Mentre i mondi virtuali e fisici continuano a fondersi, una nuova flotta di personalità digitali è pronta a trasformare la forza lavoro
Il digitale sta trasformando piano piano il nostro mondo, soprattutto quello lavorativo. I nuovi progressi nella digitalizzazione cercano di trovare il giusto equilibrio tra il tocco umano e il digitale, nel tentativo di migliorare sia l’ambiente di lavoro che l’esperienza del cliente. Sono molte le aziende che stanno ricreando dei veri e propri avatar per lo svolgimento delle proprie attività quotidiane.
Daniel Kalt, capo economista di UBS, e il suo avatar digitale, creato da FaceMe
L’UBS Global Wealth Management Innovation Lab ha presentato “UBS Companion”, un progetto sperimentale che utilizza avatar digitali che sembrano reali. Il laboratorio ha collaborato con FaceMe, esperti di intelligenza artificiale della Nuova Zelanda, per creare “Fin”, un aiutante e assistente digitale, e “Daniel Kalt”, un clone digitale del suo capo svizzero. Per creare l’avatar di Kalt, FaceMe ha utilizzato un rendering catturato da oltre 120 telecamere ad alta definizione. Le repliche virtuali possono interagire con i clienti e i consulenti durante le conversazioni, stabilire un contatto visivo e persino unirsi alle riunioni attraverso uno schermo TV.
“In futuro, potremmo vedere i consulenti di UBS in migliaia di stanze diverse, tutte con Daniel Kalt disponibile come umano digitale” ha spiegato Mark Fitzgerald, direttore di FaceMe. Il servizio è già stato implementato a Zurigo, con 100 clienti che hanno partecipato a un test.
A Pechino, l’agenzia di stampa Xinhua e la società che sviluppa il motore di ricerca cinese Sogou.com hanno sviluppato due avatar di presentatori tv nel tentativo di aumentare l’efficienza e ridurre i costi di produzione. L’emittente utilizza i doppelgänger digitali sui canali secondari attraverso i servizi di notizie in lingua inglese e cinese e sul loro sito web, dove possono lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Gli avatar imparano dai video trasmessi in diretta e possono leggere il testo professionalmente, proprio come un presentatore umano.
Gli avatar digitali possono facilitare il lavoro da remoto
Questo tipo di tecnologia potrebbe svolgere un ruolo molto importante nel lavoro da remoto. In molte aziende, la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) stanno già consentendo ai dipendenti di collaborare in modi nuovi ed entusiasmanti, eliminando la necessità di una sede tradizionale in ufficio e promuovendo un accordo di lavoro più flessibile. Di recente Deloitte ha adottato una politica a distanza, organizzando riunioni in spazi virtuali con dipendenti che appaiono come avatar. “Questi incontri virtuali ci consentono di collaborare in un ambiente in stile workshop, al contrario di una normale videoconferenza vocale o video” ha dichiarato Ed Greig, capo distruttore di Deloitte Digital.
Tuttavia, nonostante il loro potenziale, molti temono che gli avatar digitali possano finire per sostituire la forza lavoro umana. Il settore che forse corre i rischi maggiori nell’immediato è quello della moda. Quest’anno la società britannica Imraz Models ha lanciato una “Imagined Reality Modelling Agency”, creando modelli digitali per qualsiasi campagna di marketing. La novità arriva dopo che un sorprendente modello di Instagram, chiamato Shudu, è stato nominato il “primo supermodello digitale del mondo” e Lil Miquela, un’influencer virtuale, è stata nominata da un editore di Dazed Beauty icona di stile e celebrity di Instagram.
Mentre le nuove generazioni di consumatori nativi digitali si aspettano sempre più che la tecnologia si integri perfettamente nella vita quotidiana, i confini tra il mondo virtuale e quello fisico si stanno dissolvendo. “Abbiamo una popolazione di Millennials e Gen Z che stanno diventando super fluidi con le loro identità, soprattutto online” spiega Jerry Lu, investitore della capitale Lux, società di venture capital dedicata alle tecnologie emergenti. “Gli avatar rappresentano questa fluidità della persona e le aziende stanno iniziando a rendersi conto che avere avatar incorporati nei loro social network è un modo utile per connettersi con il proprio pubblico”.