Il Gruppo, dal fatturato di 300 milioni, opererà anche nella purificazione dei solventi chimici, fornendo alle imprese servizi ambientali
Il settore del recupero degli oli minerali usati accoglie un nuovo protagonista, anche se – in realtà – si basa sull’esperienza cinquantennale di alcuni player (tra cui Viscolube e Bitolea) che hanno deciso di fondersi in un unico soggetto: Itelyum. Nome nuovo per affrontare al meglio le sfide future dell’economia circolare, nazionali e mondiali, visto che il soggetto appena nato ha le dimensioni adatte per operare anche negli altri mercati.
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I numeri su cui poggia Itelyum
Pertiamo proprio dal perimetro delle attività consolidate: per il 2018 il fatturato è stimato attorno ai 300 milioni di euro, con un Ebitda superiore ai 50. “Negli ultimi 3 anni – ha detto il neo amministratore delegato Antonio Lazzarinetti durante la presentazione del marchio avvenuta ieri a Milano – abbiamo raddoppiato i dipendenti e triplicato i ricavi, gestendo quasi 1,5 milioni di tonnellate di reflui industriali, evitando l’emissione nell’atmosfera di oltre 1,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica, l’equivalente di ciò che assorbe un bosco di 30mila ettari”.
La nuova Itelyum raccoglie 16 società, 15 siti in Italia, 20mila clienti in 50 Paesi. A fare da capofila il fondo di private equity Stirling Square Capital Partners: Enrico Biale membro dell’Investment Commitee, è stato nominato presidente. “Delle 450mila tonnellate di rifiuti industriali gestite annualmente – ha spiegato l’Ad – quasi il 75% è avviato al recupero o comunque restituito all’ambiente come acque depurate”.
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Negli ultimi 3 anni investimenti per 200 milioni di euro
“In modo silenzioso – ha detto Biale – negli ultimi 3 anni abbiamo portato avanti un percorso che oggi ci ha portato a essere top player nell’economia circolare”. “Siamo riusciti – ha continuato – a rendere un mercato in origine molto frammentato in qualcosa di maggiormente coeso. Oggi abbiamo una piattaforma nella quale abbiamo investito più di 200 milioni di euro. Questa è la storia di una eccellenza tutta italiana, i nostri impianti di oli usati sono i più grandi in Europa”.
Tre aree di business
“Non solo recupero di oli usati – ha precisato l’ad Lazzarinetti – perché Itelyum opererà all’interno del modello economico circolare anche nella purificazione di reflui chimici e dei solventi usati nell’industria farmaceutica. Inoltre, offrirà ai produttori di rifiuti speciali servizi quali: la raccolta, lo stoccaggio, il trasporto, l’analisi chimica e il trattamento delle acque industriale oltre ad attività di intermediazione e consulenza”.
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“La Green economy italiana è tra le prime al mondo – ha chiosato Raimondo Orsini, numero 1 della Fondazione Sviluppo Sostenibile. “Eppure siamo percepiti in fondo anche a questa graduatoria. Oltre a non riuscire a fare sistema, non sappiamo nemmeno comunicare storie di eccellenza tutta italiana come questa”.