L’esempio è quello di Facebook: la società di Menlo Park ha veicolato oltre un miliardo di dollari di donazioni
Il passaparola è nato su Instagram. Lei è Candice Payne, una giovane broker immobiliare di 34 anni che vive e lavora a Chicago. Nei giorni scorsi la capitale dell’Illinois è stata colpita da un’ondata di freddo polare, con temperature scese fino a 20 gradi sotto zero. Troppo, persino per gli homeless che rifiutano gli aiuti e preferiscono dormire all’adiaccio, costi quel che costi.
Così la giovane decide di pagare di tasca sua 30 stanze di hotel per ospitare più senzatetto possibile, almeno per qualche notte. Prende il telefono e inizia a chiamare gli alberghi della zona: una volta prenotate le camere, però, bisogna portarci la gente. Ed è così, per ottenere un supporto immediato, decide di postare su Instagram una richiesta d’aiuto.
Quando la viralità su Instagram è positiva
L’appuntamento è alla tendopoli cittadina. Ma una volta arrivati, la sorpresa: si presenta molta più gente del previsto. Il post era diventato virale nel giro di pochi minuti e decine di persone hanno deciso di dare una mano a chi era meno fortunato.
“E’ stata una faticaccia, ma li abbiamo sistemati tutti – ha detto soddisfatta Candice alla fine – Erano così riconoscenti. Non stavano nella pelle dalla voglia di fare un bagno e di dormire in un letto”.
E’ partita così la più classica delle gare di solidarietà, con direttori degli alberghi che abbassano il prezzo delle stanze, anonimi donatori che chiamano in reception e pagano il conto, ristoranti che offrono il cibo avanzato dalla giornata. Non solo. La Payne ha recuperato quello che aveva investito, circa 4mila dollari che comprendevano anche l’acquisto di generi di prima necessità: sono stati raccolti 10mila dollari, serviti per offrire riparo ai poveri per diversi altri giorni.
Il potere delle reti
Tutto parte dall’iniziativa di una donna comune, e dal potere delle reti, in grado di concentrare la potenza di fuoco di migliaia di persone sulle cause che di volta in volta lo richiedono: tutto praticamente in tempo reale.
Aveva cominciato Facebook, consentendo di effettuare donazioni per festeggiare i compleanni: la società di Menlo Park ha da poco festeggiato il traguardo del miliardo di dollari raccolti per beneficenza. Ma il gruppo che fa capo a Mark Zukerberg ha annunciato che nel corso dell’anno sarà possibile raccogliere fondi anche attraverso Instagram.
“Per ogni storia come quella di Candice Payne, ce ne sono altre 10 o 15 nelle comunità locali, gente che ha usato la piattaforma in maniera organica per diffondere consapevolezza per le proprie cause” ha detto Ime Archibong, vicepresidente alle Partnership di Prodotto di Facebook – E’ per questo che abbiamo iniziato a lavorare per estendere i nostri strumenti di donazione anche su Instagram”. Per chi non si intendesse di social, “in maniera organica” significa senza intermediazioni, senza passare, cioè, da associazioni terze.
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L’idea è quella di creare uno sticker da aggiungere alle stories: i dirigenti della società pensano che il progetto partirà in un paio di mesi, almeno negli USA. Facebook ha cercato di puntare sulle iniziative benefiche per contrastare il calo di popolarità dovuto agli scandali dati. Tra le iniziative in corso in alcuni paesi, tra cui l’India, una funzionalità che aiuta la ricerca di donatori di sangue: chi si registra come donatore sarà avvisato con un messaggio ogni volta che un ospedale nei paraggi ha bisogno di una sacca del suo gruppo.
L’idea è nata dal basso: gli utenti del paese avevano preso a usare spontaneamente la piattaforma per cercare plasma per se stessi, amici o parenti in caso di necessità. La compagnia ha solo messo un cappello di ufficialità. La novità annunciata nei giorni scorsi è che nei prossimi mesi la funzionalità arriverà anche in America.