Controllo delle Emissioni navali (ECA), come quelle già presenti nel Nord Europa che impongono alle navi stringenti limiti alle emissioni di inquinanti, per salvare, ogni anno, 6000 vite umane, consentendo risparmi stimati da 8 a 14 miliardi di euro, ovvero parte del costo sociale pagato da tutti i Paesi a causa dell’impatto dell’inquinamento sulla salute.
In Italia i benefici maggiori
Ma c’è di più, perché sebbene i benefici riguardino tutti gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo, sarebbe l’Italia a trarne i maggiori benefici: si parla di quasi 500 vite salvate ogni anno e un risparmio compreso tra i 1.200 e i 2.500 milioni di euro per minori costi sociali. Il rapporto ha valutato il miglioramento della qualità dell’aria che deriverebbe nella regione con il passaggio a combustibili navali di migliore qualità e l’utilizzo di sistemi di abbattimento degli inquinanti.
Come migliorerebbe la nostra vita imponendo un traffico navale green
Con l’istituzione di un’area ECA nel Mediterraneo, le emissioni prodotte nel nostro mare si ridurrebbero, rispetto al 2015, del 95% quanto a ossidi di zolfo, dell’80% per ciò che concerne il particolato, del 51% per il black carbon e fino al 100% degli ossidi di azoto, migliorando in maniera significativa la qualità dell’aria specialmente nelle città di porto. “Concludiamo – scrivono i redattori del rapporto – che i benefici per la salute derivanti dall’area ECA nel Mediterraneo sono almeno tre volte superiori al costo di messa in opera dell’area”.
Nel dettaglio, il rapporto contiene la previsione dell’entità della riduzione delle concentrazioni che l’istituzione dell’Area ECA nel Mediterraneo comporterebbe per i diversi inquinanti atmosferici, città per città. In particolare, fra i tanti, a Genova si avrebbe una riduzione della media annua del biossido di azoto (NO2) di ben 19 μg/m³, quasi 10 μg/m³ a Palermo e oltre 6 μg/m³ a Venezia. Rilevanti riduzioni delle concentrazioni del biossido di azoto e PM2.5 anche a La Spezia e a Savona.
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Della riduzione del tenore di zolfo nei carburanti fino allo 0,1% (l’Organizzazione Marittima Internazionale ha stabilito un nuovo limite a 0,5% al 2020 a livello globale) e delle emissioni di NOX, PM10, PM2.5, NO2 e SO2, beneficerebbe tutta l’area costiera ma anche la pianura padana visto che le emissioni navali vengono trasportate per centinaia di chilometri verso l’entroterra dai venti.
Le emissioni marittime causano, ogni anno in Europa, 50.000 morti premature e costano 60 miliardi di euro solo in spese sanitarie. L’inquinamento atmosferico navale può rappresentare fino al 40% degli inquinanti nelle città costiere nel Mediterraneo. La ragione principale dell’impatto negativo sull’ambiente è l’uso di un olio combustibile pesante, altamente carico di zolfo, che emette particolato carbonioso, metalli pesanti, polveri sottili (primarie e secondarie) e anidride solforosa.
L’appello al ministro Costa
Per Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria Onlus: “È necessario che il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, faccia proprio, sostenendolo apertamente e con ogni mezzo a sua disposizione, dell’Area ECA Mediterranea. La Francia stima che si possa giungere all’attivazione entro il 2022, ma per ottenere questo risultato è essenziale un impegno attivo da parte dell’Italia. Un impegno mai manifestato nonostante i nostri ripetuti appelli, delle città portuali, dei cittadini e dei comitati di Genova, Savona, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Ancona, Venezia, Trieste e altri ancora. Con il sostegno di Francia e Spagna e alla luce dei dati di questo rapporto, può l’Italia indugiare ancora?”.
Quindi ha concluso: “Serve un’azione immediata per proteggere i cittadini. Perché il Governo si attivi in tal senso, Cittadini per l’Aria sta chiedendo in questi giorni ai Sindaci delle città di porto che non l’hanno già fatto, alle Regioni che si affacciano sul mare, e ad altre istituzioni, di aderire ad un appello al Governo perché si impegni su questo tema”.