Si chiama Senshand il dispositivo che può individuare l’insorgere della malattia fino a 5-7 anni prima, sperimentato su 90 persone. La tecnologia è stata elaborata dal gruppo dell’Istituto di Biorobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa
Il morbo di Parkinson potrebbe diventare in futuro un nemico più affrontabile e meno temuto. La chiave per la lotta alla malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo sta infatti nei tempi impiegati per contrastarla. La straordinaria scoperta di guanti hi-tech (e intelligenza artificiale) che riconoscono i segnali del morbo di Parkinson da cinque a sette anni prima che i segni della malattia si manifestino.
Senshand questo è il nome del guanto hi tech nato in Italia, dal gruppo dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa guidato da Filippo Cavallo. La ricerca condotta in tandem con l’Ospedale delle Apuane di Massa e Carrara, è stata pubblicata sulla rivista Parkinsonism & Related Disorders.
Il dispositivo di Intelligenza Artificiale
Il dispositivo, chiamato SensHand, è stato messo a punto nel Biorobotics for Parkinson Disease Lab, diretto da Filippo Cavallo e da Carlo Maremmani. Si tratta di una tecnologia non invasiva, la cui funzione è di rilevare, misurare e analizzare i movimenti delle braccia a caccia di eventuali spie precoci di tremore, rigidità muscolare e rallentamento dei movimenti, tipici della malattia.
Questi sintomi compaiono in modo evidente solo anni dopo che il processo neurodegenerativo cominciato, e individuarli prima possibile è la prima condizione per una maggiore efficacia della terapia.
“Sebbene la diagnosi sul Parkinson sia fortemente orientata alla valutazione dei sintomi motori, l’interesse verso i sintomi non motori sta sostanzialmente aumentando”, ha osservato Filippo Cavallo.
Per Erika Rovini, post-doc dell’Istituto di BioRobotica, la nuova tecnologia: “pone le basi per approfondire e promuovere l’utilizzo di sensori indossabili non invasivi e a basso costo. Congiuntamente a tecniche avanzate di intelligenza artificiale, per lo sviluppo di sistemi affidabili da poter usare nella pratica clinica come strumenti di ‘decision making’ di supporto al medico per la diagnosi della malattia di Parkinson in una fase molto precoce che non è possibile identificare con le tradizionali tecniche diagnostiche”.
La riduzione dell’olfatto uno dei principali sintomi
Tra i sintomi non motori, uno dei principali è la riduzione dell’olfatto: iposmia idiopatica, che rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo del Parkinson entro cinque anni. Sperimentato su 90 persone: di cui 30 individui sani, 30 con iposmia idiopatica e 30 con Parkinson, il dispositivo Senshand ha dimostrato che, combinando le informazioni acquisite con i sensori e con un test dell’olfatto, è possibile identificare i segni precoci della malattia.
Sono complessivamente 96 i parametri che il sistema permette di valutare e, nei test, i tre gruppi di individui sono stati identificati con un’accuratezza del 79%.
Sensori indossabili per l’analisi
Lo studio è stato finanziato nell’ambito del progetto Daphne, sostenuto dalla Regione Toscana nel programma Fas Salute 2007-2013 e incentrato sullo sviluppo di servizi innovativi e sostenibili per la malattia di Parkinson attraverso tecnologie mHealt e Ict.
“Gli studi condotti in collaborazione con l’Istituto di BioRobotica – evidenzia Carlo Maremmani – hanno permesso di sviluppare sensori indossabili per l’analisi del movimento, e con questi valutare soggetti con iposmia, svelando minime alterazioni motorie non visibili a occhio nudo, arrivando così alla diagnosi di malattia di Parkinson preclinica.
Questo risultato e questo tipo di approccio permetterà tra non molto di iniziare veramente in modo precoce terapie neuroprotettive e anche nuovi farmaci attualmente in fase di studio”.
Dunque si tratta di un tecnologia che non è per nulla invasiva e che in futuro potrà essere estremamente utile ad individuare con largo anticipo la presenza di morbo di Parkinson con tutti i vantaggi che una diagnosi assai precoce offre, primo fra tutti la possibilità di iniziare subito una terapia.