L’ateneo ha ridotto del 38% i consumi energetici da illuminazione installando luci led, realizzato 500 isole ecologiche per la raccolta differenziata e dato ai suoi studenti pratiche borracce per eliminare le bottiglie di plastica usa e getta
Formazione, competenze e fatti: un trinomio vincente, in tema di sostenibilità, che l’Università Bicocca di Milano porta avanti con successo da anni. Un primo report in materia, relativo al 2017, è arrivato, dopo un lungo lavoro da parte di docenti e studenti, in collaborazione con tante altre figure, tra cui le Università italiane, il Comune di Milano, la società A2A e le aziende di mobilità presenti sul territorio. Un impegno che rende partecipi e protagonisti soprattutto gli alunni, i quali si reputano soddisfatti del lavoro svolto.
“L’Università Bicocca è, intrinsecamente, sostenibile. Nata dalle ceneri degli ex stabilimenti Breda e Pirelli, nell’area nord di Milano, il polo è considerato tra i progetti di riqualificazione urbana più avanzati d’Italia”, ha dichiarato Massimiliano Rossetti dell’Ufficio BASE (Bicocca Ambiente, Società ed Economia).
Sono passati 20 anni da quando prese forma il primo edificio universitario, sede proprio della facoltà di Scienze Ambientali. Entro il 2030 l’obiettivo di Bicocca è quello di raggiungere i 17 Sustainable Development Goals contenuti all’interno dell’Agenda delle Nazioni Unite, partendo proprio dalla cultura della sostenibilità.
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Collaborare per essere più sostenibili
BASE (Bicocca Ambiente, Società ed Economia) è l’Ufficio che, oltre ad aver stilato il report, si occupa di pianificare e realizzare il piano di sostenibilità. Diversi sono gli ambiti d’azione, tra cui l’energia, i rifiuti, la mobilità, i cambiamenti climatici, l’acqua e l’alimentazione. Ad avviare il primo studio sulla tematica in Bicocca fu la professoressa Marina Camatini, recentemente scomparsa e ricordata da tutti con commozione durante la presentazione del report.
BASE non solo si occupa di intervenire attivamente sulle attività strutturali, ma promuove i principi green a livello locale con il Distretto Bicocca, nazionale ed internazionale con RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile) e ISCN (International Sustainable Campus Network).
“Le Università sono co-produttori e co-creatori di innovazioni e mestieri al servizio della società, sia a livello infrastrutturale che sociale – spiega Patrizia Lombardi, coordinatore RUS – L’obiettivo di RUS è proprio quello di cooperare tutti insieme per innovare il Paese, far conoscere le buone pratiche ed apprendere da chi è più bravo. RUS nacque tra i 2013 ed il 2015, con 7 istituti. Oggi siamo in 61 che collaboriamo su temi quali rifiuti, mobility, education e climate change. Impatto sociale e transdisciplinarietà sono le caratteristiche che ci contraddistinguono”.
I traguardi già raggiunti dall’Università Bicocca
“Questo report rappresenta un importante passo in avanti. Non siamo un’azienda con obblighi di rendicontazione, ma abbiamo deciso di mettere tutti al corrente di numeri e dati”, ha affermato Massimiliano Rossetti.
L’ateneo ha ridotto del 38% i consumi energetici da illuminazione, installando luci led negli spazi comuni; ha rinnovato il sistema di condizionamento con un risparmio di almeno il 40% sui relativi consumi; ha realizzato 500 isole ecologiche per la raccolta differenziata (aumentata dal 27 al 70%); ha messo a disposizione erogatori di acqua potabile e ha distribuito a tutti borracce, al fine di eliminare definitivamente le classiche bottigliette di plastica (in Italia ne vengono riciclate solo il 30% circa).
Fonte: BASE
Mobilità sostenibile
Grazie all’attivazione di convenzioni con Trenitalia, Trenord e Atm, il personale e gli studenti di Bicocca possono richiedere uno sconto sui titoli di viaggio per recarsi in Università. Anche la sharing mobility fa la sua parte, con l’incentivazione del bikesharing. Il servizio Ecobus è gratuito per gli studenti dell’Ateneo e l’Università è in procinto di stipulare anche convenzioni per l’acquisto di auto elettriche. “Per noi studenti questo è un tema molto sentito, in quanto ben il 65% della CO2 prodotta in Ateneo deriva proprio dai mezzi di trasporto”, ha affermato il rappresentante degli studenti, Francesco Paladini.
Fonte: Google Earth
La ricerca
“Nel 2008 nacque il centro di ricerca Polaris per studiare gli effetti del particolato atmosferico sull’ambiente. Oggi, qui, si indagano anche la emissioni di gas serra, la sicurezza, le nanotecnologie”, ha affermato Paride Mantecca, direttore di Polaris. Tra gli altri progetti internazionali sostenibili su cui Bicocca investe, ci sono: MaHRE Center, dedicato allo studio dell’ecologia marina nell’isola di Magoodhoo, nelle Maldive; Artico, un’esposizione interattiva nata al termine di un viaggio al Polo Nord sul riscaldamento globale; BiPAC (Centro Interdipartimentale di ricerca per il patrimonio artistico-culturale) e KIC, un grande consorzio europeo con lo scopo di incentivare la crescita e l’attrattività del settore Raw Material.
Sostenibilità economico – finanziaria
Nel rapporto si analizza anche la contabilità economico-finanziaria, interpretata nell’ottica della sostenibilità di bilancio e della determinazione del valore attratto dall’Università Bicocca con impatto positivo sul territorio. Grazie al progetto “Emissioni CO2 zero”, in primavera saranno messi a dimora alcuni alberi di Parco Nord che, durante la crescita, assorbiranno tre tonnellate di CO2.
Fonte: BASE
Responsabilità sociale
Ultima, ma non meno importante, è la diffusione di una cultura della sostenibilità. Tematica complessa e di non sempre facile attuazione. Proprio per questo, all’interno dell’Università Bicocca ci sono diversi Comitati che si occupano di tutelare la responsabilità e l’inclusione sociale.
“Dobbiamo pensare l’Università come un living lab della società stessa”, ha precisato Massimiliano Rossetti. Forse è proprio questa la chiave: incentivare la cultura, non rinchiudendola tra le pareti di un’aula, ma dandogli spazio tra la cittadinanza per cambiare, in meglio, le persone e l’ambiente. “Responsabilità sociale significa anche equità, per il miglioramento della vita di tutti”, ha affermato Gian Giacomo Schiavi, giornalista del Corriere della Sera.
Ma la politica, in tutto questo, che ruolo gioca? A questo interrogativo ha risposto l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociale, Enrico Giovannini: “Nello sviluppo sostenibile noi ci crediamo, ma per i politici questo argomento non è sexy”. E l’instabilità politica di un Paese non incentiva, di certo, progetti a lungo termine.