Un corso di Laurea Magistrale internazionale in Intelligenza Artificiale e un nuovo Centro Interdipartimentale per diffondere conoscenza in merito alle tecnologie che stanno plasmando il futuro
L’Università di Bologna entra nel futuro. L’Alma Mater attiverà un nuovo corso di Laurea Magistrale internazionale in Artificial Intelligence, che partirà nel prossimo anno accademico 2019/2020, e un nuovo Centro Interdipartimentale pensato per connettere le esperienze in fatto di intelligenza artificiale già avviate all’interno dell’Alma Mater, coinvolgendo anche le imprese leader del settore. Un campo di ricerca che plasmerà il mondo di domani e sul quale l’Università di Bologna è pronta a giocare un ruolo di primo piano a livello internazionale. Tra l’altro, proprio Bologna accoglierà, nel 2022, la prossima edizione della IJCAI-ECAI, conferenza scientifica mondiale sui temi dell’intelligenza artificiale.
Al termine del percorso formativo, i laureati saranno specialisti in Artificial Intelligence: figure tecniche altamente specializzate, con ottime conoscenze informatiche e competenze specifiche nell’ambito della materia. In parallelo all’impegno sulla formazione, l’Università di Bologna fa anche un investimento sulla ricerca che si concretizza nella nascita di un Centro Interdipartimentale sul tema. Il nuovo Centro sarà uno spazio pensato per aggregare decine di studiosi da diversi dipartimenti dell’Alma Mater e le tante attività sull’intelligenza artificiale già avviate. Il Centro realizzerà inoltre eventi di divulgazione e sarà al lavoro per avviare connessioni con aziende e istituzioni interessate a collaborare in questo settore d’avanguardia.
“Intelligenza artificiale è già il presente”. Intervista ad Antonio Corradi
La creazione del nuovo corso di laurea nasce anche dalla forte richiesta dei settori produttivi più avanzati di figure professionali specializzati nei metodi e negli strumenti dell’intelligenza artificiale, capaci di affrontare la progettazione, la realizzazione e la gestione di prodotti e servizi altamente innovativi. Negli ultimi sei anni, l’Università di Bologna ha raccolto finanziamenti per quasi 50 milioni di euro destinati a ricerche collegate ad innovazioni di intelligenza artificiale.
A StartupItalia, interviene il direttore del dipartimento di Informatica, Scienza ed Ingegneria dell’Università di Bologna, Antonio Corradi:
Come è nata l’idea del corso?
L’idea di una laurea magistrale in Artificial Intelligence (AI) è nata nell’ambito delle attività di un gruppo di docenti del DISI che da decenni si occupano di AI. Tutti vediamo i continui successi delle nuove tecnologie e applicazioni nell’ambito dell’Artificial Intelligence, così come è evidente il sempre maggiore interesse del mondo industriale e della società per questi temi. A fronte di questo interesse i nostri corsi di laurea non offrivano alcun percorso di studi specialistico in questo ambito per cui è sembrato naturale colmare questa lacuna.
Previsto il numero programmato?
Non è previsto il numero programmato anche se si prevede un notevole afflusso. Per accedere occorre avere conseguito la laurea in una delle seguenti classi o possedere altro titolo di studio conseguito all’estero, riconosciuto idoneo: per essere precisi e formalmente corretti.
Classi ex D.M. 270/04
L-8 Ingegneria dell’informazione
L-30 Scienze e tecnologie fisiche
L-31 Scienze e tecnologie informatiche
L-35 Scienze matematiche
L-41 Statistica
e le corrispondenti classi ex. D.M. 509/99 (ordinamenti precedenti).
L’ammissione è subordinata all’accertamento dell’adeguata preparazione personale attraverso l’analisi del curriculum e a un eventuale colloquio. Per l’accesso al corso di studio è previsto l’accertamento delle conoscenze e competenze nella lingua inglese di livello non inferiore al B2 del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue.
Quali sono le materie caratterizzanti. Sarà interamente in lingua inglese?
Il percorso sarà interamente in inglese essendo la laurea internazionale. Le materie caratterizzanti riguardano i fondamenti dell’AI, le teorie, i metodi ed i linguaggi per rappresentare il contesto in cui l’agente intelligente opera, per prendere decisioni in modo autonomo, per apprendere, per interagire con l’ambiente (ad esempio tramite riconoscimento visivo o comprensione del linguaggio naturale). Il corso comprende anche materie volte a offrire un panorama culturale più ampio che dia conto delle numerose intersezioni e interazioni che l’AI ha con discipline quali le neuroscienze cognitive, l’etica e la giurisprudenza. Infine, il corso offre corsi avanzati in cui verranno trattate applicazioni innovative in vari ambiti industriali, con particolare riferimento alle tematiche di industry 4.0.
Al termine del percorso formativo i laureati in cosa saranno specialisti?
I laureati in AI saranno in grado di progettare, sviluppare, integrare, ingegnerizzare e manutenere sistemi informatici particolarmente complessi e innovativi in tutti i contesti di utilizzo dell’AI, quali i sistemi esperti, i sistemi di pianificazione e ottimizzazione, di apprendimento automatico, di supporto alle decisioni, per la visione artificiale, per l’elaborazione del linguaggio naturale, per l’automazione industriale. Tra i possibili ambiti applicativi principali si possono citare i trasporti, la medicina, la domotica, la sicurezza e tutta l’area industry 4.0. Inoltre, la nuova laurea magistrale offre numerose opportunità di proseguimento degli studi con un dottorato e quindi di avviarsi al mondo della ricerca.
Sono previste partnership con altre università o enti pubblici e privati?
Il DISI ha varie partnership attive con altre università e imprese, ad esempio mediante convenzioni e percorsi di laurea congiunta con atenei esteri. L’intenzione è senz’altro quella di adottare strategie orientate all’internazionalizzazione e alla collaborazione con enti pubblici e privati anche per la nuova laurea magistrale. Vale la pena di ricordare che la risposta del mondo aziendale del territorio a una prima indagine svolta in fase di progetto della nuova laurea è stata di grande entusiasmo, indicando chiaramente il desiderio del mondo aziendale di contribuire a un progetto che viene considerato da molti come strategico.
L’intelligenza artificiale giocherà un ruolo importante nel futuro? L’Italia è pronta?
L’AI fa già parte del nostro presente. Si pensi ad esempio ai veicoli a guida autonoma, ai sistemi di pianificazione e scheduling, ai sistemi intelligenti di supporto alla diagnostica medica: applicazioni in grado di farci risparmiare enormi risorse, in un mondo che ne ha sempre meno, e di migliorare la qualità della vita in modo evidente. Tutto sembra far presagire che il ruolo dell’AI sarà sempre più importante e l’Italia può vantare una comunità scientifica molto competente in AI, con risultati scientifici di ottimo livello internazionale. Purtroppo però le politiche sin qui attuate in Italia per la ricerca in AI, così come per la ricerca tout court, sono assolutamente insufficienti: se non si attuerà un cambio di direzione marcato le prospettive per il sistema paese sono quelle di una sempre maggiore lontananza dai paesi più all’avanguardia che maggiormente investono in ricerca. Dobbiamo dire che il mondo imprenditoriale e il territorio sembra cominciare a capire l’importanza di queste nuove tecnologie e della opportunità di strategie più decise di investimento di risorse economiche in modo congiunto pubblico e privato.