Catia Bastioli, numero 1 del Gruppo: “Occorre cambiare mentalità sullo sviluppo economico. Saremo protagonisti della transizione energetica”. L’Ad Ferraris: “Quattro Innovation Hub nel 2019”
Ambiente, sinergia con il territorio e persone al centro del proprio business plan. Sono queste le parole sulle quali Catia Bastioli, presidente di Terna, ha insistito maggiormente presentando alla stampa e agli investitori il Piano Strategico 2019 – 2023 del Gruppo.
“Rivoluzionare il modello di sviluppo globale”
“Nel 1972 il Club di Roma [Ong fondata dall’imprenditore italiano Aurelio Peccei e dallo scienziato scozzese Alexander King, insieme a premi Nobel e leader politici e intellettuali. Elaborò il Rapporto Meadows sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo economico. NdR] ci avvertì dei rischi di uno sviluppo senza confini: oggi possiamo dire che aveva ragione, le previsioni contenute in quel report si sono puntualmente avverate”, ha detto di fronte agli azionisti la presidente di Terna.
Leggi anche: Il Governo presenta il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030
“Nel 2050 – ha aggiunto – saremo 9 miliardi, le concentrazioni del gas serra stanno aumentando così come i volumi produttivi. Pensiamo per esempio alla plastica: nel 2050 si produrrà un miliardo di tonnellate di plastica l’anno. Eravamo un pianeta vuoto, lo stiamo riempiendo”. “Occorre – ha scandito la numero 1 di Terna – cambiare la nostra mentalità. Terna vuole svolgere un ruolo centrale in questa rivoluzione culturale”.
Ferraris: “Davanti a noi nuove sfide, da rendere opportunità”
“Il processo di transizione energetica avanza a un ritmo inatteso: il settore energetico è protagonista di un cambio senza precedenti”, ha dichiarato Luigi Ferraris, amministratore delegato di Terna. “La domanda globale attesa è destinata a crescere molto presto del 60%, la quota delle rinnovabili passerà dal 25 al 40% entro il 2040. Nei prossimi due decenni circa 20mila miliardi di dollari saranno investiti a livello globale nel settore energetico, per puntare sulle rinnovabili”.
“In Italia la transizione energetica è già avviata. Soprattutto nei settori fotovoltaico ed eolico. Nel 2018 le rinnovabili in alcune fasce orarie hanno rappresentato oltre l’80% della domanda”. “Abbiamo – ha scandito Ferraris – davanti a noi nuove sfide da trasformare in opportunità”.
Terna punta sulle startup. Otto Innovation Hub
Continua il dialogo tra il Gruppo e le startup (dialogo che, i lettori di StartupItalia lo sanno bene, era già stato avviato con le iniziative Next Energy), come ha annunciato Ferraris: “Investiremo circa 700 milioni nella digitalizzazione e nell’Open innovation, in particolar modo negli Innovation Hub. Ne avvieremo quattro sul territorio già nel 2019, così da integrare e infittire il dialogo con le startup per trovare, assieme, nuove soluzioni innovative che ci permettano di affrontare le sfide future e raggiungere gli obbiettivi che ci siamo posti”. “Il primo Innovation Hub – ha aggiunto – sarà quello di Torino. Seguirà Palermo, dove già noi conduciamo studi sui tralicci intelligenti. A regime ne avremo otto che ci renderanno sempre più una rete“.
I dettagli del Piano da 6 miliardi
Nel Piano Strategico 2019-2023 Terna investirà complessivamente 6,2 miliardi di euro sulla rete elettrica nazionale.
Oltre il 60% delle nuove linee elettriche che entreranno in esercizio nell’arco di Piano sarà ‘invisibile’ perché realizzate in cavo terrestre o sottomarino, con ridotto impatto ambientale.
Oltre 3 miliardi di euro sono relativi agli investimenti di sviluppo della rete elettrica nazionale con interventi per rafforzare le connessioni tra le zone di mercato, razionalizzare le reti nelle principali aree metropolitane del Paese, incrementare le interconnessioni. Nello specifico, tra i principali progetti per accrescere la capacità di scambio fra le diverse zone del mercato elettrico italiano si segnalano gli elettrodotti Colunga-Calenzano (tra Toscana ed Emilia-Romagna) e Gissi-Foggia (tra Abruzzo e Puglia).
Terna annuncia inoltre la razionalizzazione delle reti elettriche riguarda le principali aree metropolitane come Milano, Roma e Napoli con la sostituzione di vecchie infrastrutture con nuovi cavi tecnologici e sostenibili; tra le interconnessioni figura l’avvio dei lavori del nuovo progetto SA.CO.I.3 (il rafforzamento del collegamento tra Sardegna, Corsica e Penisola Italiana).
Oltre 2 miliardi di euro sono dedicati ad attività di rinnovo ed efficienza, principalmente per il miglioramento della qualità del servizio e per la digitalizzazione della rete elettrica.
Circa 1 miliardo di euro per il Piano di Difesa per la realizzazione e l’installazione di dispositivi per accrescere la sicurezza e la stabilità della rete, quali ad esempio i compensatori sincroni nei punti più critici per la gestione dei flussi di energia.
“Per procedere con la decarbonizzazione serve anche il Governo”
“Il passaggio dal carbone alle rinnovabili va pianificato adeguatamente”, ha commentato Ferraris. “Noi portiamo il chilowattora, ma non lo generiamo: è importante avere un piano d’azione coordinato. I tempi, ovviamente, sono essenziali ma credo che l’argomento sia già in agenda del Governo. Speriamo il tutto venga accelerato con la creazione di una cabina di regia al più presto ma ultimamente l’esecutivo sembra guardare proprio a questo punto”.
Sostenibilità, cura dei dipendenti e territorio
Come annunciato durante la conferenza stampa, parte rilevante del Piano Strategico 2019-2023 è dedicata a obiettivi di sostenibilità, finalizzati a garantire la sostenibilità del business e la creazione di valore nel medio-lungo termine. I target sono: Risorse umane; Stakeholder e territorio; Integrità, responsabilità e trasparenza; Ambiente – declinati in oltre 120 attività distribuite nell’intero arco temporale di Piano.
Leggi anche: Eni: carbone addio. Carburanti da alghe, rifiuti e dall’olio da cucina
Per quanto riguarda il punto “Risorse umane”, gli obbiettivi principali si concentrano sulla cultura della sicurezza e la salute dei dipendenti (che coprirà il 100% del personale delle unità impianti al 2021), la valutazione delle performance (che coinvolgerà l’85% dei dipendenti), un piano formativo per lo sviluppo delle competenze digitali e l’implementazione di politiche di lavoro agile. In merito alla categoria Stakeholder e territorio si evidenziano target sul coinvolgimento delle comunità locali e l’ascolto delle popolazioni per la condivisione partecipata delle infrastrutture nonché iniziative di responsabilità sociale.
Nell’area “Integrità, responsabilità e trasparenza”, invece, sono state prese a riferimento le certificazioni dei fornitori (riguarderà il 100% dei comparti ‘lavori’). Infine, nella dimensione “Ambiente”, i target più rilevanti riguardano gli impatti delle infrastrutture di trasmissione e quindi le nuove linee interrate e sottomarine, la rimozione di linee obsolete (oltre 350 km nel periodo di Piano) e la riduzione delle emissioni di CO2.